Giudo Olimpio, Corriere della Sera 7/3/2011, 7 marzo 2011
LA STRATEGIA DEL RAIS E I PICK-UP SIMBOLO DELLA GUERRA DEL DESERTO
Camioncini robusti e affidabili. Pick up armati di mitragliatrici. Sono i «muli da guerra» — spesso Toyota Hillux — usati dagli insorti per trasferire uomini e munizioni. Hanno bisogno di poca manutenzione, sono ideali negli scontri all’interno dei centri abitati e abbastanza veloci per coprire le lunghe distanze. La logistica per sostenere questo parco macchine è ridotta al minimo, qualsiasi meccanico le può rimettere a posto magari cannibalizzando i pezzi di ricambio dei mezzi fuori uso. Anche i filo-Gheddafi li hanno impiegati nel fallito assalto contro Brega, aggredita con una colonna di 50 veicoli. Ma sono stati respinti. Un’operazione ripetuta, nei giorni scorsi, a Zawiya con l’incursione di una mezza dozzina di pick up. Bloccati dal fuoco degli oppositori i miliziani del regime hanno allora mosso blindati e tank. Nelle ultime ore nel centro di Zawiya sono apparsi i carri armati che hanno causato molte vittime tra i difensori e la popolazione. Un volume di fuoco che garantisce, in alcune zone del Paese, la superiorità ai seguaci del Colonnello. Probabilmente i lealisti non dispongono di un numero sufficiente di porta-carri in grado di trasferire i tank su un fronte che non esiste e dunque si sono accontentati delle carovane di pick up. Stessa situazione per i ribelli che, tra l’altro, hanno corazzati «datati» e non in perfetto stato. Così preferiscono trasformarli in punti di difesa all’esterno delle località liberate. Considerazioni tattiche e possibilità di acquistarle a buon mercato hanno trasformato i camioncini armati in un simbolo dei conflitti africani. Gheddafi, durante la campagna in Ciad, aveva dotato la sua «legione» di dozzine di fuoristrada, molti dei quali sono poi caduti in mani nemiche. A Sud, nella zona sahariana, hanno sostituito i cammelli dei tuareg e sono diventati letali nelle mani di Al Qaeda che ricorre alle Toyota nei raid per catturare ostaggi e nel contrabbando. Nelle tante battaglie di Mogadiscio le diverse fazioni si sono scambiate colpi dalle famose «tecniche» : jeep vere e qualche volta poco più di quattro ruote, un telaio e un cannoncino. Mezzi rustici in confronto ai caccia sofisticati ma sufficienti per ammazzare il nemico. In fondo, in questi anni, la vera arma di distruzione di massa è stato un fucile semplice e poco costoso. Il Kalashnikov.