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 2011  marzo 10 Giovedì calendario

COOL GERMANIA

Vengono a scoprirla più turisti che in Francia. Le migliori università hanno un rating da far paura a qualunque rivale nel mondo. La capitale è una swinging city multiculturale, adorata dai giovani come città che non dorme mai. La sua democrazia, il suo modello di stabilità e coesistenza, sono citati a esempio da Roma a Tokyo. Sembrano appunti sul Regno Unito dei tempi migliori, sul fascino irresistibile di quella che Tony Blair battezzò "cool Britannia", invece no. Il paese più ammirato dall´opinione pubblica mondiale, la mèta preferita, la terra degli atenei di sogno, è la Repubblica federale, e la metropoli adorata da intellettuali, giovani e diversi o anticonformisti d´ogni genere non è Londra ma Berlino. Cool Germania, parafrasando Blair, è il trend "in" del momento. Non ci credete? Parola della Bbc. L´autorevole, insospettabile Annual Bbc World Service Country Rating Poll, un sondaggio di rigore scientifico-accademico condotto in 27 paesi, ha assegnato la palma d´oro di nazione che piace di più, il cui influsso del mondo è ritenuto il più positivo, al gigante nel cuore d´Europa stigmatizzato fino a ieri per l´orribile passato delle guerre e della Shoah.
Il mondo ha voltato pagina, la Gran Bretagna è all´onore del secondo posto, battuta dall´ex nemico. E con un understatement tutto britannico, i tedeschi quasi non se ne sono accorti, e rifuggono da ogni fierezza.
Certo, si sa da tempo che il sistema-paese Germania è modello invidiato. Ma non bastano i successi economici, o Bmw e Mercedes da sogno, a spiegare perché all´American dream e alla Cool Britannia il mondo stia passando a preferire una finora sconosciuta Cool Germania. In ogni momento del modo di vivere - il capitalismo ben temperato dalla solidarietà sociale, il rifiuto istintivo di ogni ‘muro contro muro´, il rigore finanziario ma anche etico - gli ex nemici temuti di ieri, o i noiosi, pedanti primi della classe di dopo il ‘45, hanno conquistato i cuori dell´immaginario globale collettivo. Specie ora che - notarono FT ed Economist - li guidano una donna, un gay e un paralitico, cioè Angela Merkel, Guido Westerwelle e Wolfgang Schaeuble. Mentre il politico più popolare, il 39enne barone zu Guttenberg, si dimette 15 giorni dopo un´accusa di plagio nella tesi.
Cool Germania. La incontri passeggiando nel campus della Freie Universitaet di Berlino, incroci coppie miste come nel Tube di Londra, magari lei giapponese e lui sudafricano, lui indiano e lei tedesca. Corsi di laurea anche in inglese, costi ridottissimi da atenei pubblici. Lo senti uscendo dal metrò alla Porta di Brandeburgo: ascolti le lingue mescolate del mondo come a Knightsbridge o a Times Square. «Meraviglia, la Germania che fino a poco fa era associata nella memoria collettiva con una cosa sola, la guerra, è il paese più popolare del mondo», notava l´altro giorno il Daily Telegraph, voce leale di uno sportivo sconfitto.
Paese ricco, grande esportatore di eccellenze tecnologiche, patria del welfare e della concertazione, un capitalismo che ti fa temere per il posto, il mutuo e il futuro molto meno degli altri. Ok, ogni perfezione finché si vuole, ma come si fa a diventare la società preferita del mondo senza avere la lingua globale come madrelingua? Globalscan, che ha eseguito il sondaggio insieme alla University of Maryland per la Bbc, lascia leggere tra le righe ma fa ben capire. «Durante e dopo la tempesta della crisi finanziaria, la Germania si è conquistata un alto profilo di paese prospero, democratico, stabile e aperto al mondo», dicono i suoi ricercatori. Tra i più entusiasti di questa German way of life che ammiriamo senza conoscerla e senza capirla quando parla siamo noi italiani: 89 per cento degli interrogati italiani del sondaggio Bbc sono pro-Cool Germania. Più dei tedeschi stessi (86 per cento).
