La Stampa 9/3/2011, 9 marzo 2011
LETTERE
In occasione delle celebrazioni per l’Unità d’Italia penso sarebbe opportuno proporre qualche iniziativa in difesa della lingua italiana. Oggi il mondo parla inglese perché l’America anglofona è il Paese egemone. L’Italia del Settecento non contava quasi nulla politicamente, ma in tutto il continente si cantava in italiano, in alcune opere di Diderot e nel «Candido» di Voltaire si trovano battute in italiano.
L’italiano rendeva tutto più elegante, era considerata la lingua del bello, sia visivo sia sonoro, aveva influenzato il severissimo Bach attraverso Vivaldi.
Pertanto sarebbe auspicabile limitare la contaminazione della nostra lingua, senza arrivare al paradosso sciovinistico dei francesi che usano il termine «ordinateur» per «computer», ma nel contempo difendere il nostro idioma dalle continue aggressioni dall’esterno.
M. LUGLIO