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 2011  marzo 15 Martedì calendario

NUCLEARE? I TITOLI IN BORSA TUTTI GIU’ PER TERRA

La terra trema anche sotto i piedi dell’economia giapponese, con scosse che si propagano all’intero pianeta borsistico. La borsa di Tokyo ha chiuso ieri a -6,18%, con la BoJ, la Bank of Japan, intervenuta più volte a iniettare denaro nel tentativo di far aumentare la liquidità e stabilizzare i mercati. Ma le notizie sempre più allarmanti dagli impianti nucleari giapponesi hanno avuto effetto sui titoli di tutte quelle aziende nel mondo collegabili in qualche modo al nucleare. La General Electric, che ha fornito un reattore alla centrale di Fukushima pericolosamente in panne, ha ceduto alla borsa di Wall Street il 3,14% a metà pomeriggio. In Germania, i gruppi energetici E.On e Rwe hanno subito un crollo rispettivamente del 5,9% e del 5,1% dopo l’annuncio della cancelliera Angela Merkel che il governo non avrebbe più concesso la proroga delle attività delle vecchie centrali nucleari sul proprio territorio. Alla borsa di Tokyo hanno ceduto di più i titoli di gruppi legati sempre all’energia: Kobe Steel ha perso il 6,4%, Hitachi il 16,2%, Toshiba il 16,3%. In Italia, giù l’Enel dell’1,69%. Per motivi diversi, legati al prevedibile minor consumo di alcuni beni da parte dei giapponesi, sono andati sotto anche i titoli del lusso.
Terremoto e maremoto hanno sconvolto l’intero sistema produttivo del paese. Giù in borsa anche giganti non legati al nucleare, come Toyota (-7,9%), Sony (-9,1%) e Mitsubishi (-11,8%). La Mitsubishi electric corporation donerà (oltre 4 milioni di euro per aiutare chi è stato colpito dal terremoto in Giappone, nell’area di Tohoku, sull’Oceano Pacifico. La Toyota ha annunciato che terrà chiusi tutti i suoi 12 stabilimenti di veicoli in Giappone almeno fino a domani. La sospensione è stata decisa per dare la priorità alla sicurezza dei dipendenti e delle loro famiglie. La Honda ha annunciato il blocco della produzione in tutte le sue fabbriche che si trovano in Giappone almeno fino a domenica 20 marzo. Stessa cosa la Nissan per i suoi sei stabilimenti.
Gli analisti si interrogano su come e quando il Giappone potrà risollevarsi economicamente, facendo paragoni con la terribile esperienza del terremoto del 1995 a Kobe, quando morirono seimila persone. Rispetto a sedici anni fa, il Giappone ha oggi un indebitamento doppio. Allora la borsa crollò del 25% nei primi sei mesi, oggi si pensa che recuperà prima. Sempre allora, lo yen si rivalutò del 20%, oggi lo yen è già alto e il rimpatrio dei capitali necessari alla ricostruzione (più la speculazione operata su questi ritorni) porteranno lo yen ancora più su.
Secondo lo scenario elaborato da Nomura, per l’economista Seiichiro Iwasawa, responsabile delle analisi di borsa, «l’impatto sul mercato azionario potrebbe essere limitato e di breve durata: il calo registrato oggi è già pari a quello che si ebbe nei 5 giorni successivi al terremoto di Kobe. E nei 10 giorni dopo il calo, si ebbe una ripresa delle quotazioni del 10 per cento».
«Un’altra differenza con Kobe - ha aggiunto - riguarda soprattutto gli impianti nucleari: ci aspettiamo problemi di approvvigionamenti energetici almeno fino ad aprile». Ma, rispetto a sedici anni fa, ha concluso Iwasawa, «oggi ci aspettiamo un intervento del governo assai più forte, fra l’1 e l’1,2% del Pil, quando nel 1995 gli aiuti furono pari allo 0,6% del Pil dell’epoca». Il confronto con lo scenario post-Kobe è stato riproposto anche da Takahide Kiuchi, Chief Economist del gruppo giapponese: «Nel 1995 l’impatto sulla produzione industriale fu inaspettatamente ridotto e si tornò in un mese ai livelli pre-sisima». In realtà, ammonisce, «le conseguenze globali sull’economia emersero solo dopo molto tempo: oggi, con danni a strade, trasporti e infrastrutture più gravi rispetto ad allora, la ripresa si preannuncia più lunga e nel secondo trimestre il Pil potrebbe scendere su base annua fra l’1 e l’1,5%».