M. Sen., Corriere della Sera 11/3/2011, 11 marzo 2011
GLI 007 DEL FISCO CERCANO EVASORI ANCHE SU FACEBOOK
Fate sparire le foto della vacanza alle Maldive, della megafesta di matrimonio, del vostro fiammante bolide a quattro ruote, o del cavallo, se ce l’avete. Meglio essere prudenti perché, dopo esser diventata una delle principali cause di divorzio in Italia, Facebook potrebbe trasformarsi presto in una trappola mortale per gli evasori o presunti tali. L’Agenzia delle entrate, l’istituto pubblico che si occupa della lotta all’evasione, sta infatti seriamente pensando di utilizzare il social network più diffuso su Internet per i suoi accertamenti fiscali. Gli agenti delle imposte, domani, potrebbero chiedervi conto dell’acquisto della nuova casa annunciato agli amici, dei gioielli sfoggiati nelle foto dei vostri profili e così via. «Ci stiamo pensando» ha confermato ieri il direttore dell’Agenzia, Attilio Befera, conversando con i giornalisti alla presentazione della serie di francobolli per i 10 anni delle Agenzie fiscali. La decisione deve ancora essere presa, ma la prospettiva, per gli 007 del fisco a caccia di evasori, è allettante. «È tutto da vedere, siamo ancora alle prime riflessioni. Tra una decina di giorni faremo una scelta» , spiega Befera. Passasse l’idea, Facebook si aggiungerebbe al già nutrito ventaglio di strumenti a disposizione dell’Agenzia delle entrate, ormai sempre più simile a un "Grande fratello", per gli accertamenti sintetici del reddito, che servono a stanare chi spende molto più di quello che guadagna. O meglio, che dichiara di guadagnare. Armi decisamente "non convenzionali", come gli elenchi dei clienti delle grandi gioiellerie, delle scuole private più costose, dei porticcioli turistici, dei circoli ippici, dei centri benessere più esclusivi, minuziosamente raccolti dall’Agenzia delle entrate e dalla Guardia di finanza nei mesi scorsi. «Gli strumenti ormai li abbiamo, dobbiamo solo lavorare» spiega Befera, convinto che «con un rafforzamento dei controlli sia possibile sconfiggere in dieci anni l’evasione fiscale, che sottrae 120 miliardi di euro l’anno all’economia italiana. I risultati degli ultimi anni, su questo fronte, sono molto positivi: solo l’anno scorso sono stati incassati (tra evasione fiscale e contributiva) 25 miliardi di euro, anche se Befera sottolinea che «non c’è nessun tesoretto da spendere» . Il recupero dell’evasione e il conseguente aumento del gettito tributario era già previsto dal bilancio 2010. «Il recupero però è strutturale, e si può decidere come impiegare questi fondi in futuro» aggiunge il direttore dell’Agenzia, spiegando che a metà aprile verrà messo a punto il nuovo «redditometro» , l’arma principale per confrontare spese reali e redditi. «Abbiamo tempo e vogliamo uno strumento forte ed esente da critiche» dice Befera. Una volta messo a punto, il programmino informatico che farà emergere le "anomalie"nella dichiarazione dei redditi, sarà messo online, perché ciascuno possa verificare la propria posizione rispetto al fisco.