Varie, 10 marzo 2011
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Procacci Giuliano
• Assisi (Perugia) 20 dicembre 1926, Firenze 2 ottobre 2008. Storico • «“Quella italiana è una terra in cui tutto, dalla forma dei campi alla qualità e preparazione dei cibi, dai modi delle culture al tracciato delle strade, dalla raffinatezza cerebrale dei dotti alla dotta ignoranza dei semplici, contribuisce a dare a coloro che ci vivono sopra il senso di una continuità ininterrotta...”. Con queste parole Giuliano Procacci [...] introduceva il lettore all’opera che gli avrebbe dato grande notorietà. La sua Storia degli italiani, uscita in prima edizione nel 1968 da Laterza, è stato un vero longseller su cui si sono formate generazioni di studenti. Si è molto detto dell’impostazione gramsciana di quest’opera in due volumi. In realtà quella cavalcata attraverso dieci secoli (Procacci cominciava la sua narrazione attorno all’anno mille) era scritta più tenendo conto del metodo appreso a Parigi dai maestri delle Annales che seguendo l’ortodossia marxista. Commissionata all’origine dall’editore Fayard per il pubblico francese, La storia degli italiani divenne il testo di approfondimento per le classi superiori dei licei e uno dei libri più popolari nei primi anni delle facoltà umanistiche. Anche perché era scritta benissimo, con grande passione e un occhio di riguardo per il lettore meno colto [...] Procacci partecipò alla Resistenza nel Bellunese e studiò all’università di Firenze con Carlo Morandi, all’Istituto per gli studi storici di Napoli con Federico Chabod, che gli trasmise la passione per Niccolò Machiavelli, e al Centre national de la recherche scientifique di Parigi. Fu docente nelle università di Cagliari, Firenze e Roma. Prima di scrivere, ancora piuttosto giovane, la sua storia degli italiani, si era dedicato agli studi modernisti, pubblicando da Einaudi nel 1956 il volume Classi sociali e monarchia assoluta nella Francia della prima metà del ’500 e nel 1965 Studi sulla fortuna di Machiavelli. Eletto senatore per due legislature nelle file del Pci, Giuliano Procacci non aveva mai rinnegato la sua formazione marxista e l’attenzione per le classi umili, tanto che uno dei suoi libri più interessanti è La lotta di classe in Italia agli inizi del secolo XX, pubblicato nel 1972 dagli Editori Riuniti. Uomo di vasti interessi culturali (un suo studio uscito nel 1989 da Feltrinelli trattava del rapporto fra Premi Nobel per la pace e guerre mondiali), Giuliano Procacci ha continuato a essere sino alla fine una figura di riferimento per la sinistra, anche se si teneva lontano dai clamori giornalistici. Tra i primi a ricordarlo nel giorno della sua scomparsa, Giorgio Napolitano, che era suo amico e grande estimatore [...]» (Dino Messina, “Corriere della Sera” 4/10/2008).