RENATA PISU , la Repubblica 10/3/2011, 10 marzo 2011
TOKYO, SUL METRÒ A GAMBE UNITE ARRIVANO I SEDILI ANTI-MALEDUCATI
L´aveva detto il generale americano Mac Arthur quando entrò a Tokyo da conquistatore alla fine della seconda guerra mondiale «I giapponesi sono un popolo di tredicenni». E aveva ragione, sotto un certo aspetto. Mai si sarebbe aspettato infatti che i guerrieri indomiti delle battaglie del Pacifico lo avrebbero accolto con tanti inchini, pronti a obbedire in tutto e per tutto, proprio come degli scolaretti. Da allora mezzo secolo è passato e i giapponesi sono ancora un popolo di bambini per bene. Almeno questa è la loro aspirazione. Nessun giapponese vuole essere definito maleducato, tutti aspirano a comportarsi come si deve anche se malauguratamente spesso non ci riescono. Così la società, come una mamma, viene in loro aiuto. È di ieri la notizia che la metropolitana di Tokyo ha dichiarato guerra ai viaggiatori maleducati e a tale scopo sta sperimentando sulla affollatissima linea Yamamote, la circolare urbana, degli speciali sedili anti-stravaccamento. Intende educare i passeggeri, in modo che facciano i bravi.
I sedili sono stati concepiti dall´Istituto di ingegneria dell´Università Keio in modo tale da impedire che i passeggeri invadano gli spazi altrui allargando le gambe, postura fastidiosa per chi sta in piedi pigiato come una sardina nelle ore di punta, corpo contro corpo, ma così confortevole per i poveri pendolari distrutti dalla fatica che, conquistato un posto a sedere, cadono spesso in un sonno profondo a gambe larghe. No, non si può più, non sta bene. Nessun dorma! Sollecitata dalle lettere di protesta di viaggiatori stanchi di stare in piedi scomodissimi lasciando spazio o inciampando nelle gambe dei dormienti e ronfanti, la gestione delle ferrovie urbane, la Japan East, ha così fatto quello che qualsiasi brava mamma giapponese fa con i suoi piccoli che punisce spesso e volentieri ma, ovviamente, per il loro bene.
I nuovi sedili, per ora adottati soltanto in via sperimentale, sono più larghi di un centimetro di quelli tradizionali, quindi teoricamente più comodi, se non fosse che sono stati ideati come dei sedili di contenimento, una sorta di camicia di forza per il corpo umano. Hanno una forma irregolare, in modo da impedire lo scivolamento in avanti, la parte anteriore è rialzata leggermente, mentre i braccioli laterali sono curvati verso l´alto in modo da rendere difficile la seduta a gambe divaricate e anche lo sconfinamento sulle spalle del vicino seduto, cosa che spesso avviene perché chi dorme ciondola con la testa e alla fine trova dolce posarla da qualche parte, sulla spalla di chi gli siede accanto, per l´appunto.
Un simile sedile, secondo i tokyoti più ribelli, e per fortuna ce ne sono specie tra i giovani, «è un insulto alla nostra individualità, ai nostri corpi già tanto costretti». E sui giornali giapponesi si legge. «Non sarebbe stato meglio aumentare la frequenza dei convogli?». Ma tant´è, cosa fatta capo ha, e milioni di yen sono già stati spesi per i sedili di forza anti-maleducazione per poveri pendolari già stufi di sentirsi ripetere a ogni fermata cosa devono fare, "non dimenticare la tua borsa", "stai attento quando scendi", eccetera eccetera, da melliflue voci femminili stile giovanetta beneducata. «Piuttosto che adattarmi ai nuovi sedili viaggerò in piedi», ha dichiarato alla tv Nhk un ragazzo coi capelli lunghi stinti sul biondo, un atipico come a Tokyo ce ne sono però, oggi come oggi, a milioni. Ma la mamma non lo sa che i suoi figli sono diventati grandi? No, la mamma Giappone fa sempre la chioccia.