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 2011  marzo 10 Giovedì calendario

PAPARAZZI: LA REALTA’ DIVENTA REALITY

Sere fa mi è capitato di incrociare due programmi: su Sky Cinema stava andando in onda La dolce vita di Federico Fellini e, quasi contemporaneamente, su Studio Universal (Mediaset Premium), il documentario sul celebre paparazzo italo-americano Ron Galella, Smash His Camera. Il legame fra le due opere era costituito dalla figura del paparazzo: quello del film di Fellini (interpretato da Walter Santesso) non è mai chiamato per nome, solo per cognome. Paparazzo segue fedelmente Marcello nei sette giorni e nelle sette notti in cui si dipana la trama del film; i ritratti fotografici di Ron Galella, «paparazzo extraordinaire» , sono invece una preziosa testimonianza del divismo americano: Jacqueline Kennedy, Frank Sinatra, Elvis Presley, Marlon Brando e molte altre celebrità catturate nelle loro espressioni più spontanee e naturali. Mi è tornato allora in mente l’origine del nome «paparazzo» che ormai è universalmente conosciuto in tutto il mondo. Nelle note che accompagnavano la realizzazione de La dolce vita, a proposito dei fotografi, lo sceneggiatore Ennio Flaiano scriveva: «Nel nostro film ce ne sarà uno, compagno indivisibile del protagonista. Fellini ha ben chiaro in testa il personaggio, ne conosce il modello: un reporter d’agenzia (...). Per questo personaggio non sappiamo che inventare: finché, aprendo a caso quell’aureo libretto di George Gissing che si intitola Sulle rive dello Ionio, troviamo un nome prestigioso: Paparazzo. Il fotografo si chiamerà Paparazzo. Non saprà mai di portare l’onorato nome di un albergatore delle Calabrie, del quale Gissing parla con riconoscenza e con ammirazione. Ma i nomi hanno un loro destino...» (giugno 1958). Sì, i nomi hanno un loro destino, ma anche i paparazzi. Come dimostra il libro Cafonal di D’Agostino e Pizzi, oggi il paparazzo ama in particolare quella realtà che si è trasformata in reality: non più il divismo ma la sua caricatura quotidiana.