Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  marzo 14 Lunedì calendario

14 MARZO, PANE E MONETE AI POVERI PER IL COMPLEANNO DEL RE

Sua Maestà Vittorio Emanuele compie stamane quarantun anni. La data coincide con un altro compleanno, quello del principe ereditario Umberto, oggi entrato nel diciottesimo anno d´età, essendo nato il 14 marzo 1844. A Torino, per commemorare l´evento, il conte di Cavour dà un pranzo al quale sono invitati il presidente della Camera elettiva, il vicepresidente del Senato cav. Marzucchi, i ministri , gli ambasciatori, il barone Bettino Ricasoli, Luigi Carlo Farini, luogotenente del Sovrano a Napoli, e numerosi altri dignitari.
Si festeggia anche al Sud. Il Giornale officiale di Napoli segnala che, per fare in modo che «anche i poverelli provino qualche sollievo alle proprie miserie in mezzo alla comune esultanza», il governo ha provveduto a consegnare al sindaco di Napoli la somma di seimila lire «che verranno distribuite fra i più bisognosi». Sono stati inoltre dispensati circa 14.000 «pani di ottima qualità», mentre il municipio ha stanziato 630 ducati per «aggiungere a ciascun pane una moneta». Fra l´altro è appena rientrata a Napoli una deputazione del battaglione mobile della Guardia Nazionale di quella città, dopo aver compiuto a Torino una «passeggiata» militare e patriottica insieme, con una particolare visita a Superga. Sempre a Napoli, nelle stesse ore, un decreto luogotenenziale ha perfezionato l´istituzione della provincia di Benevento.
A Genova il doppio compleanno dei Savoia è stato salutato da salve di artiglieria. A Roma, il genetliaco di Vittorio Emanuele era stato anticipato di qualche giorno, nonostante l´accentuato distacco delle autorità curiali: è della prima decade di marzo l´incoronazione, nell´atrio dell´università, di un busto di Vittorio Emanuele, con sotto la didascalia: «Re d´Italia per la divina provvidenza e per il voto nazionale».
Si registra, nello scambio di notizie sulla maturazione del processo unitario, e soprattutto sui tempi che si attribuiscono alla soluzione della «questione romana», una stridente inconciliabilità fra i pronostici degli ottimisti e quelli dei "catastrofici". I giornali si schierano da una parte o dall´altra. Non si sa se per rispondere a una sorta di inclinazione cittadina ad augurarsi il meglio, o per preconcetta animosità nel valutare veti e timori della Santa Sede, una posizione molto netta emerge dal Corriere di Bologna, il quale proprio stamane sostiene che «la soluzione di Roma è imminente». Il quotidiano enumera i locali che sarebbero adibiti, in una Roma posta a capo della nuova Italia, ad ospitare i ministeri. Al palazzo del Quirinale troverebbero posto Interni ed Esteri. In quello della Consulta, Finanze e Lavori Pubblici. A palazzo Rospigliosi i dicasteri di Grazia e Giustizia e dell´Istruzione. Il Senato si riunirà al palazzo della Cancelleria, per la Camera dei Deputati non s´ipotizza ancora una sede. Ma un particolare viene dato per certo: già duemila uniformi di Guardie Nazionali - l´emblema unificante della forza pubblica nel nuovo assetto italiano - sono già «in attesa» nella Città Eterna. Il milite della Guardia Nazionale è la prova vivente che «l´Italia è fatta», così come, a livello popolare, il prete e il gendarme (si tratti di Roma o di Venezia) ne sono la smentita. Com´è naturale, nessun commento ufficiale tiene dietro alle indiscrezioni o ipotesi appena riferite. Più che un dovere, spesso la prudenza è uno stratagemma.
Un invito alla prudenza proviene dal parlamento inglese. Alla Camera dei Comuni un deputato di gran nome, lord Howart, avendo avuto notizia di atrocità che il governo italiano starebbe commettendo nell´Italia meridionale, chiede al governo di Sua maestà britannica di usare la sua influenza presso il re Vittorio Emanuele «al fine di prevenire l´effusione del sangue». La risposta del ministro degli Esteri John Russell viene considerata a Torino un miracolo di equilibrio.
Russell ha ricordato che, in generale, «le truppe sardo-piemontesi hanno dato prove non minori di umanità dopo la vittoria di valore durante la lotta», anche se ci sono state emergenze molto dolorose, in cui le truppe si sono viste indotte a comportarsi con notevole severità. Una particolare attenzione il ministro riserva alle iniziative partite dalla Santa Sede, con la collaborazione degli «sconfitti di Gaeta», per creare difficoltà nel Reame di Napoli. Lì sono stati inviati «malandrini» capaci di ogni eccesso. «A un giovane di diciassette anni, di famiglia liberale», ha documentato Russell, «sono stati strappati gli occhi, e poi è stato arso vivo». Una volta ghermiti, simili criminali sono stati giudicati da un tribunale militare e fucilati. Sarebbe deplorevole che, non essendovi ora più truppe da opporre in campo a re Vittorio Emanuele, da Roma si incoraggiassero elementi capaci di commettere grassazioni, furti e altri delitti in territori ex borbonici. «Così stando le cose», ha concluso Russell, «dare consigli di umanità al governo di Torino potrebbe quasi parere un affronto».