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 2011  marzo 10 Giovedì calendario

Girardot Annie

• Parigi (Francia) 25 ottobre 1931, Parigi (Francia) 28 febbraio 2011. Attrice • «[...] “Il più bel temperamento drammatico del dopoguerra”: così Jean Cocteau aveva definito la Girardot dopo averla vista nella sua pièce La machine à écrire, con cui nel 1956 aveva debuttato alla Comédie Francaise. Un debutto prestigioso a cui era arrivata dopo il diploma all’Accademia di arti e tecniche del teatro e anni di esperienza sul campo, nella rivista e, con il nome di Annie Girard, nei cabaret di Montmartre in voga in quegli anni, gli stessi animati dalla presenza di Juliette Greco e Jean Paul Sartre. La Girardot ne scrisse a lungo nella biografia, li ricordava come gli anni delle interminabili notti delle parole e della malinconia, delle canzoni e dei sogni sul mondo da conquistare. “Da ragazzina il mio vero sogno era studiare medicina e fare l’infermiera in Africa. Un giorno sono passata davanti all’Accademia e, neanch’io so il perché, sono entrata e mi sono iscritta. Chissà se è stata la scelta giusta”, scherzava la Girardot sul set di Io e il duce di Alberto Negrin, in cui interpretava Rachele Mussolini. Era uno dei tanti set in Italia, dove Luchino Visconti ne aveva esaltato la bravura e la bellezza particolare, fuori dal canoni del tempo, con il personaggio di Nadia, la seducente prostituta che sconvolgeva la vita di Rocco e di Simone. La sequenza della sua morte all’Idroscalo è una delle più belle e commoventi del cinema italiano. Rocco e i suoi fratelli fu importante per la carriera della Girardot e per la sua vita provata. L’incontro con Renato Salvatori portò al matrimonio e, anche quando entrò in crisi, non si sciolse mai nel divorzio. Da Visconti a Franco Rossi (Smog), Sergio Corbucci (Il giorno più corto), Mario Monicelli (I compagni con Marcello Mastroianni), i Taviani (I fuorilegge del matrimonio), Alfredo Giannetti (La ragazza in prestito), Ugo Gregoretti (Le belle famiglie) Duccio Tessari (Una voglia da morire), Patroni Griffi (Metti una sera a cena), Citto Maselli (Il sospetto con Gian Maria Volonté), Luigi Comencini (L’ingorgo - Una storia impossibile): la Girardot era stata assunta a pieno titolo dal cinema italiano, quello d’autore e quello dei generi. Se il temperamento drammatico è innegabile, fu anche attrice di commedia, soprattutto straordinaria interprete dell’umorismo nero di Marco Ferreri, per il quale ebbe il coraggio di mortificare bellezza e femminilità trasformandosi in La donna scimmia con Ugo Tognazzi al massimo del cinismo e della cattiveria. Il sodalizio con Ferreri, che fu anche tra i suoi amici più cari negli ultimi anni del maestro vissuti a Parigi, continuò con Il seme dell’uomo e Dillinger è morto. La sua presenza nel cinema francese è ricca di quasi un centinaio di titoli e interpretazioni di ogni genere, anche spregiudicate come in Il vizio e la virtù di Roger Vadim, un adattamento da De Sade: lei il vizio e Catherine Deneuve la virtù. Tra i registi che più l’hanno amata, oltre ad André Cayatte (Morire d´amore e Autopsia di un mostro), c’è Claude Lelouch. Sei film insieme: Vivere per vivere, La vita, l’amore, la morte, Un tipo che mi piace, Tornare per rivivere, Ci sono dei giorni e delle lune, I miserabili. L’ultimo autore incantato dall’arte della Girardot è stato Michael Haneke, l’ha diretta in La pianista, era la madre di Isabelle Huppert, e Niente da nascondere. La pianista, gran premio della giuria a Cannes 2001, fu l’occasione per una delle ultime apparizioni pubbliche della Girardot, quando ricevette il riconoscimento del César, accolta dall’entusiasmo della sala» (Maria Pia Fusco, “la Repubblica” 1/3/2011).