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 2011  marzo 08 Martedì calendario

DIMMI COME CE L’HAI E TI DIRO’ QUANTO VALI

«Lui ce l’ha piccolo». Basta una frase così, detta in genere con delusione o derisione da una donna a una o più amiche, sulle misure genitali di un partner verificate di solito personalmente, per rovinare irrimediabilmente l’erotica reputazione del malcapitato e mandare in frantumi qualunque immagine un uomo si sia costruito, precludendo ogni possibilità di sessuale aspirazione o conquista tra tutte le sue conoscenti. Il tema è tornato alla ribalta dei media dalla solita Inghilterra e con un certo clamore, visto che le ridotte dimensioni in questione riguardano nientedimeno che una gloria del Regno Unito, un grande come Mick Jagger, leader storico dei Rolling Stones, in questi giorni immortalato come un’icona mondiale alla mostra fotografica in suo onore “The Photobook” allestita, fino al 27 marzo nel foyer del Parco della Musica di Roma. E la maligna rivelazione, un classico in questi casi, viene proprio dal suo miglior amico e componente della famosa band musicale, Keith Richards, e si legge chiara e ben stampata appunto sulle pagine della sua autobiografia “Life” uscita in questi giorni anche in Italia. Naturalmente la testimonianza incriminata è diretta, è femminile ed uscita dai ricordi e dalla bocca di una fidanzata nota della rock star che non si divertiva affatto a letto con lui causa “il suo pisello molto piccolo”. C’è scritto proprio così. Non un po’, o appena, oppure più ridotto del solito. No no, molto piccolo ha detto e rivelato alla stampa. Ma come? E tutti quei concerti in cui il mitico Mick si presentava sudato, a torso nudo e infilato in pantaloni di pelle nera belli aderenti da strizzargli gli attributi così in rilievo e in primo piano da super macho, cos’erano un bluff, una protesi da film di Verdone? Allora quell’angelo dannato che si mostrava davanti a folle oceaniche al grido “sesso, droga e rock’n roll” era solo uno stravagante trasgressivo dalla sessualità ambigua? Di sicuro non si capisce ancora bene visto che in questi giorni si leggono sui giornali inglesi interviste e testimonianze di ex amanti di Jagger, di presunte tali e di mogli varie, tutte interrogate sull’argomento: le dimensioni effettive del suo pene e dei suoi testicoli… che sono poi comparate con quelle degli altri. Già perché le dimensioni contano eccome, lo sappiamo bene noi donne e sono la preoccupazione forse primaria di molti uomini, se non addirittura di tutto il genere maschile, dall’adole - scenza in poi. Certo, basta che funzioni a dovere, che risponda a comando o ad istinto e che non ci abbandoni a metà strada o proprio sul più bello, ma vuoi mettere le proporzioni proprio in quel momento lì? Le riviste mediche e scientifiche di urologia e andrologia sono ricche di studi, di grafici e di misure fisiologiche e patologiche, sia a riposo che in attività dell’organo maschile che genera la vita e il piacere più naturale, ma i siti di genere, che spiegano dettagli morfologici e mostrano foto clamorose e impietose, sono i più cliccati e consultati da ambo i sessi. Tanto che all’ultimo Congresso della Società Italiana di Urologia è stato evidenziato un nuovo disturbo, la dismorfofobia, ovvero il timore sempre più diffuso dei giovani maschi italiani di non avere misure adeguate, confrontandosi appunto con i modelli oversize immortalati sui siti. In Italia la lunghezza media nazionale del pene a riposo è di 9/10 cm, mentre in erezione è di 13,5/15cm, e la circonferenza standard è di 10cm. Questi sono dati scientifici statistici, della media delle misure, su scala nazionale, suscettibili di molte variabili per forma, interventi e posizioni, ma comunque comparati con il resto del mondo. Nessun maschio latino esulti più di tanto però se supera con facilità tali numeri, poiché ogni suo confronto con i neri africani è di regola perdente… loro arrivano a 18 centimetri di media, e sottolineo di media, con naturalezza e senza impegno, il che spiega il successo dei molti calciatori di colore delle nostre squadre con le nostre ragazze italiane. Più confortanti per molti appaiono i dati elencati dei maschi asiatici, le cui misure più ridotte appartengono ai coreani e ai malesi, il cui pene in erezione non supera i 9,6 cm di media nazionale, e le cui dimensioni sono etnicamente proporzionali alla dimensione della vagina coreana e malese. È necessario aggiungere che il peso di un uomo, la sua costituzione e la sua statura non hanno alcuna relazione con le dimensioni dei suoi organi genitali. Comunque in Italia più della metà degli uomini rientra nella media nazionale, sei su dieci, il 12% ha misure inferiori alla media, il 22% le ha superiori e solo il 2,6% esagera in centimetri. Non fatevi ingannare però. La generosità delle misure non sempre corrisponde all’efficienza dell’organo, la cui funzionalità è complessa e influenzata da molti fattori, fisici, psicologici e climatici, dall’assetto ormonale e dal metabolismo, ma principalmente dall’oggetto del desiderio, senza il quale nessun automatismo e nessun aiuto chimico porta a quel magico connubio di piacere e di felicità. E dall’album di fotografie d’autore che si sfoglia alla mostra di Mick Jagger, emergono cinquant’anni di vita, catalogati per decenni, che rivelano una figura di un artista comunque fuori dal comune, con una fisicità estrema, capace di stravolgere gli stereotipi, e di sopravvivere in eterno a se stesso, ai suoi eccessi e anche alla sua strillata sessualità.