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 2011  marzo 12 Sabato calendario

PARIGI SI BATTE CONTRO L´ESTINZIONE DELLE SUE LIBRERIE - PARIGI

Vendere libri è poco redditizio. Non è una novità: negli Stati Uniti le librerie indipendenti non superano le duemila unità e le catene rischiano il fallimento. Oltralpe, non va molto meglio: la Fnac, che oltre ai libri vende dischi e materiale informatico, è in vendita, ma nessuno se la vuol comprare, perché le prospettive di crescita sono considerate inesistenti. E gli indipendenti non stanno meglio: nel 2000, la capitale accoglieva 225 librerie, oggi sono 124. Uccise dagli affitti astronomici, dai marchi di abbigliamento pronti a pagare qualsiasi cifra pur di avere una vetrina su certe arterie, dai supermarket aperti fino a mezzanotte che rilevano a man bassa tutti i fondi commerciali che trovano. Una tendenza che da tre anni il comune di Parigi combatte con una politica accorta: rilevare i locali commerciali di certi quartieri, affittandoli poi per attività di tipo culturale. Una scelta che comincia a dare i primi frutti: nel V e VI arrondissement, i due che accolgono il quartiere Latino, negli ultimi mesi si sono aperte due librerie, altre due sono attese fra qualche settimana. «È una questione di volontà politica: in fondo, è nel quartiere Latino che sono nate le Lettere», dice l´assessore al commercio, la socialista Lyne Cohen-Solal. Una boccata d´ossigeno per un settore sempre sull´orlo dell´abisso: malgrado la grande vivacità del mondo editoriale francese, le librerie restano vulnerabili: margini di guadagno troppo ridotti, spese generali e oneri sociali alti, concorrenza spietata dei siti Internet, sviluppo lento ma costante degli e-book. Del resto, Saint-Germain-des-Près è ormai un quartiere dedicato alla moda anziché ai libri: anche la celebre libreria La Hune dovrebbe lasciare il posto a Vuitton per trasferirsi a poche decine di metri.