«Forse i tedeschi piacciono al mondo perché hanno infine trovato il loro inneres Gleichgewicht, il loro equilibrio interiore», dice il professor Michael Stuermer, ex consigliere di Helmut Kohl e storico di grido. «Lo perdettero dopo il tramonto del cancelliere dell´unità nazionale Otto von Bismarck e con l´ascesa del nazionalismo guglielmino». Da allora, due guerre mondiali perdute e l´orrore del nazismo li avevano come marchiati a fuoco. Ancora quando cadde il Muro e la Germania tornò unita, si risvegliarono le paure del mondo: rieccoli con la loro incalcolabile brama di dominare il mondo. Malumore a Parigi, timore Varsavia, i peggiori ricordi in Israele. Allora erano sentimenti pesanti, oggi è acqua passata.
La curiosità di chi sceglie dove viaggiare dice tutto, nel presente globale. I tedeschi ieri temuti (oppure disprezzati come monotoni e provinciali) hanno sorpassato la Francia: sessanta milioni di turisti e oltre. Berlino è il grande magnete, giovanile e cosmopolita, una Londra del Mitteleuropa. Ma anche città in apparenza fredde come la metropoli finanziaria Francoforte vedono un decollo dei visitatori. Il nemico di ieri non fa più paura, attrae. A Berlino, capitale giovane senza sfoggi d´orgoglio del potere, le ex vittime, cioè polacchi, russi e israeliani - dicono l´ente turistico e le autorità dell´immigrazione - sono i visitatori in aumento più consistente. Studenti, architetti, designer, piccoli e grandi imprenditori: una marea umana qualificata, fuga di cervelli da altrove per approdare a Almanya, la terra promessa che due giovani registe Yasemin e Nesrin Sandereli hanno descritto nel loro ultimo film. Ma non è più solo il sogno dei contadini poveri dell´Anatolia o dei disperati dei Balcani, avvertono i colleghi della Welt e del Tagesspiegel: nella Berlino che Wim Wenders celebrò col suo «Cielo diviso» vengono a lavorare sempre più vip della cultura globale. Renzo Piano e Sir Norman Foster hanno riprogettato la città senza più muro, sir Simon Rattle dirige i Berliner Philarmoniker. E molte produzioni e star di Hollywood si sono trasferite sulla Sprea. Brad Pitt e Angelina Jolie, Johnny Depp e Jeff Bridges fanno la spola per lavoro tra California e Prussia, si contendono i più bei appartamenti in centro o le antiche ville di Potsdam, la Versailles dei prussiani.
Non sono solo vip a sbarcare entusiasti, avvertono al ministero degli Esteri: vengono migliaia di esperti di internet indiani, russi o esteuropei a cercare di fondare qui una nuova vita. Le loro facce da tempo non appaiono più straniere, persino il Piero Angela dei programmi scientifici della tv tedesca si chiama Ranga Jogeshwar. Da ovunque nel mondo, i nuovi arrivati portano intelligenza, idee nuove nella moda, sapori e profumi nuovi nel cibo, addio alla noiosa monocultura di maiale e crauti. La svolta agli occhi del mondo cominciò coi mondiali di calcio del 2006: tifosi tedeschi carichi di voglia di gioia, in festa con gli altri e non contro. O con gli ultimi mondiali. Due mondiali perduti, ma due sconfitte accettate con entusiasmo per una nazionale multietnica come nessun´altra. «Odiati ed emarginati dopo il ‘45 - hanno scritto i media inglesi - hanno puntato a diventare i migliori». Adesso, anche quando vanno in guerra: dai Balcani all´Afghanistan, i soldati della Bundeswehr aprono scuole, infermerie e pozzi, non si sono fatti la fama di liberatori-occupanti come altri occidentali. Spesso, sempre più numerosi, a bordo dei vecchi cargo Transall della Luftwaffe, tornano nelle bare d´alluminio, e senza retoriche patriottarde la cool Germania saluta in silenzio i suoi militi ignoti della pace.