Gianni Santucci, Corriere della Sera 13/3/2011, 13 marzo 2011
MILANO—
Il «salva vita» ha funzionato. Alle 14.46 di venerdì, quando la terra ha cominciato a tremare, tutti i reattori nucleari di Fukushima si sono fermati. «Spegnere» un reattore però non è semplice come togliere elettricità in un appartamento dopo un corto circuito. Il meccanismo genera ancora energia. E bisogna continuare a raffreddarlo. Ecco cosa è mancato: i generatori diesel che permettevano di continuare a pompare acqua hanno retto per un’ora, poi si sono bloccati (forse a causa dello tsunami). Poco più di 24 ore dopo, alle 15 di ieri, una parte dell’edificio del reattore è esplosa. Fumo bianco, ripreso in lontananza dalle telecamere. Immagini che risvegliano inconsce paure dell’incubo nucleare. Ma quando è grave, oggi a Fukushima, il rischio di contaminazione? La prima risposta può venire da un confronto con il disastro di Chernobyl, 1986. La scala internazionale di valutazione degli incidenti nucleari si articola in sette fasce: l’esplosione nell’ex Unione Sovietica era un grado 7 (il massimo); Fukushima è stato classificato a 4 («incidente con conseguenze locali» ). Spiega Marco Ricotti, docente di Impianti nucleari al Politecnico di Milano e membro dell’Agenzia per la sicurezza nucleare italiana: «A Chernobyl il reattore era arrivato a un aumento enorme di potenza, non c’era il contenitore di sicurezza e non ci fu tempo di evacuare le persone; a Fukushima il reattore è spento, c’è il contenitore e c’è stato un periodo adeguato per allontanare la popolazione» . L’impianto investito dal terremoto è di «seconda generazione» (quindi simile a quello italiano di Caorso; oggi siamo a tecnologie di «terza generazione» ) ed è in funzione dal 1971. «Bisogna considerare che gli edifici nucleari del Giappone hanno retto di fronte a un sisma di potenza eccezionale, che va ben oltre le stime di progetto» aggiunge Ricotti. Ma c’è un’altra domanda aperta in queste ore: cosa sta accadendo dentro e intorno al reattore? Quello di Fukushima è un Boiling water reactor e si può immaginare come un enorme circuito elettrico, immerso nell’acqua che lo raffredda e porta via il calore (di solito sotto forma di vapore) che arriva alle turbine e genera elettricità. Se le pompe di raffreddamento si fermano, come è accaduto a Fukushima, il sistema si surriscalda, il vapore aumenta facendo salire la pressione, e nel peggiore dei casi il nocciolo può iniziare a fondersi. Tutto questo accade all’interno di un contenitore di sicurezza, una grande «stanza» di cemento armato che nell’impianto giapponese è spessa un metro e mezzo. La pressione a Fukushima è salita al doppio del normale «e per abbassarla — spiega Ricotti— i tecnici hanno rilasciato per due volte vapore nell’aria. In termini semplici si può pensare allo sfiato di una pentola a pressione. L’obiettivo è mantenere l’integrità del contenitore di sicurezza» . Il vapore liberato nell’aria, pur controllato, è comunque radioattivo. I responsabili dell’impianto sono riusciti anche a spruzzare all’interno acqua di mare e acido borico, una procedura che ha lo stesso scopo dello «sfiato» . A Three Mile Island, Stati Uniti, il nocciolo si fuse durante l’incidente di grado 5 del 1979, ma il materiale radioattivo rimase all’interno della «gabbia» di cemento. Sembra che finora la «stanza» di sicurezza a Fukushima sia rimasta sostanzialmente integra. «Parte del vapore fuoriuscito ha portato con sé idrogeno — continua l’esperto del Politecnico di Milano — che a contatto con l’aria ha reagito provocando l’esplosione (quattro feriti, nell’impianto sarebbe anche morto un tecnico, ndr). Lo scoppio ha distrutto edifici di servizio, non il contenitore di sicurezza» . Il fatto che all’esterno siano stati rilevati isotopi di cesio radioattivo implicherebbe che il nocciolo, almeno in parte, abbia iniziato a fondersi. L’incidente sarà sotto controllo soltanto quando si riuscirà a ripristinare il sistema di raffreddamento. Nella tarda serata di ieri l’Agenzia dell’Onu per l’energia atomica ha comunicato che il livello di radioattività intorno a Fukushima è diminuito, me nello stesso momento sono saltate le pompe di raffreddamento in un altro reattore della centrale. Gli operai investiti dalle radiazioni sono nove. Gianni Santucci