MAURIZIO CROSETTI , la Repubblica 14/3/2011, 14 marzo 2011
L´OROLOGIO DI GHEDDAFI
Dunque, c´erano Moggi, Blatter, Galliani, Giraudo, Gheddafi e il figlio di Gheddafi. Del Piero segnò due gol al Parma allenato da Prandelli (c´era anche lui, però incolpevole) e sollevò il trofeo. Eravamo a Tripoli, Libia, 25 agosto 2002, finale di Supercoppa italiana portata laggiù per volere della Juventus (libici azionisti, come oggi, Gheddafi jr amicone di famiglia e calciatore per capriccio): Giraudo dispose, Galliani (presidente Lega) e Carraro (capo Figc) ovviamente non eccepirono. Sul campo c´era la sabbia al posto dell´erba, come adesso a San Siro, e fu la più colossale pagliacciata della piccola storia del calcio moderno. Ai giornalisti venne donato un orologio con la faccia di Gheddafi padre al posto del datario, chi scrive queste righe accolse il dono con una crassa risata e si sfiorò il caso diplomatico. A un certo punto, per oscure ragioni, Gheddafi padre sembrava voler cancellare la partita (non per via dell´orologio, si suppone), ma poi ci ripensò. Tra datteri e cammelli, Muammar Moggi arrivò in hotel a Tripoli accolto come Totò sceicco, e forse lo era.