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 2011  marzo 14 Lunedì calendario

QUEI RAGAZZI CHE SOGNANO UNA VITA "INTO THE WILD"

La notizia è passata inosservata ai più. In una baita abbandonata, nella frazione di Ivery, si sono trovati i resti di Andrea Giardino. Era sparito nel 2002, quando aveva 27 anni. Qui in montagna aveva vissuto per tre settimane, girovagando solo, con uno zaino e una tenda, digiunando e pregando, silenzioso e gentile. Qualcuno ha pensato al protagonista di Into The Wild, il romanzo di Jon Krakauer e il film di Sean Penn. Raccontavano la storia vera del ragazzo americano che lasciava tutto - famiglia, studi, denaro, amici - per cercare l´assoluto della natura, e moriva sperso in Alaska. Andrea Giardino cercava Dio, interrogandosi su cosa fossero il Bene e il Male, e vedendo nero nella sorte del mondo. Era la sua Quaresima, la purificazione dai dubbi e dalle sofferenze. Lo fanno in tanti, di andare a cercare una verità divina salendo in alto, sulle montagne più vicine al Padreterno. C´è chi prenota soggiorni regolari, e chi semplicemente si incammina.
Ora, si può anche dedicare un solo pensiero fuggevole a quel povero ragazzo sventato che morì per il freddo e il digiuno. Una storia minima, forse. Non certo per Corrado e Giuliana, fratello e sorella, quel che restava della sua famiglia, che per nove anni l´hanno cercato, hanno sperato che fosse missionario in qualche paese lontano, hanno scrutato i volti di ogni senzatetto incontrato per strada o buttato sotto un portico. Ma poi: chi di noi non ha mai pensato, magari solo per qualche sbrigativo momento, a scappare dal frastuono del mondo? Non serve una crisi mistica per desiderarlo. Oppure si crede in Dio, e si cerca un luogo per avvicinarlo. Sulle montagne della Val d´Aosta sono molti, questi luoghi. «C´è chi semplicemente reagisce alla vita che si vive nelle grandi città», dice padre Paolo, della Casa Ospitaliera del Gran San Bernardo, a Saint-Oyen.
Andrea si sentiva un po´ eremita, anche se a tempo: non voleva morire, e sarebbe tornato. Eremiti, su queste montagne, non ce ne sono più. Ma sono migliaia quelli che vanno a cercare silenzio e meditazione nelle molte comunità religiose della Valle. Si sale più in alto, ascesi e ascensione hanno qualcosa in comune. Andrea con la montagna non aveva familiarità, era pugliese. Ma quando ha scelto un luogo per la sua personale Quaresima solitaria, ha preso zaino e tenda ed è salito fin qua. Allora, nove anni fa quand´è scomparso, l´hanno cercato dappertutto. Non così accuratamente, forse.
Corrado, il fratello, dice: «Quando sono salito allora lassù, con una troupe televisiva, siamo finiti in una baita dove un religioso, che era anche psicologo, mi disse come molti giovani di passaggio venissero da loro accolti e accuditi, senza fare troppe domande. Ricordo che la cosa mi diede conforto, perché mi fece pensare che la sorte di Andrea era parte di una cosa più ampia». Andrea però era già morto, e il fratello racconta come l´hanno trovato: «S´era sistemato in quella baita con un certo ordine. La cartella coi suoi scritti appoggiata su un davanzale. La tenda smontata era dentro la mangiatoia. C´erano lo zaino e la pentola. Lui era steso sul materassino gonfiabile. Addosso aveva tutti i suoi vestiti, per difendersi dal freddo: una maglia di lana, due maglioni, la giacca a vento appoggiata sopra, e sopra ancora il sacco a pelo aperto. Aveva appeso al muro un quadretto sacro: Gesù Bambino che tiene in braccio un agnello, la scritta Ecce Agnus Dei. Andrea aveva la testa voltata da quella parte. S´è addormentato guardando quell´immagine, e io voglio pensare che non abbia sofferto».
Piegato dal freddo e dal digiuno. Solo qualche pezzo di pane ogni tanto. Qualche castagna raccolta e fatta bollire. La gente del posto ormai lo conosceva. Silenzioso, non si fermava a parlare, rispondeva a monosillabi. Gentile, però. Sempre più magro, e affaticato: non reggeva più di pochi passi in salita». «Al telefono, qualche giorno prima che partisse, mi aveva detto: "Andrò dove mi porta Dio, e se Dio vuole che mangi, mangerò», racconta la sorella Giuliana. Le sue carte sono fitte di appunti dalle Scritture. Ci sono le minute di tre lettere. Andrea rimuginava rancori per la sua vocazione religiosa frustrata. L´avevano allontanato dal noviziato, giudicando che la sua spinta mistica fosse viziata e ossessiva.
«Ci sono molti giovani che fanno esperienze simili, di raccoglimento e di preghiera - dice Franco Lovignana, vicario generale della Diocesi di Aosta - Ne vediamo tanti. Ma sempre in forme organizzate, presso comunità della Valle». Quella di Andrea era disorganizzata e sì, piena di ossessioni silenziose. «Scrisse - dice il fratello - che il mondo stava andando verso la rovina. Che la crisi avrebbe provocato paure e guerre sanguinose». Andrea, dicono Corrado e Giuliana, era un ragazzo giocoso e allegro, un bravo figlio solitario imprigionato nella sua ricerca del Padre. E che questa sia una storia minima, può anche darsi.