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 2011  marzo 14 Lunedì calendario

Dallo sport alla scienza, tutti riscoprono il pisolino - Nessuno osa chiamarli per telefono alle tre del pomeriggio: nell’ambiente tutti sanno che sono beatamente immersi nel­la pennichella, angelici come neonati

Dallo sport alla scienza, tutti riscoprono il pisolino - Nessuno osa chiamarli per telefono alle tre del pomeriggio: nell’ambiente tutti sanno che sono beatamente immersi nel­la pennichella, angelici come neonati. Non sto parlando degli impiegati Inps: i nuovi teorici dell’abbiocco pomeridiano so­no gli atleti assoluti, i supermen del basket americano NBA. Una delle stelle più acclamate, Steve Nash, ne fa un motivo d’orgo­glio: «Dormo una mezz’ora pri­ma di tutte le partite. Mi sento più forte e più sereno». Diamo il nostro benevuto an­che al vecchio Nash. Un’autore­vole voce americana, dall’am­biente sportivo più esasperato e più stressato del mondo, fa mol­to comodo al partito. La riscossa continua. Per troppo tempo, no­ialtri del MPP ( Movimento Pen­nica Pomeridiana) abbiamo su­bìto linciaggi ed emarginazioni, ad opera di una corrente egemo­nica basata tutta sull’iperattivi­smo e sul dormire zero. Per trop­pi anni abbiamo incassato l’elo­gio del sonno breve, con quel­l’icona immarcescibile che si vantava di dormire soltanto tre ore per notte e di giocare sem­pre d’anticipo, perché mentre gli altri dormivano lui prepara­va le tagliole politiche, ma certo, Giulio Andreotti, e chi mai se no. Raccontare in giro, tempi addie­tro, che perdersi nelle sconfina­te praterie del Nir­vana subito do­po pranzo è una delizia e un toc­casana, tutta salute, significava guadagnarsi la patente degli sfa­ticati e dei mollaccioni. Era l’epopea dei rampanti e degli yuppies, dei salutisti e degli spor­tivoni, tutta gente esagitata che dopo il veloce spuntino di mez­zogiorno andava a farsi una mezz’ora di spinning in pale­stra, o anche solo a farsi. Altri tempi. Finalmente, quella feroce dittatura è un cupo ricor­do. Il muro è crollato e trionfa la verità. Da tutte le università più autorevoli arrivano conferme univoche: dormire dopo il pa­sto ricarica la mente e restitui­sce al mondo uomini migliori. A Berkeley, in California, il profes­sor Matthew Walker spiega così il fenomeno, dopo una ricerca condotta sui suoi studenti: «È co­me se la casella E-mail del no­stro cervello ad un certo punto fosse piena: finché non dormia­mo, non è possibile ripulirla, e dunque neppure ricevere nuo­ve mail, cioè immagazzinare nuove informazioni». E aggiun­ge: «Più si resta svegli, più la mente rallenta».In effetti,ripen­sandoci bene, per quanto argu­to il buon Andreotti non si può dire sia mai stato un mostro di velocità... E comunque: ci sono ragioni precise che spiegano l’inesora­bile abbiocco. I ricercatori del­l’uni­versità di Manchester spie­gano che dipende dagli zucche­ri nel sangue: alti livelli di gluco­sio, inevitabili dopo un pasto, so­no in grado di spegnere alcuni neuroni deputati a mantenere la mente vigile e sveglia. Allo stesso modo si spiega pure la dif­ficoltà a­d addormentarci quan­do siamo affamati: il basso livel­l­o di zuccheri favorisce l’aumen­to dell’attività neuronale, man­tenendo il cervello sveglio. Gli anglosassoni lo chiamano «nap»,al sud la chiamano penni­chella, al nord pisolino: comun­que lo si voglia definire, è un toc­casana. Un segreto del benesse­re, una ricarica di vitalità e di buonumore. Anche se purtrop­po riusciamo a praticarla ormai solo in vacanza, noi del MPP l’abbiamo sempre sospettato, l’abbiamo avvertito inconscia­mente, come tutti gli idealisti istintivi. Ma adesso c’è anche il determinante supporto della scienza a sdoganarci definitiva­mente. Finito il tempo delle per­secuzioni e dell’inquisizione, tutti si accodano. Ci sono grandi aziende che per migliorare l’effi­cien­za del personale predispon­gono stanze destinate al riposo, durante la pausa. Nei nostri mi­nist­eri queste stanze non vengo­no istituite, perché tutti si arran­giano benissimo da soli. Però attenzione: la pennica non s’improvvisa.Ha i suoi valori eti­ci ed estetici. Ognuno può raffi­na­re nel tempo la propria tecni­ca ideale. Il premier Berlusconi, come noto, ha quella della ricari­ca veloce: pochi minuti ad occhi chiusi, ogni tanto, e riparte di slancio. Per la serie giornalismo di servizio, propongo comun­q­ue una brevissima guida prati­ca, tratta dalle decennali espe­ri­enze dei più professionali spe­rimentatori. Primo: pasto legge­ro e magari senza alcol, perché cibi pesanti e vino ritardano il sonno, rendono più difficile la digestione e aumentano lo stor­dimento post-risveglio. Secon­do: ambiente accogliente, buio, zero rumori, temperatura intor­no ai 20˚. Terzo: prima di sten­dersi, meglio aspettare un quar­to d’ora, affinché la digestione si avvii. Quarto: durata tra i 20 e i 60 minuti, perché oltre l’ora si rischia di risvegliarsi peggio di prima. Ultimo, ma non ulti­mo: se qualcuno racconta anco­ra che chi dorme non piglia pe­sci, può andarsene al diavolo. Perchè mai uno dovrebbe pas­sare la vita a prendere pesci?