Marco Lo Conte, Il Sole 24 Ore 12/3/2011;, 12 marzo 2011
I TITOLI DEI RIASSICURATORI PAGANO IL CONTO
Alla fine le più penalizzate in Borsa sono state le compagnie di riassicurazione, quelle che aiutano gli assicuratori ad assorbire le richieste di danni rivendicate dai clienti finali. I tre colossi europei del settore hanno subìto ieri perdite consistenti su tutti i listini azionari: Munich Re è scesa del 4,28%, Swiss Re del 3,54% e Hannover Re del 5,28%; meno consistenti i ribassi dell’indice europeo del settore assicurativo, sceso poco più di due punti percentuali. Secondo le prime stime, le devastazioni di ieri in Giappone impatteranno per circa il 5% sui bilanci delle società di riassicurazione secondo James Shuck, analista assicurativo del broker Jefferies: «Ci aspettiamo nell’immediato della catastrofe giapponese un sobbalzo dei costi ma non sufficiente per provocare un’inversione del ciclo per l’industria», ha affermato. Non a caso i titoli del settore si sono mantenuti, con qualche eccezione, poco sopra il -5%: i mercati - pur nell’incertezza di definire in queste ore danni e conseguenze per il comparto assicurativo – si mostrano non eccessivamente preoccupati per il settore considerando che l’entità delle devastazioni è tale da non incidere in modo drastico sui bilanci delle compagnie. «Dopo gli attacchi alle torri gemelle – ricorda Andrea Manzitti, consigliere d’amministrazione del broker assicurativo Guy Carpenter – i titoli riassicurativi scesero ma poi rimbalzarono sulla scia dei rialzi dei costi di riassicurazione».
Lo stesso Ceo di Munich Re, Nikolaus von Bomhard ha stimato al massimo in 2 miliardi di dollari l’esborso per la sua compagnia, che pesa per poco meno di un quarto dell’intero mercato. I dieci miliardi di costi risulterebbero nettamente inferiori agli oltre 40 miliardi sborsati dai riassicuratori in occasione dell’uragano Kathrina, che il settore ha riassorbito in poco tempo. Settore che – si stima - sborserà quindi una cifra non troppo lontana rispetto a quanto accaduto dopo il terremoto che ha quasi raso al suolo il mese scorso Christchurch, in Nuova Zelanda: a tre settimane dal sisma le stime parlano di 12-20 miliardi di dollari a carico dei riassicuratori che, lo ricordiamo, in eventi come quello che ha distrutto Sendai ieri e messo in allarme le popolazioni che si affacciano a tutto l’Oceano Pacifico, sostengono una quota oscillante tra il 70 e l’80% dei costi complessivi.
L’entità della catastrofe di ieri per il momento ha contorni ancora poco definibili; a rendere complicato il calcolo dei danni per il settore riassicurativo è il fatto che la catastrofe ha interessato una pluralità molto ampia di settori assicurati: dall’industria marittima, agli immobili, l’aviazione, l’industria, le raffinerie, i danni per le persone, gli incendi; per non parlare dello spegnimento delle centrali atomiche e del deficit energetico provocato. Al netto di altri eventi devastanti, che nella prossima fase i geofisici non escludono.