Federico Rampini, la Repubblica 11/3/2011, 11 marzo 2011
MURDOCH, I SUOI PRIMI 80 ANNI
«Information does not want to be free». E´ il Verbo di Rupert Murdoch, che oggi compie 80 anni. Quella frase pronunciata pochi giorni fa per lanciare la sua nuova creatura, The Daily, cattura l´ambivalenza del più potente magnate mondiale dei mass media. L´informazione non vuole essere "free", nel senso di gratuita? O "libera"? A un età in cui la maggioranza si gode la pensione, Murdoch non è solo all´apice della sua espansione (con il controllo totale di Sky), e appassionato di nuovi progetti come il "giornale fatto solo per l´iPad". E´ anche capace più che mai di eccitare passioni bipolari: odio estremo, ammirazione sconfinata.
L´America si scopre ossessionata da quest´uomo, gli rimprovera un potere politico perverso; e gli riconosce una fede tenace nel futuro dell´informazione. Ricorre un altro anniversario: 35 anni fa Murdoch sbarcò qui a New York, provinciale australiano. Nel 1976 New York sprofondava sottoterra. Omicidi a Central Park, crimini dilaganti, disoccupazione da Grande Depressione. Murdoch intuì come pochi altri una metropoli pronta a rinascere. Un terzo di secolo dopo, Business Week calcola che «in ogni istante della giornata, almeno una famiglia americana su 4 sta guardando le sue tv o i suoi film, leggendo i suoi giornali o libri della sua casa editrice». Su The New York Magazine Jonathan Mahler si arrende: «Questa è diventata la sua città, noi siamo solo residenti».
A 80 anni tutti i sogni sono diventati realtà per il provinciale partito da Adelaide. Iniziò espugnando l´ex potenza coloniale inglese. Schiantò i sindacati dei tipografi di Fleet Street, diventando uno degli "arieti" della deregulation. Conquistò la stampa popolare (The Sun) e la testata-simbolo dell´establishment londinese, The Times. Divenne il deus ex machina dei due leader più influenti della storia inglese recente, Thatcher e poi Blair. Malgrado gli scandali (le intercettazioni illegali compiute dal suo News of the World hanno mandato in carcere un reporter e costretto alle dimissioni un direttore) è in Gran Bretagna che arriva a compimento oggi un progetto grandioso. Con il nulla osta del governo Cameron per comprarsi il controllo assoluto di Sky, Murdoch realizza il sogno di offrire in una sola "scatola" l´offerta più integrata del mondo mediatico: dai giornali ai film ai libri alla cable-tv, tutti i contenuti immaginabili sono a disposizione via satellite o Internet cliccando un solo pulsante e pagando un solo padrone: lui.
L´America resta il suo palcoscenico più grande. La Fox è la prima cable-tv ad avere spezzato il dominio delle tre grandi reti generaliste (Abc, Cbs, Nbc) nel prime time dei tg serali. Ha stracciato Cnn. Ha circuito un´antica famiglia dell´establishment newyorchese che lo disprezzava cordialmente, i Bancroft, seminando la zizzania nei loro ranghi fino a farsi vendere il Dow Jones con dentro la "gemma" del reame, The Wall Street Journal. Tra questo grande giornale e la Fox, la sua influenza sul partito repubblicano è soverchiante. Il fenomeno del Tea Party, il movimento populista anti-tasse e anti-Stato che ha portato la destra alla vittoria nelle legislative di novembre, gli deve quasi tutto: dallo spazio tv, ai capi-popolo Glenn Beck e Sarah Palin, tutti a libro-paga di Murdoch. Finora ciascuno dei candidati repubblicani alla nomination presidenziale del 2012 è "targato Fox" nel senso letterale: prendevano lo stipendio da Murdoch sia Newt Gingrich che Mike Huckabee e Rick Santorum.
Per chi ha a cuore la libertà di stampa, è uno spettacolo deprimente. Eppure Murdoch è anche un´altra cosa. Da mesi è tornato a fare il "redattore capo", tutti i giorni al lavoro nei locali della sua nuova creatura: The Daily, il primo giornale soltanto per l´iPad. Solo in formato digitale, quindi, ma un vero giornale. Con 100 reporter assunti apposta, contenuti originali, l´ambizione di parlare, «a una generazione istruita e sofisticata che non legge più la carta né guarda la vecchia tv». Un giornale bipartisan, anzi a-partisan, molto diverso dalla Fox e dal Wall Street Journal (non uno dei reporter è stato preso dalle altre testate del gruppo). Un prodotto a pagamento, con cui Murdoch alleato a Steve Jobs porta l´affondo nell´offensiva contro la gratuità di Internet, l´altra sua battaglia del momento. A 80 anni è così indaffarato - a scegliere il prossimo presidente Usa, a decidere il futuro dell´informazione - che gli sfugge solo un piccolo problema: la successione. Con i tre figli del secondo matrimonio - James, Lachlan, Elisabeth - si alternano liti e riappacificazioni. La terza moglie, l´ambiziosa cinese Wendi Deng, gli legge le e-mail «perché lui non sa usare il computer». E forse anche per altre ragioni. La questione del dopo-Murdoch non è risolta. E´ rinviata al 90esimo compleanno?