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 2011  marzo 14 Lunedì calendario

I soccorsi cinesi avviano il disgelo fra i due «nemici» - In divisa rossa, ritti sull’attenti, marziali

I soccorsi cinesi avviano il disgelo fra i due «nemici» - In divisa rossa, ritti sull’attenti, marziali. Così si sono fatti fotografare, all’aeroporto di Pechino, i componenti della prima squadra di soccorso cinese inviata a dare una mano nell’area colpita dalla doppia devastazione di terremoto e tsunami. Sono già al lavoro, nel Giappone nordorientale: 15 uomini diventati ambasciatori di «buona volontà» . I primi nella storia. Non è una mossa scontata quella del presidente Hu Jintao e dal premier Wen Jiabao. I rapporti diplomatici tra Cina e Sol Levante — mai calorosi — sono in crisi da tempo per una disputa territoriale (le isole Senkaku/Diaoyu) e anche per la diffidenza che, in Estremo Oriente, suscita la crescita economica e militare della Potenza Cina. La tragedia di venerdì scorso ha avuto, in questa parte del mondo, l’effetto di stemperare i toni aspri che sovrastano ogni tentativo di comunicazione tra i due Paesi. Dai tempi della Seconda guerra mondiale, nessun premier nipponico ha mai suscitato grandi sorrisi in Cina. Il ricordo dei massacri — in particolare quello di Nanchino (1937) — hanno lasciato cicatrici indelebili, anche a diversi decenni di distanza. Ora, è bene non illudersi: la tragedia non ha azzerato la diffidenza. Però è giusto notare come siano cambiati i toni e la disposizione. «Non possiamo dimenticare l’aiuto fornito dal Giappone durante il terribile terremoto di Wenchuan, nel 2008» , ha scritto per esempio l’accademico cinese Liu Jiangyong sul Quotidiano del Popolo, voce ufficiale del regime. Aggiungendo: «La Cina non si sottrarrà ai suoi doveri di vicino» . Allora, il presidente Hu Jintao in persona aveva voluto ringraziare la squadra di soccorritori inviata da Tokyo a Wenchuan. Ma il gesto dei giapponesi non aveva certo cambiato la storia delle relazioni diplomatiche più delicate di quella parte del mondo. Problemi sulle esportazioni alimentari cinesi nel Sol Levante (una partita di ravioli contaminati con pesticidi), sulla crescita del budget militare (con reciproche accuse) di entrambi i Paesi, infine il litigio sulle isolette nel Mar Cinese Orientale con relativa collisione tra un peschereccio della Repubblica Popolare e una corvetta di Tokyo. Temperatura in ascesa, invettive lanciate in tempo reale grazie a Internet, prospettive di cooperazione chiuse nei cassetti. Ora invece persino la più importante ong cinese, la Blue Sky, sta raccogliendo le adesioni dei suoi membri per organizzare una missione di soccorso in Giappone. Un gesto che, forse, vale più di quello del governo. Paolo Salom