varie, 14 marzo 2011
Yara, il mistero di una X sulla schiena - Chi ha ucciso Yara Gambirasio? «Un tempo si scriveva: la polizia brancola nel buio» (Filippo Facci)
Yara, il mistero di una X sulla schiena - Chi ha ucciso Yara Gambirasio? «Un tempo si scriveva: la polizia brancola nel buio» (Filippo Facci). Venerdì l’anatomopatologa Cristina Cattaneo, che sta eseguendo l’autopsia sul corpo della ragazza, ha consegnato una relazione preliminare, ma il sostituto procuratore Letizia Ruggeri ha precisato che i dati forniti non «permettono di trarre conclusioni certe». Per il risultato definitivo, ha detto, «ho dato 90 giorni agli esperti». [1] La ricostruzione. Alle 18.30 del 26 novembre 2010 Yara Gambirasio, tredicenne di Brembate Sopra, esce dalla palestra della Polisportiva di Brembate e dal quel momento in poi di lei non si hanno più notizie. L’ultima traccia che Yara lascia è un sms scritto e inviato alle 18.55 alla sua amica Martina, nel quale dice, riferendosi a una partita: «Dobbiamo essere lì per le 8». Pochi minuti prima il suo cellulare aggancia la cella telefonica di Mapello, che si trova a pochi chilometri da Brembate. [2] Alle 19 Maura Gambirasio, la mamma, chiama la figlia sul telefonino ma l’apparecchio è muto. [3] Il ritrovamento del corpo. Di Yara non si avranno più notizie fino al 26 febbraio, quando, del tutto casualmente, un appassionato di modellini aerei, tale Ilario Scotti, la trova, esanime, riversa nella mota, in avanzato stato di decomposizione, gettata tra gli sterpi in un campo brullo di Chignolo d’Isola, paese che dista una decina di chilometri da Brembate. [2] L’autopsia. Il corpo è sicuramente rimasto nel campo di via Bedeschi, a Chignolo, dal giorno della morte, quasi certamente il 26 novembre scorso, data del rapimento a Brembate Sopra, fino al 26 febbraio. A non lasciare dubbi è la comparazione delle tracce vegetali e dei pollini prelevati nello stesso appezzamento di campagna ai margini della zona artigianale del paese. Il corpo è rimasto coperto dalla neve per 25 giorni in tutto, in differenti periodi dei tre mesi. E proprio la neve ha sicuramente contribuito a cancellare tracce e a nascondere il corpo. [4] I sei tagli. Sul corpo di Yara vengono trovate sei ferite di arma da taglio: quattro nella parte bassa della schiena, una al collo e una al polso. Le ferite alla schiena fanno pensare a un simbolo: due tagli paralleli in senso orizzontale, inferti nella zona lombare. Altri due che si intersecano fra loro, come a formare una “X”. Non sono stati colpi letali ma non viene esclusa la pista esoterica. Forse i tagli sono stati inferti post-mortem (ipotesi dettata dal fatto che sui vestiti di Yara non sarebbero state trovare tracce evidenti di sangue). [5] Un colpo alla testa. Sicuramente la tredicenne è stata colpita alla testa con un corpo contundente, diverso da quello che le ha provocato le ferite sulla schiena: un sasso oppure un martello, o il calcio di un’arma per esempio. Certo è che il colpo ha provocato un’«ampia lesività contusiva». Forse è stata proprio questa la causa della morte. Il verdetto finale sul decesso della tredicenne però non è ancora stato emesso: gli inquirenti hanno per ora solo escluso l’asfissia [5]. Tracce di Dna. Intanto i Ris di Parma stanno studiando le tracce genetiche rinvenute sui guanti di Yara, trovati nelle tasche del suo giubbotto: si tratterebbe di materiale organico appartenente a due profili diversi, uno maschile e uno femminile. Ma potrebbe trattarsi anche di Dna di familiari o amici venuti a contatto con la ragazza in quei giorni. Nessun segno di violenza sessuale, anche se gli inquirenti non possono neanche escluderla. [5] Il telefonino. Nessuna impronta digitale o traccia sulla sim card e sulla batteria del telefonino che gli inquirenti hanno ritrovato nelle tasche di Yara (mentre l’apparecchio non è stato ancora individuato). Due le ipotesi formulate: o il killer indossava dei guanti oppure ha costretto Yara con la violenza a togliere batteria e sim dal cellulare. [6] Enrico Tironi. I testimoni che si sono fatti avanti finora non sono molti. Il primo si chiama Enrico Tironi, ha 19 anni ed è un vicino di casa di Yara. Mentre tutti la stanno ancora cercando, lui si presenta a Chi l’ha visto? e racconta di aver visto Yara quel 26 novembre, fuori dalla palestra, parlare e scherzare con due uomini (di cui uno slavo) e poi salire su una Citroën rossa rigata a un fianco (Tironi è assasi dettagliato nelle descrizioni). Tironi ritira tutto, e, in seguito, riascoltato dagli inquirenti, riconferma ancora la sua testimonianza. [2] Il furgone bianco. C’è un’altra testimonianza. Una testimonianza della prima ora, rimasta a lungo nell’ombra. È il racconto di una donna che abita ad Ambivere e che dice di aver visto passare, la sera del 26 novembre verso le 19, davanti a casa sua un furgone bianco, di vecchio modello, e avrebbe sentito gridare una voce di ragazza. [7] La telecamera. Un furgone bianco appare anche in alcune immagini trasmesse dal TgCom: siamo a Brembate Sopra, sono le 18.48 del 26 novembre scorso e la telecamera di una banca registra il passaggio di un furgone. Proviene da via Rampinelli in direzione opposta rispetto all’abitazione della tredicenne e rispetto alla palestra. Pochi minuti più tardi, alle 18.32, lo stesso furgone percorre di nuovo le strade del quartiere. Stavolta proviene da sinistra, dall’incrocio con via Gotti. Gli inquirenti però hanno in mano queste immagini da tempo e pare non ci siano stati grandi sviluppi su questa pista. [4] Sotto le unghie. Altri indizi dal corpo di Yara, che forse aiuteranno gli inquirenti a risolvere il mistero, sono i resti di materiale trovato sotto le unghie, quantitativamente scarsi ma importanti: se la tredicenne avesse lottato con il suo assassino, le sue unghie potrebbero aver conservato tracce di Dna. [8] Gli inquirenti hanno a disposizione il Dna di circa quaranta persone, raccolto da carabinieri e polizia durante i primi tre mesi di indagine. [9] (a cura di Lucrezia Dell’Arti) Note: [1] Il Messaggero 11/3; [2] Andrea Di Consoli, il Riformista 1/3; [3] Claudio Del Frate, Corriere della Sera 12/3; [4] L’Eco di Bergamo 11/3; [5] L’Eco di Bergamo 12/3; [6] L’Eco di Bergamo 9/3; [7] L’Eco di Bergamo 5/3; [8] L’Eco di Bergamo 7/3; [9] L’Eco di Bergamo 8/3.