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 2011  marzo 10 Giovedì calendario

ABUSI, LA CHIESA DI FILADELFIA SOSPENDE VENTUN SACERDOTI

Sono stati resi noti ieri i nomi dei 21 sa­cerdoti sospesi dai loro incarichi mentre l’arcidiocesi di Filadelfia indaga sui so­spetti avanzati nei loro confronti. I 21 sacer­doti facevano parte di un elenco di 37 mem­bri dell’arcidiocesi accusati da un “gran giurì” di comportamento improprio nei confronti di minori. Di questi, cinque (quattro membri del clero e un educatore) sono stati for­malmente accusati di violen­za sessuale o, nel caso di mon­signor William Lynn, di non a­ver protetto adeguatamente i minori dal comportamento di preti considerati pericolosi per la loro comu­nità.
Nei confronti degli altri 32 il gran giurì si è in­vece limitato a riscontrare l’esistenza di accu­se mosse da membri delle loro parrocchie. Pur ammettendo, nel rapporto finale, che «siamo consapevoli che queste accuse non equival­gono a prove», il gran giurì ha concluso che tutti i sacerdoti sospettati dovrebbero essere ri­mossi dai loro incarichi. Dopo aver nominato un ex procuratore distrettuale per esaminare autonomamente le accuse, l’arcivescovo di Fi­ladelfia, cardinale Justin Rigali, ha deciso di ri­correre alla sospensione di 21 persone in at­tesa di maggiore chiarezza. Le accuse mosse agli altri, stando all’investigatore dell’arcidio­cesi, sono risultate invece infondate.
La decisione di Rigali viene vista negli ambienti legali come una mossa obbligata, dato il nuo­vo panorama politico e legale in cui la Chiesa americana è co­stretta a muoversi. Stando a u­na fonte legale vicina ai casi di Filadelfia, che può parlare so­lo anonimamente alla stampa, una serie di elezioni imminen­ti e le leggi approvate recente­mente da alcuni Stati americani, compresa la Pennsylvania (di cui Filadelfia è capitale) pon­gono la Chiesa sulla difensiva. Le nuove leggi, passate negli ultimi cinque anni, hanno infat­ti sospeso la prescrizione per i reati di abuso sessuale nei confronti di minori. Approfittan­do di questa seconda possibilità di portare a giudizio casi risalenti a decine di anni fa, i pro­curatori di molte città americane hanno ria­perto numerosi dossier. «È di moda per un procuratore mostrarsi “duro” nei confronti dei possibili a­buso della Chiesa – spiega la fonte – soprattutto quando devono prepararsi alla cam­pagna per la propria rielezio­ne ». Negli Stati Uniti i procurato­ri distrettuali sono infatti fi­gure politiche, appartenenti a un partito e votate dagli elet­tori ogni quattro anni. Il pro­curatore di Filadelfia, Seth Williams, è al pri­mo incarico e sta cercando di costruirsi una re­putazione in vista del prossimo appuntamento con il voto nel 2013.
I casi di Filadelfia sono particolarmente im­portanti anche alla luce di una nuova legge, entrata in vigore in Pennsylvania quattro an­ni fa, che estende la responsabilità criminale per il comportamento abusivo di preti o edu­catori ai loro datori di lavoro. È in base a que­sta misura che è stato incriminato monsignor William Lynn. Se l’arcidiocesi non avesse so­speso i 21 sacerdoti e se le accuse nei loro con­fronti venissero provate, potrebbero teorica­mente essere perseguiti, in futuro, anche altri supervisori e coordinatori dell’arcidiocesi di Filadelfia. Un approccio simile è stato tentato da un procuratore federale in California nei confronti dell’ex arcivescovo di Los Angeles, cardinal Roger Michael Mahony. Il procurato­re ha avviato due anni fa un’indagine federa­le nei confronti del cardinale, ma non ha por­tato per ora a nessuna incriminazione.
«So che la fiducia di molte persone verso la Chiesa è stata scossa – ha affermato in una di­chiarazione il cardinale Justin Rigali –. Prego che gli sforzi della nostra arcidiocesi nell’af­frontare i casi che destano preoccupazione contribuisca a riguadagnare fiducia nella ve­rità e nella giustizia».