Ilaria Maria Sala, La Stampa 15/3/2011, 15 marzo 2011
TOKYO CON LA SPINA STACCATA
Domenica sera il Primo ministro giapponese, Naoto Kan, aveva dato il permesso all’azienda elettrica Tepco di procedere con varie ore di blackout per Tokyo e periferia. L’intera aerea è stata divisa in cinque zone distinte, per le quali erano previsti tagli dalle tre alle sei ore, dato che le esplosioni alla centrale nucleare di Fukushima hanno diminuito l’energia disponibile. Nel corso della notte tutti erano molto confusi, e cercavano informazioni più precise: i trasporti, avrebbero funzionato? Le autorità avevano anche annunciato la possibilità di tagli all’erogazione dell’acqua, e molti riempiono secchi, lavandini, la vasca...
Tokyo si sveglia la mattina di lunedì 14 marzo, quarto giorno dal terremoto che ha devastato il Nord-Est del Paese, cercando di capire dove, e quando, non ci sarà acqua ed elettricità, ma nessuno sembra avere idea di come si svolgerà la giornata. Il sito web della Tepco è presto intasato, e ci si riversa su Twitter, dove alcuni volonterosi aggiornano di minuto in minuto le modifiche agli orari di blackout indicati inizialmente.
Verso le otto di mattina, in piena ora di punta, recandosi alle stazioni dei treni e della metropolitana, la prima cosa che si nota sono i cartelli appesi fuori dai negozi che di solito vivacizzano ogni stazione: «Chiusura straordinaria causa tagli all’elettricità». Dal momento che nessuno sa con certezza quanto dureranno i tagli, e quanto ci si possa affidare a treni e metropolitane, le code si concentrano tutte alle fermate degli autobus. Un po’ per volta, si smistano, e in un modo o nell’altro chi deve andare a lavorare ci arriva (i negozi di biciclette in questi giorni stanno facendo grandi affari).
La mattina procede, ed ecco che spuntano altre code, a volte lunghissime: i supermercati sono presi d’assalto, e nel giro di poco finisce il riso, il pane, e l’acqua minerale. Restano solo le bottigliette da mezzo litro, le bibite, e la birra, che in qualche modo anche dagli scaffali svuotati non manca mai. Alle 10,30, una forte scossa di assestamento per un po’ interrompe tutto: ricomincia? Gli esperti hanno previsto un nuovo terremoto di qui a giovedì, e i nervi sono a fior di pelle.
Tutti aspettano i blackout, però in città non cominciano, e si limitano alla periferia. Twitter di nuovo si infuoca: «Sono le dieci, abito nel settore n. 2, ma sono ancora collegato a Internet, è successo qualcosa?», chiede uno. Poco dopo gli viene risposto che non ci sono state notizie al proposito, i blackout sono ancora previsti, nessuno sa perché ci sia ancora corrente.
Tutti cercano di aiutare come possono: diversi ristoranti e negozi, per risparmiare energia elettrica, hanno aperto accendendo solo metà delle luci. Finalmente, una conferenza stampa a metà pomeriggio chiarisce le cose: la Tepco ha deciso che procederà ai tagli di elettricità solo nel caso in cui non abbia abbastanza energia, e che finora, nel corso della giornata, l’energia era sufficiente. Domani non si sa.
Intanto però i treni cominciano ad essere bloccati, sempre per le necessità di risparmio energetico, e già verso le quattro e mezzo le code agli autobus si ripresentano, infinite. Alla stazione di Shuibuya della linea Keio, da dove parte una linea che serve Tokyo Ovest, la coda è talmente lunga che molti cameramen accorrono a riprenderla, e la sera la si potrà rivedere su tutti i canali: dai binari, si allunga fino a fuori, e si arrampica su per una scala che porta a uno shopping mall. Chi non riuscirà a prendere l’ultimo treno, previsto appena per le cinque, come torna a casa?
E infatti, anche alberghi in centro cominciano a dare segni di non farcela a gestire l’emergenza: trovare un hotel medio richiede ore.
Intanto, cala la sera. Le luci nei negozi aperti 24 ore sono più basse del solito - ma tanto gli scaffali sono quasi interamente vuoti. Ognuno vuole risparmiare energia, con l’idea che meno se ne consuma, più potrà durare, evitando i blackout: così, ecco che Shibuya, uno dei quartieri più famosi di Tokyo per i sui negozi impilati uno sopra l’altro in torri sottili, la moda stravagante e innovativa dei giovani che la frequentano, e i suoi schermi giganti proprio sopra il fotografatissimo incrocio, è buia. Nessuno l’ha mai vista con gli schermi spenti, e tutti si mettono a fare fotografie: «Shibuya al buio!» squittisce una ragazza con i capelli biondo paglia e delle enormi ciglia finte con i lustrini, tirando per la mano la sua amica, pesticciando sui piedi e gridando: «sugoi!», la parola preferita dagli adolescenti, che vuol dire «pazzesco!».
Una nuova conferenza stampa della Tepco spiega che anche per domani gli orari del blackout saranno quelli di oggi: nel caso in cui ce ne sia bisogno, l’elettricità sarà interrotta, e per favore guardate il sito web per sapere. Rientrando in albergo, ecco una fila di impiegati con la ventiquattrore che si appresta a fare check in: i treni, alle dieci di sera, sono già tutti fermi, e non si può più andare da nessuna parte.