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 2011  marzo 13 Domenica calendario

MILANO

Il blitz alla fine non c´è stato. Erano in molti alla vigilia del rinnovo dei vertici Telecom a chiedere la testa di Franco Bernabè. Nei suoi tre anni di gestione del colosso telefonico, il manager ha dovuto scontentare parecchia gente, dai mercati finanziari che chiedevano fuochi d´artificio per far risalire il titolo in Borsa, agli operatori alternativi che a più riprese e con l´accondiscendenza del governo hanno cavalcato lo scorporo della rete Telecom.
Ma ciò che incredibilmente ha creato più problemi al manager di Vipiteno e gli ha procurato l´inimicizia più forte è stata la gestione del polo televisivo che fa capo a La7. L´ingaggio di un professionista dell´etere come Enrico Mentana ha fatto letteralmente imbufalire il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, da sempre preoccupato di garantire alle tv di Mediaset il futuro più roseo possibile. E lo share del 10% - raggiunto quasi stabilmente dal Tg di Mentana a danno dei concorrenti Tg1 e Tg5 - è un fatto che Berlusconi fa veramente fatica a digerire. Soprattutto perché La7 è una tv generalista che si rivolge a un pubblico di "moderati", proprio quel bacino di telespettatori che il premier considera più vicino a lui da quando è sceso in campo. Un pubblico che potrebbe crescere ed essere dirottato sulle posizioni del terzo polo o della sinistra quando ci saranno le prossime elezioni.
Ecco perché Berlusconi ha cercato in tutti i modi una via per boicottare la riconferma di Bernabè al vertice di Telecom Italia. Ma non ha potuto contare su Cesare Geronzi, in questo caso, poiché il presidente di Generali si è schierato al fianco di Vincent Bollorè per la piena riconferma del manager che tre anni fa da presidente di Mediobanca aveva contribuito a nominare.
Non è però passata inosservata la discesa in campo del filogovernativo Augusto Minzolini, direttore del Tg1, che per due sere consecutive si è occupato della battaglia al vertice Telecom. La seconda volta confezionando anche un´editoriale di Oscar Giannino, collaboratore di "Panorama". Ma i venti della politica non sono arrivati fino alle stanze di Mediobanca che ha confermato la responsabilità di tutte le partecipazioni e de La7 in capo al presidente esecutivo Bernabè. Il quale continuerà nella sua azione di risanamento del polo tv (la perdita è scesa a 50 milioni), fatta di costi sotto controllo e di conduttori in grado di garantire buona audience. Senza prestarsi a giochetti strani (vedi caso Dahlia) a favore di Mediaset e nella consapevolezza che la tv generalista, come ha detto proprio Bernabè di recente, non è detto faccia parte del core business del gruppo telefonico in futuro.
(g. po.)