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 2011  marzo 14 Lunedì calendario

Trunki, e il bimbo viaggia giocando - Arriva da destra, sbucando da dietro un gruppo di turisti in attesa del check in

Trunki, e il bimbo viaggia giocando - Arriva da destra, sbucando da dietro un gruppo di turisti in attesa del check in. Il bambino è seduto cavalcioni su uno strano carrello di colore azzurro con due corna verdi sul davanti, mentre l’adulto - il padre - lo trascina con una corda del medesimo colore. Guardo meglio. Si tratta proprio di una valigia che funge da passeggino, su cui il bimbo sta comodamente assiso. Quando sono fermi, ci si siede come su una seggiola. Ah, però!, penso, se ci fosse stata ai miei tempi, quanti capricci e lacrime evitati durante le lunghe attese alla stazione ferroviaria (da bambino piccolo) e in aeroporto (con le figlie, da genitore)... Purtroppo Trunki, questo il nome della sedia-valigia, allora non c’era. Bisognava trascinare i bambini, non trainarli, come accade ora con questo veicolo. Il mondo non va più a piedi, ma cammina su due, tre o quattro ruote, anche quando viaggia in aeroplano. Soprattutto ora. La pubblicità di questo «luggage for little people» mette l’accento sul divertimento: «Il viaggio in famiglia torna ad essere un divertimento per tutti». Vero. Lo posso testimoniare. Seduto davanti al gate d’imbarco, il bambino armeggia con la sua valigia-giocattolo. La spinge, la trascina, ci si siede, la apre. Contiene un orsacchiotto di pezza, vestiti e le immancabili matite e pennarelli. Non posso fare a meno di ritornare sulla parola con cui è propagandata la creazione dell’ingegnoso design Rob Law: divertimento. Tutto oggi sembra funzionare come un divertimento. Anche il viaggio, che secondo gli antichi comportava dolore e fatica (travel, viene dal francese travallier, lavorare). Con Trunki, infatti, non si parte neppure; per il bambino è come restare nella propria stanza dei giochi: trascinare in giro per il mondo un altro gioco. Meglio: farsi trascinare. I genitori, del resto, già trascinano i loro troller, e questo non è altro che un mini-troller su cui ci si siede. È venuto il momento di imbarcarci. Il padre tira la cinghia sino all’ingresso dell’aeromobile: Trunki è omologata come bagaglio a mano. Il ragazzino vorrebbe continuare a sederci sopra, anche dentro l’abitacolo, ma non si può. Staccata da terra, e riposta nella cappelliera sopra le nostre teste, ridiventa una valigia come tutte le altre. Adesso mamma e papà hanno estratto dalle loro borse un altro gioco per lui. Non possono più distrarsi. Per fortuna all’arrivo c’è di nuovo Trunki.