Alessandra Farkas, Corriere della Sera 12/3/2011, 12 marzo 2011
I TRUCCHI DEL GIOVANE FOER CHE ILLUMINANO LA MEMORIA
Dopo solo una settimana dalla sua uscita è già al secondo posto nella classifica dei libri più venduti di Amazon e sta per debuttare nella top 10 dei bestseller del New York Times, che gli ha dedicato la copertina del Magazine, una recensione sdilinquente della (generalmente corrosiva) Michiko Kakutani e addirittura un fondo della temutissima editorialista Maureen Dowd, che di solito si occupa di politica, non di libri. «Moonwalking with Einstein: The Art and Science of Remembering Everything» , opera prima di Joshua Foer, fratello minore di Franklin (direttore di The New Republic) e di Jonathan Safran (autore di «Ogni cosa è illuminata» e «Se niente importa» ) è già un caso negli Stati Uniti. Dove milioni di persone si chiedono come abbia fatto un esordiente di soli 28 anni ad assicurarsi un anticipo di ben 1,2 milioni di dollari,— intascati a scatola chiusa dalla Penguin quando aveva 22 anni — insieme all’opzione per girare un film hollywoodiano. «È chiaro che Foer ha toccato una corda sensibile» , spiega Oprah Winfrey, la Regina Mida dell’editoria Usa col suo book club capace di trasformare in bestseller anche il più oscuro manuale. Anche quello di Foer è un manuale, di brain training, dedicato al tema dell’amnesia collettiva della società nell’era di Internet che, secondo l’autore, «ha indotto l’individuo a subappaltare la propria memoria interna ad archivi e gadget digitali esterni» . Prima dell’avvento di Wikipedia e di Google, la memoria era sinonimo di intelligenza, teorizza Foer, collaboratore di testate quali New York Times, Washington Post, Slate e The Nation, mentre oggi, né la scuola, né la società, ci chiedono più di ricordare nulla «perché tanto tutto quello che abbiamo bisogno di sapere è a portata di click» . Il che spiega come mai in un recente studio del Trinity College di Dublino un terzo degli inglesi sotto i trent’anni non ricorda il proprio numero telefonico di casa. «I gadget hanno eliminato il bisogno di ricordare questi dati» , incalza. Per correre ai ripari Foer offre alcune strategie pratiche. Le stesse che usò lui nel 2006 quando, coadiuvato dal Grand Master britannico Ed Cooke, vinse il più importante concorso mnemonico statunitense, memorizzando un mazzo di 52 carte in un minuto e 42 secondi: un record. I suoi «memory tricks» fanno leva su due principi fondamentali: l’umorismo e l’erotismo. «Il cervello ricorda le immagini visive meglio dei numeri» , spiega, notando come Pietro di Ravenna, autore del più celebre manuale sulla memoria del XV secolo, aveva un trucco infallibile: «Riempire i luoghi del cervello preposti alla memoria con la rappresentazione delle più belle vergini» . Alcuni di questi stratagemmi sono a dir poco bizzarri. Per tenere a mente la lista della spesa, Foer consiglia di sovrapporla a immagini familiari come la casa della vostra infanzia. «Per ricordarsi la ricotta, immaginatevi una vasca strapiena di formaggio molle di fronte all’uscio di casa, con Claudia Schiffer che vi sguazza nel mezzo» . Per memorizzare il famoso mazzo di carte lui ha dato sfogo a fantasie erotiche ancora più sfrenate: «Una dozzina di atti sessuali ancora illegali in alcuni Stati del Sud — ironizza — e un’altra dozzina che dovrebbero essere messi al bando» . Alcuni di questi coinvolgono addirittura membri della sua stessa famiglia. «Gli atti indecenti che la mia povera nonna ha dovuto commettere per aiutarmi a ricordare l’ 8 di cuori sono a dir poco indescrivibili» . A casa Foer, mamma Esther, figlia di sopravvissuti all’Olocausto, e papà Albert, presidente di un think tank, osservano divertiti l’incredibile carriera dei loro tre figli genietti. «Siamo cresciuti in un ambiente culturalmente molto stimolante — ha spiegato Franklin in un’intervista al New York Observer — a tavola si parlava ogni sera di politica, letteratura e simbolismo francese, trovando sempre il modo di ridere anche per qualche barzelletta sulle flatulenze corporee».