Maria Elena Bonacina, Libero 8/3/2011, 8 marzo 2011
FOGAZZARO, CONSIGLI D’AUTORE PER RAGAZZE TIMIDE
Uno zibaldone di carte “intime”, fogli staccati che sembrano caduti dalle pagine di un libro o strappati da un diario, taccuini di viaggio e lettere familiari, che restituiscono un’immagine di padre affettuoso, all’avanguardia rispetto al periodo, fornendo anche notizie di prima mano sugli impegni mondani, gli incontri e il dibattito culturale. Sono carte che raccontano l’Antonio Fogazzaro privato, ma aiutano anche a ricostruire la sua attività letteraria, quelle contenute nel plico donato il 9 luglio 1961 dal marchese Giuseppe Roi alla Biblioteca Bertoliana di Vicenza e, per volontà dello stesso donatore, rimaste secretate fino allo scorso 15 febbraio, perché, come spiegò in seguito, contenevano missive e giudizi su famiglie all’epoca ancora viventi. Ad anticiparne alcuni contenuti, nell’ambito della presentazione delle manifestazioni per il centenario dalla morte dello scrittore vicentino, è stata ieri la professoressa Adriana Chemello, uno dei membri del gruppo di studio che si sta occupando dell’ana - lisi dei documenti, riconducibili, a prima vista, a tre diverse tipologie di scrittura. La prima è proprio una raccolta di carte “intime” conte - nenti appunti affidati a foglietti non datati, dai contenuti più vari, che vanno da abbozzi di liriche a riflessioni su stati d’animo, dialoghi con se stesso, appunti di lettura, prescrizioni di valore etico, propositi di rinuncia e sacrificio. Accanto a questi, notizie riguardanti l’attività letteraria, una sorta di cronologia interiore che scandisce la stesura del primo romanzo e una dettagliata descrizione della difficile ricerca di un editore. Tra queste vi sono anche pagine di grande lirismo, che paiono già pronte per la pubblicazione, come il “reportage” di un ritorno a Oria, dopo una lungaassenza, che è un’immersio - ne nel paesaggio ma anche nel proprio animo. La seconda tipologia di documenti comprende una ventina di taccuini di varie forme e misure, che coprono un arco cronologico dal 1882 al 1910, scritti con grafia a volte indecifrabile come su un mezzo in movimento. Accanto a questi, conti, note spese, città visitate e mappe per ricostruire i propri spostamenti. E poi schizzi, discorsi colti per caso come «la conversazione di signore sole sui rimedi contro i calli». Terza tipologia, infine, 300 lettere familiari, indirizzate alla moglie Rita, al figlio Mariano e alle figlie Maria e Gina, che mostrano lo scrittore come un padre affettuoso e moderno. «Maria mia», scrive, «vieni qua tesoro mio, che ti dia uno, due... come fai tu a contare? Dieci, venti, cento baci. Ma che bella letterina, che quadretto poi! Quell’uc - cellino è un amore. Per scrivere a due mani, ossia per far la parte del basso, sei proprio famosa ». Oppure rimprovera amabilmente la figlia per la sua grafia che «lascia a desiderare », spronandola a cambiarla, ma aggiungendo che «fui per verità così soddisfatto della sostanza [della lettera] che posso essere indulgente, per ora, con la forma». In questo carteggio, spicca per frequenza quello con la figlia Gina, nel quale riporta pure incontri nei salotti romani, viaggi, ma anche, a esempio, le reazioni ai suoi romanzi del pubblico, degli intellettuali e del mondo cattolico. Una serie di informazioni, insomma, che andranno a definire ancora meglio le notizie che già si hanno sull’autore di Piccolo mondo antico. Nella conferenza di presentazione, l’assessore alla Cultura Francesca Lazzari, il presidente della Biblioteca Bertoliana Giuseppe Pupillo e il presidente dell’Accademia Olimpica Luigi Bottio hanno presentato le iniziative per l’Anno Fogazzariano, tra le quali spiccano le pubblicazioni a maggio del carteggio tra lo scrittore e Jole Biagini-Moschin e, a settembre, del Taccuino Bavarese, entrambi nei Quaderni dell’Accademia Olimpica. Dal 10 al 12 ottobre si terrà invece il convegno internazionale di studi “Fogazzaro nel mondo”, organizzato dalla stessa Accademia e curato da Chemello e da Fabio Finotti, che ieri ha tenuto una lectio magistralis. Inoltre la mostra “Il segreto di Fogazzaro. Vita e fortuna di uno scrittore nel mondo”, promossa dalla Bertoliana, si terrà da ottobre a dicembre.
«GINA MIA, SII CORAGGIOSA» - S. Bernardino, 19 luglio 1882 Gina mia, domani hai tredici anni. Il tuo papà pensa a quel giorno in cui ha veduta per la prima volta la tua testolina fuligginosa e udita la tua voce lamentevole; ti pensa come sei ora, una donnina per bene; ringrazia Dio e benedice te. Penso con rammarico che potresti essere qui meco. Ah se la mia Gina avesse un po’ più di coraggio, un po’ di coraggio, un po’ più di slancio! Non ti rimprovero mica, sai. Sono tanto contento di te in tutto, che un rimprovero per la timidezza dell’animo tuo mi parrebbe ingiusto, molto più che non è forse in tuo potere di acquistare maggiore energia. È però bene che tu sappia come un po’ di coraggio e di energia si richiedono anche a una giovinetta. Sa una fanciulla mai in quali circostanze si potrà trovare in avvenire? Sa che non si troverà mai in imbarazzi più o meno grandi senza poter contare che sopra sé sola? Non lo sa ed è quindi bene che si avvezzi presto a certe piccole difficoltà della vita, se pure si possono chiamare così. Mai non ti avrei voluto costringere ma desidero che tu ci pensi col senno che Dio ti ha dato e che tu impari da te a regolarti per l’avvenire. Ah, Gina mia, che paradiso era ieri il nostro lago! L’ho salutato anche per te, sapendo che gli vuoi tanto bene. Ho salutato quelle belle montagne severe di Valsolda dei lunghi riposi quando sarò vecchio e avrò finito il mio compito. Queste fantasie le dico alla mia Gina che deve tenerle per sé. Informami de’ tuoi studi il più spesso che puoi. Ti faccio anch’io la raccomandazione di non scrivere per traverso. Addio; ti abbraccio con tutto il cuore, il papà.