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 2011  marzo 12 Sabato calendario

L´INCUBO DI CERNOBYL NELL´IMPERO DELLA SICUREZZA - L´INCUBO

nell´incubo – la possibilità di un disastro nucleare all´interno dell´immane catastrofe del terremoto e dello tsunami – si è materializzato subito. L´incendio in una centrale. Il raffreddamento che si inceppa in un´altra, con il pericolo del surriscaldamento e della fusione del nucleo - come a Cernobyl - e la conseguente evacuazione di migliaia di persone. L´inondazione che potrebbe arrivare dalla rottura di una diga. Nel dramma, i sistemi di sicurezza nucleare giapponesi hanno funzionato, ma non perfettamente: la radioattività sta salendo in una centrale e c´è stata una fuoriuscita di materiale radioattivo. Sono, a quanto pare, fenomeni contenuti. Nessuna Cernobyl, insomma. Ma il terremoto ha esposto la fragilità di quei sistemi di sicurezza e la percentuale di rischio che comportano.
Nonostante si trovi in una regione ad alto rischio sismico, il Giappone è una delle grandi potenze del nucleare civile, con 55 reattori in funzione e altri 11 in costruzione. Attualmente, il 30 per cento dell´elettricità giapponese è generata dall´atomo. Le scosse stesse hanno fatto scattare l´arresto automatico, come previsto, di 11 reattori nella regione colpita dal sisma. Le autorità ne hanno poi fermati altri nove. I problemi, però, sono cominciati dopo. Prima un incendio nella centrale di Onagawa, rapidamente domato. Poi, la vera emergenza: il mancato raffreddamento di un reattore nella centrale Daiichi di Fukushima, nel cuore dell´area colpita dal terremoto. Il governo è stato costretto a dichiarare l´emergenza: 3 mila persone, tutte quelle che abitavano in un raggio di 3 chilometri dalla centrale, sono state rapidamente evacuate, perché il rischio era altissimo.
Fermare un reattore, infatti, non basta. Occorre raffreddare le barre di uranio, Il pericolo è che raggiungano la temperatura di fusione e il materiale radioattivo coli verso il basso. Al contrario che a Cernobyl, sul fondo del reattore di Fukushima c´è una vasca di acciaio che impedisce all´uranio di fuoriuscire e disperdersi nel terreno. Ma il pericolo è ugualmente grave, anche perché c´è la possibilità che la vasca di acciaio - colata in un´unica enorme fusione, proprio per assicurarne la tenuta stagna - sia stata compromessa dalle scosse del terremoto, che potrebbero aver aperto crepe nella struttura.
A Fukushima, però, uno dei generatori diesel che pompa l´acqua di raffreddamento nel reattore si è inceppato. C´è voluta un´ora, prima che i tecnici riuscissero a mettere in funzione una pompa a batteria e cominciare a ripristinare il livello di acqua all´interno del reattore. La situazione, però, rimaneva critica.
Alla fine, come ha confermato il segretario di Stato, Hillary Clinton, sono dovuti intervenire gli americani. Da una delle basi Usa in Giappone è partito un aereo che ha trasportato a Fukushima uno speciale liquido refrigerante, le cui scorte, nell´impianto giapponese, erano terminate.
Ma è ancora presto per dire che il reattore è tornato sotto controllo. Le ultime notizie dicono che la radioattività nell´edificio che ospita il reattore, nonostante la ripresa del raffreddamento, continua a salire oltre il livello normale. Sapremo nelle prossime ore se l´innalzamento della radioattività nelle adiacenze del reattore è solo l´effetto ritardato, temporaneo e contenuto, del mancato raffreddamento, o se deve scattare l´allarme Ma, intanto, la stessa centrale Daiichi ha sfiorato un altro incubo, opposto, ma ugualmente letale, a quello del raffreddamento del reattore. In questo caso, troppa acqua, invece che troppo poca. Nella stessa area di Fukushima, infatti, una diga, lesionata dalle scosse, ha ceduto, inondando la valle sottostante. Si parla di case travolte e di centinaia di morti. Non pare che la centrale nucleare sia interessata da quest´altra tragedia. Ma se una piena d´acqua arrivasse sull´impianto, gli effetti sarebbero devastanti. In questo caso, più che il reattore, il problema sarebbero le barre d´uranio spente, ma ancora altamente radioattive, cioè le scorie, immagazzinate nell´area della centrale: l´acqua trascinerebbe con sé la loro radioattività.
Anche se il reattore di Fukushima tornerà sotto controllo e non ci saranno altri incidenti, il capitolo nucleare del terremoto di ieri è, tuttavia, appena iniziato. Il problema sarà accertare che le scosse non abbiano intaccato le strutture della centrale, compromettendone la sicurezza. E´ un lavoro lungo. Nel 2007, un terremoto investì la centrale di Niigata, non lontano da Tokyo.
Ci fu una fuga di radioattività - anche se, assicurano, lieve - ma il risultato fu che la centrale, la più grande del mondo, rimase chiusa per due anni. Il nodo è la tolleranza sismica che viene definita nella progettazione.
Ed è un nodo che interessa anche l´Italia, che ha anch´essa una lunga storia di terremoti. Questa tolleranza non può essere infinita. Nel caso di Niigata, la centrale fu costruita per resistere senza problemi ad un terremoto di 6 gradi della scala Richter. Il problema è che il terremoto del 2007 fu di 6,8 gradi. Nella scala Richter, un grado in più significa un sisma trenta volte più forte. Se Fukushima è stata costruita per reggere un terremoto a 7 gradi, quello di ieri, magnitudo 8,9, è stato mille volte più devastante del previsto. Bisognerà vedere quali sono state le conseguenze.