Fabio Pozzo, La Stampa 10/3/2011, 10 marzo 2011
Benzina record, in campo Mr. Prezzi - Qualcosa non torna del tutto anche a Mister Prezzi, che avverte: «Qualora fosse confermata la tendenza al rialzo sarà necessario pensare a interventi mirati di congelamento temporaneo dell’accisa»
Benzina record, in campo Mr. Prezzi - Qualcosa non torna del tutto anche a Mister Prezzi, che avverte: «Qualora fosse confermata la tendenza al rialzo sarà necessario pensare a interventi mirati di congelamento temporaneo dell’accisa». Stiamo parlando naturalmente del caro carburante che, complice anche la crisi libica, sta risalendo i record che parevano dimenticati: la verde ieri nel Sud si conferma oltre quota 1,61 euro/litro nelle sue punte massime (a Napoli le tariffe più alte d’Italia, 1,616 euro il litro di verde), mentre il diesel si avvicina pericolosamente alla soglia di 1,49 euro/litro. Continuano anche le oscillazioni dei prezzi internazionali dei carburanti. L’altroieri le rassicurazioni del ministro del petrolio saudita Ali Naimi sulla possibilità da parte dell’Arabia Saudita di coprire l’ammanco di greggio dovuto alla crisi libica («Abbiamo 3,5 milioni di barili al giorno di capacità di produzione non utilizzata», mentre il “buco” nell’offerta libica dovrebbe essere di poco superiore al milione di barili al giorno), avevano giustificato una flessione. «I prezzi internazionali di benzina e gasolio sono scesi rispettivamente di 34 dollari e 28 dollari la tonnellata. Per la prima volta dal 2 marzo i prezzi sul Mediterraneo sono scesi sotto quota 1.000 dollari/ tonnellata» rileva Staffetta Quotidiana. Ieri, poi, il prezzo del greggio ha chiuso al ribasso a New York, a 104,38 dollari (-64 cent), con un mercato influenzato dal rapporto sulle scorte settimanali di petrolio negli Usa che hanno registrato un incremento maggiore del previsto. Balzo di 2,4 dollari, a 115,58, per il Brent. In Italia, però, i rincari dei carburanti sembrano correre una corsa tutta loro. Tanto che ormai siamo al «tutti contro»: benzinai, associazioni dei consumatori, sindacati, opposizione. L’Unione petrolifera si difende: «Quello che sta accadendo in Libia - spiega il presidente Pasquale De Vita, - non è indifferente per il mercato petrolifero, ma non per un problema di approvvigionamenti quanto perché sul mercato delle materie prime quando c’è qualche preoccupazione i primi a risentirne sono i prezzi». Tutti gli altri, invece, chiedono un intervento del governo sulle tasse che incidono sul prezzo finale. Ne parla anche il Garante per la sorveglianza sui prezzi, Roberto Sambuco, che non esclude tale ipotesi se i rialzi non si fermeranno, visto che «la benzina ha toccato il livello più alto dall’estate del 2008 ed è in procinto di raggiungere i livelli di 3 anni fa». Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani pensa invece a interventi più strutturali che, però, sempre annunciati, sono al momento nel cassetto. «Stiamo studiando», dice. Secondo Romani, occorre agire sull’estensione dei self service, che in Italia «sono minoritari rispetto al servito, mentre nel resto dei Paesi europei c’è un 80/90% di self». Qui si potrebbe intervenire, dice, «per eliminare quei 16-17 cent in più». Per agire bisogna però superare gli interessi «corporativi», fa notare il ministro, che ha costituito la commissione dinamiche e prezzi dove sono presenti petrolieri, distributori e consumatori, oltre al ministero. «Ci riuniremo venerdì - dice - e verificheremo cosa è possibile fare» per adeguare i prezzi italiani alle quotazioni del petrolio. Torniamo al peso delle tasse sul litro. La Cgia di Mestre ha scoperto che quello sui nostri carburanti è tra i più bassi d’Europa, ma che alla pompa paghiamo più degli altri. «L’incidenza percentuale delle tasse sul prezzo di un litro di benzina ha toccato nel nostro Paese il 55,1%, mentre la media europea si attesta al 58,3%» dice il segretario Giuseppe Bortolussi. «Non sono dunque le imposte e le accise a pesare, ma, probabilmente, una rete distributiva inadeguata e dei meccanismi speculativi che non hanno eguali nel resto d’Europa». Qualcosa non torna.