LIANA MILELLA , la Repubblica 11/3/2011, 11 marzo 2011
PRIORITÀ DELLE INDAGINI DECISA DAI POLITICI IL CSM SI SDOPPIA, PM E GIUDICI "RIVALI" - ROMA
Più che di bilancia riequilibrata, come la mostrano Berlusconi e Alfano, l´immagine che viene in mente per la riforma della giustizia è di una tenaglia che progressivamente si stringe sui magistrati. Su un´impugnatura ci sono il ministro Guardasigilli e il Parlamento, sull´altra i nuovi poteri che condizioneranno la vita e le investigazioni dei giudici. I 18 articoli rivelano una storia di erosione di spazi e poteri, di sottomissione all´esecutivo. Sarà questo il nodo in Parlamento: se la riforma, per i mutamenti che comporta, è compatibile con il resto della Costituzione. Il perché è presto spiegato.
Si separano le carriere dei giudici e dei pm. Ma non solo. Si scinde in ben tre "pezzi" il Csm, l´attuale organo di autogoverno. Di quello attuale non resta nulla. Un Csm per i giudici, uno per i pm e un´Alta corte per processare le toghe che sbagliano. Perduta la maggioranza dei due terzi garantita nell´attuale Csm. Metà toghe, metà laici. Togati nominati dopo un sorteggio tra gli eleggibili. Decide il caso, non le storiche, ma demonizzate correnti della magistratura. Nessun potere, né di analizzare e criticare le leggi, né di tutelare i colleghi. Mera amministrazione delle carriere. Non bastasse, ecco «la responsabilità diretta degli atti compiuti al pari degli altri funzionari e dipendenti dello Stato». Toghe sotto schiaffo, definitivamente.
Che ne sarà dell´azione penale, delle inchieste, della possibilità di scoprire i reati? È l´altra faccia della riforma. Dove la politica prevale sui giudici. Il Guardasigilli riscrive per sé l´articolo 110 della Costituzione. Dov´era scritto «ferme le competenze del Csm gli spettano l´organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia», ecco che «gli spetterà la funzione ispettiva». La punizione delle toghe. Di più: «Egli riferisce alle Camere sullo stato della giustizia, sull´esercizio dell´azione penale, sull´uso dei mezzi d´indagine». Potentissimo il futuro Guardasigilli. Di fissare anche la "lista dei reati", poi votata dal Parlamento, cui i magistrati dovranno attenersi. Morta l´obbligatorietà dell´azione penale. A questo pm con le mani legate si toglie anche la polizia giudiziaria che, dipendente dal ministero dell´Interno, farà indagini per suo conto. E si toglie pure la possibilità di presentare appello nel processo di primo grado qualora risulti sconfitto. Una remora i nuovi costituenti l´hanno avuta, visto che «i principi della legge non si applicano ai processi in corso». Finché vive, l´attuale Csm sarà libero di tutelare appieno i magistrati, e i pm di dare direttive puntuali alla pg. Poi comincerà un´altra storia.