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 2011  marzo 11 Venerdì calendario

GIUSTIZIA, DUE CSM E CARRIERE SEPARATE

All’ultimo minuto, nella riforma della Giustizia è stato inserito un articolo 17 che rappresenta la ciliegina sulla torta confezionata dal governo: «I principi contenuti nella presente legge costituzionale non si applicano ai procedimenti penali in corso alla data della sua entrata in vigore» . Come dire che la «grande riforma» , nelle intenzioni del Pdl, vuole essere lontana anni luce dalle polemiche sulle leggi ad personam e sui processi in cui il premier è imputato: «Qui si tratta di ristabilire la parità tra accusa e difesa perché questo testo è il frutto di una visione del sistema giudiziario che pone al centro il cittadino» , sintetizza il ministro Angelino Alfano, che ieri ha vissuto una giornata da vera star. Applauso al termine del Consiglio dei ministri, conferenza stampa a Palazzo Chigi con il premier, intervento al Senato al convegno «Magna Charta» di Gaetano Quagliariello, gran finale a «Porta a porta» . Una corsa contro il tempo, quella del ministro, per dire che «sopra il pm e il cittadino (imputato) ci sarà il giudice, che sarà tale, cioè davvero terzo e indipendente, solo se non sarà più collega del pubblico ministero» . Quindi, si proceda con la separazione delle carriere e con la creazione di due Csm. — che la riforma sia epocale lo ha confermato il presidente del Consiglio — affermando che la sua mancanza ha condizionato un ventennio, lungo da Tangentopoli «all’attuale tentativo di delegittimare per via giudiziaria il governo in carica» — mentre al Guardasigilli Alfano è toccato mettere le mani avanti per il futuro: «Questo testo non è il Quinto Vangelo... Ci saranno tempi e modi per reimpostare l’architettura del sistema giudiziario... Noi offriamo una occasione unica al Parlamento, e per questo consegnerò personalmente il testo ai leader delle opposizioni, ma presto si vedrà in Aula chi combatte la sacra guerra per lo status quo e chi, come noi, combatte per la modernizzazione del sistema» . La riforma, prevede Alfano contando i quattro passaggi previsti per le leggi costituzionali, verrà approvata a fine legislatura e probabilmente verrà sottoposta a referendum confermativo» . Per questo, la grande campagna che ha per logo una bilancia che torna in equilibrio dopo aver sbandato dalla parte dell’accusa (pare che l’idea sia stata suggerita da Berlusconi) è già iniziata e prevede il suo picco per la campagna elettorale del 2013. Intanto, però, la partenza sarà lenta. Il testo verrà presentato in Parlamento soltanto tra due settimane perché manca ancora la relazione di accompagno che traccerà un percorso storico per giustificare le scelte di oggi: la Costituzione del ’ 48, il tentativo fallito della Bicamerale presieduta da Massimo D’Alema, le scelte odierne che ripercorrono gli stessi temi. Non si è capito, poi, se l’iter parlamentare inizierà dal Senato o dalla Camera. Contrariamente a quanto detto negli ultimi giorni, la palla dovrebbe passare in prima battuta dall’aula di Montecitorio che, già a fine aprile, potrebbe licenziare processo breve e intercettazioni. Il cammino della riforma dipende da quanto ampia è la parte trattabile (soprattutto per recuperare i voti dell’Udc). Ed è legata anche al destino delle leggi ordinarie sulla giustizia che potrebbero intralciare la marcia della legge costituzionale con continue imboscate dell’opposizione. Lunedì, per esempio, arriva in Aula una proposta di legge di Manlio Contento (Pdl) che Donatella Ferranti del Pd considera «l’ennesimo intervento ad personam» : «Con la modifica delle norme sulla querela di parte si incide anche sull’articolo 646 del Codice penale (appropriazione indebita), reato per il quale è imputato Silvio Berlusconi nel processo Mediatrade».