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 2011  marzo 10 Giovedì calendario

Arriva la lista “Robinson” contro i pirati del telefono - Poche cose danno fastidio come ricevere sul telefono di casa o sul cellulare telefonate in cui degli operatori (probabilmente pagati una miseria, e per niente felici di disturbare il prossimo

Arriva la lista “Robinson” contro i pirati del telefono - Poche cose danno fastidio come ricevere sul telefono di casa o sul cellulare telefonate in cui degli operatori (probabilmente pagati una miseria, e per niente felici di disturbare il prossimo...) propongono mirabolanti offerte commerciali, sconti, proposte di acquisto. Chi ha la ventura - come casalinghe o pensionati - di trascorrere molto tempo a casa, si trova spesso a doverne subire diverse in rapida sequenza. Dal 1˚ febbraio è però entrato in vigore il nuovo sistema per regolamentare il telemarketing. Anche se le associazioni dei consumatori avrebbero preferito un meccanismo basato sull’«opt-in» (in cui l’utente deve dichiarare di voler accettare le chiamate commerciali), il governo e la maggioranza hanno scelto il sistema dell’«opt-out». L’utente che non vuole seccature deve registrarsi sul Registro Pubblico delle Opposizioni (consultabile e utilizzabili via Internet all’indirizzo http://www. registrodelleopposizioni.it/). E l’Autorità Garante delle Privacy avrà il compito di vigilare sul sistema, colpendo con sanzioni pesanti chi viola le regole. Il provvedimento sta uscendo nella Gazzetta Ufficiale e prescrive obblighi di informazione per i gestori telefonici. Sì, perché il problema è che per essere protetti dal disturbo i cittadini devono sapere, e iscriversi nella lista «Robinson» dei numeri protetti. La Privacy ha imposto così alle compagnie telefoniche di avvisare sia gli utenti che stipulino un nuovo contratto sia i vecchi abbonati che se lo desiderano possono essere inseriti nel Registro. Nei prossimi mesi, dunque, si vedrà sulla bolletta telefonica un’informativa. Iscriversi al Registro è facile: andando sul sito è possibile compilare un modulo, ma si possono usare anche email, raccomandate e fax. O il numero verde 800.265.265. A quel punto chi vuole fare campagne di telemarketing dovrà contattare con 15 giorni di preavviso il Registro, e consegnare la lista dei numeri di telefono che si intende contattare. Il Registro cancellerà i numeri «protetti». Se un utente «protetto» riceve lo stesso la chiamata, il telemarketer può subire una multa da 30mila euro per ogni chiamata irregolare, fino a 300mila euro. Basterà una segnalazione al Garante della Privacy, indicando ora e oggetto della campagna pubblicitaria e possibilmente l’interlocutore. Per gli utenti non inseriti nel registro, comunque, sono stati fissati limiti per gli orari e i giorni in cui effettuare le chiamate; l’operatore dovrà comunicare come è venuto a conoscenza del numero e per conto di chi chiama. E se un abbonato chiede di non essere più disturbato, l’azienda dovrà rispettarne la volontà anche se non è iscritto nel Registro. Attenzione, però: restano legittime tutte le chiamate commerciali per cui in passato si sia dato un consenso scritto o registrato agli operatori. Un discorso che vale anche per i dati raccolti ad esempio con le tessere sconto dei supermercati, dati che possono essere venduti ad altri operatori. Anche per questa ragione le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori però hanno espresso dei dubbi sull’efficacia del nuovo meccanismo. *** «Chi trasgredisce sarà punito con multe anche da 300mila euro» domandea [R. GIO.] 3 Francesco Pizzetti Garante della Privacy Francesco Pizzetti, Garante della Privacy: finalmente si interviene sul fastidiosissimo telemarketing. «Credo sia la più clamorosa, diffusa, permanente violazione della privacy, nonché di un minimo di buona educazione che avviene in Italia da anni. È uno dei segni più diffusi e generalizzati di inciviltà. La chiamata telefonica indesiderata è pervasiva, facile da organizzare in modo massivo. Ed è un fenomeno che ha un’aggravante notevole, perché ingenera uno stato di ansia nel chiamato». Il nuovo regime si fonda su un registro in cui chi non vuole seccature deve farsi inserire, l’«opt-out». Le associazioni dei consumatori avrebbero preferito l’«opt-in»... «È un vecchio tormentone, prima avevamo l’opt-in ma le telefonate arrivavano. Il fenomeno è molto difficile da stroncare, anche per la difficoltà di irrogare sanzioni adeguate, ora superata». Sanzioni salate? «È bene che adesso si sappia che una volta accertate le violazioni, potremo arrivare anche a 300mila euro di sanzione. È un’esperienza che comincia ora, la sperimenteremo nel corso di quest’anno, ma credo che il meccanismo consenta maggiore efficacia nell’accertamento delle violazioni».