Gianfranco Viesti, La Stampa 13/3/2011, 13 marzo 2011
Premettiamo che è un gioco; ma quel sappiamo di economia ci fa dire che staremmo peggio». Il professor Gianfranco Viesti, docente a Bari e membro del Cerpem, centro di ricerca sull’economia territoriale e industriale, sfata il mito di un Nord che avrebbe potuto fare da solo
Premettiamo che è un gioco; ma quel sappiamo di economia ci fa dire che staremmo peggio». Il professor Gianfranco Viesti, docente a Bari e membro del Cerpem, centro di ricerca sull’economia territoriale e industriale, sfata il mito di un Nord che avrebbe potuto fare da solo. «Senza l’unificazione la nostra industria sarebbe meno forte. Non si nasce esportatori, si diventa. Un mercato interno più grande è stata la condizione per poter affrontare quello estero». L’obiezione è ovvia: ci sono Paesi piccoli e prosperi, come la Svizzera o l’Olanda. «Oppure la Svezia - aggiunge l’economista - che hanno radici molto antiche: ma non sono paragonabili all’Italia come Paesi esportatori, quantomeno per numero di settori industriali. L’Italia, invece, è una grande potenza». Per diventarlo ha percorso un lungo cammino che i nostri «padri» hanno saputo guidare «guardando all’economia, e cioè allo sviluppo, e non comportandosi come si tende a far oggi, da ragionieri». La leva è stata la finanza pubblica. «Dal 1861 è stata possibile una raccolta molto più ampia: la tassazione sulla terra, su tutta la terra d’Italia, ha permesso la costruzione delle ferrovie, sforzo colossale che ha posto le basi per la crescita». Un altro appuntamento con la Storia è negli Anni 50. «Il miracolo economico è stato decisivo; le imprese si sono trovate ad avere molti profitti e molti investimenti grazie alla dotazione di lavoratori, prima del Nord e poi del Sud, a costi relativamente bassi». Quello che gli economisti chiamano «l’esercito del lavoro di riserva» ha vinto la battaglia. E la finanza pubblica, tassando imprese e lavoro, ha consentito al Paese di dotarsi di servizi di livello europeo. Nei primi 50 anni di unificazione il Sud ha finanziato lo sviluppo del Nord, poi il Nord ha finanziato i servizi del Sud. Il conto forse non è così squilibrato, nessuno dei «pezzi» d’Italia ce l’avrebbe fatta da solo. «Pochi giorni fa è morto Rosario Messina, l’imprenditore siciliano che ha creato in Brianza una delle bandiere del Made in Italy. Se fossimo ancora divisi, ci mancherebbero tante cose. E non ci sarebbero i letti Flou».