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 2011  marzo 12 Sabato calendario

E tra i pm scoppia la rissa per processare Berlusconi - L’imputato è uno so­lo, i processi sono quattro, il tempo a disposizione è poco

E tra i pm scoppia la rissa per processare Berlusconi - L’imputato è uno so­lo, i processi sono quattro, il tempo a disposizione è poco. Insomma: inevitabilmente, qualcuno dei processi mila­nesi a Silvio Berlusconi an­drà avanti velocemente, qual­cun altro più piano. Così per decidere a chi tocca la prece­denza si rischiano le sgomita­te tra pubblici ministeri. Da una parte c’è il pm Fabio De Pasquale, che vuole a tutti i costi portare avanti a tappe forzate il processo per la vi­cenda Mills, che si prescrive all’inizio dell’anno prossi­mo. Dall’altra c’è il procurato­re aggiunto Ilda Boccassini, convinta che il vero terreno dello scontro con il Cavaliere sia il processo per l’affare Ru­by, che inizia il 6 aprile, e pre­tende una corsia preferenzia­le. Uno dei due pm dovrà, in qualche modo, fare un passo indietro. E, se proprio biso­gna fare una previsione, è im­probabile che sarà la Boccas­sini. La situazione - abbastanza insolita- di due pubblici mini­steri che­si contendono un im­putato si riverbera, inevitabil­mente, sull’udienza di ieri, che segna la ripartenza - do­po il lungo stop per la legge sul legittimo impedimento ­del processo a Berlusconi per la presunta corruzione del­l’avvocato inglese David Mil­ls. A celebrare il processo il giudice Francesca Vitale, che nelle scorse settimane ha chiesto invano di venire sosti­tuita da un altro magistrato. Ai giudici i difensori di Berlu­sconi, Niccolò Ghedini e Pie­ro Longo, depositano la lette­ra con cui il presidente del Consiglio comunica la sua in­tenzione di essere in genere presente in aula, ma ieri spie­ga di essere impegnato a Bru­xelles. A quel punto la Vitale fissa il calendario delle prossi­me udienze, e iniziano i pro­blemi: perché si scopre che il processo Mills si fermerà per un mese e mezzo, dal 21 mar­zo al 9 maggio, per lasciare spazio al processo «Ruby». De Pasquale insorge. Si al­za e ricorda di avere scritto al tribunale segnalando la ne­cessità di fare in fretta. La Vita­le gli risponde bruscamente di avere letto la sua lettera in quanto è finita sui giornali: e dal tono si capisce che non ha apprezzato la cosa. De Pa­squale: «La prescrizione è prossima, bisogna fare in tempo anche ad andare in ap­pello e in Cassazione. Chiedo che venga fissa­ta una road map . Se il 18 luglio posso fare la requisitoria ce la fac­ciamo ». Vitale (sem­pre più seccata): «E chi può dirlo?». De Pasquale: «Ci sono dei testimoni che han­no già detto che non in­tendono venire in Italia, per accelerare i tempi possia­mo iniziare le pratiche per la rogatoria nel Regno Unito» Vitale: «Sono dichiarazioni di due anni fa, magari hanno cambiato idea. Magari han­no comprato una villa in Ita­lia e vogliono venire a farsi il weekend» De Pasquale: «Non è una circostanza fre­quentissima ». Vitale: «In que­sto processo potrebbe succe­dere ». De Pasquale: «La pros­sima udienza cerchiamo al­meno di cominciarla alle no­ve ». Vitale: «Prima delle nove e mezza è impossibile». Scintille, insomma: dove è palpabile la tensione di un pm, De Pasquale, che teme di vedere inabissare il processo cui ha dedicato sette anni di lavoro.Appena l’udienza fini­sce, De Pasquale torna al quarto piano per cercare di parlare con il suo capo, Ed­mondo Bruti Liberati: ma c’è già dentro Ilda Boccassini, che ha appena incontrato ­con le porte aperte, in un cli­ma apparentemente disteso - Ghedini e Longo, cui ha con­segnato una scatola di cd con altre prove raccolte nell’affa­re «Ruby». E a De Pasquale tocca aspettare. La sostanza, d’altronde, è semplice. La decisione della Corte Costituzionale ha la­sciato in piedi, anche se solo in parte, la legge sul legittimo impedimento.L’incontro del­la settimana scorsa tra gli av­vocati di Berlusconi e Livia Pomodoro, numero uno del tribunale milanese, ha pro­dotto una intesa oggettiva­mente ragionevole: il capo del governo dedicherà ai pro­cessi milanesi tutti i lunedì, e nel caso che qualche lunedì debba saltare, accetterà lo spostamento al sabato. La Po­modoro, che è una donna sensata, sa che più di questo non si può pretendere. Ma di lunedì, purtroppo, ce n’è so­lo uno alla settimana. In alcuni casi si potrà cerca­r­e di spezzare in due la giorna­ta: un processo alla mattina, e uno al pomeriggio. Ciò non toglie che la scelta di fare i quattro processi a Berlusconi tutti insieme si sta rivelando, dal punto di vista pratico, di difficile gestione.