varie, 14 marzo 2011
Elsa Morigi, 88 anni. Negoziante in pensione, di Ravenna, costretta sulla sedia a rotelle, da gennaio era accudita dalla badante ucraina Nataliya Shynyan, 31 anni, e non faceva che ripetere ai suoi due figli, di 64 e 61 anni, quant’era contenta di quella ragazza che a suo giudizio era un vero «angelo»
Elsa Morigi, 88 anni. Negoziante in pensione, di Ravenna, costretta sulla sedia a rotelle, da gennaio era accudita dalla badante ucraina Nataliya Shynyan, 31 anni, e non faceva che ripetere ai suoi due figli, di 64 e 61 anni, quant’era contenta di quella ragazza che a suo giudizio era un vero «angelo». La Shynyan, che a sua volta s’era sempre detta felice di lavorare per la Morigi, lunedì mattina spiegò ai parenti che aveva bisogno di tre mesi di permesso per andare in Ucraina ad assistere il figlio di otto anni ricoverato in ospedale. Quelli gli risposero che tre mesi erano troppi e gliene concessero uno. Nel pomeriggio la donna, lamentando un malore, andò in chiesa a pregare e poi, appena rincasata, afferrò un coltellaccio da cucina e infilò la lama più volte nella gola della vecchia, fino a sgozzarla. I vicini di casa, sentendo gridare, chiamarono i carabinieri che sfondarono la porta e videro la badante in piedi davanti alla carrozzella, la lama insanguinata ancora in pugno, che sogghignava. Provarono allora ad avvicinarsi e quella, con l’idea di fuggire, si buttò dalla finestra della sua camera al primo piano, ma capitombolò su una macchina parcheggiata là sotto procurandosi lividi e graffi. Portata al reparto Igiene Mentale dell’ospedale Santa Maria delle Croci, a lungò pronunciò frasi sconnesse alternate a risate isteriche finché, interrogata dal magistrato, spiegò: «Era un demone. Se non l’ammazzavo avrebbe distrutto la mia vita e quella della mia famiglia». Tarda serata di lunedì 14 marzo in un appartamento al primo piano in via Santi Baldini, nel centro storico di Ravenna.