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 2011  marzo 09 Mercoledì calendario

«CAMPERO’ 125 ANNI MANGIANDO ZUPPE E FRULLATI»

Ho smesso di fumare: vivrò una settimana di più e in quella settimana pioverà a dirotto»: il copyright della frase è di Woody Allen. «Ho smesso di mangiare carne e latticini: arriverò a 125 anni e me ne godrò ogni momento»: questa invece è la filosofia di David Murdock, ottantasettenne, numero 130 nella classifica dei 400 americani più ricchi secondo Forbes, l’uomo che vuole diventare immortale o che almeno ci prova.

Immaginatevi un Paperon de’ Paperoni maniaco salutista e vi avvicinerete all’essenza di Murdock. Dall’alto del suo patrimonio di 2 miliardi e 700 milioni di dollari, il vecchietto che è diventato un esperimento vivente monitora con ossessività ogni alimento che mette in bocca, pretendendo di controllare al millimetro qualsiasi variazione di stato del proprio organismo. Alcune settimane fa per esempio, come registra il New York Times, si è svegliato con il mal di gola, evento eccezionale per chi non ha mai avuto «né un dolore alla schiena né un’emicrania». Allora ha tentato di modificarsi la dieta, ma non c’era niente passibile di miglioramento: con tutte quelle fibre, quei frullati (tre al giorno) e quelle proteine vegetali, che cosa volevate aggiungere? E che cosa volevate togliere, visto che da un quarto di secolo ha religiosamente eliminato carne, latticini, alcol, sale, zuccheri? Insomma il mal di gola se l’è tenuto, tanto dopo qualche giorno è sparito. Resta, per dar retta a Woody Allen, la noia mostruosa di una vita condita di semi, omelette fatte solo di albumi, brodi vegetali, frappè alla polpa di banana disidratata. A proposito, serve aggiungere che Murdock è presidente della multinazionale della frutta Dole?

Se v’invita a pranzo, dunque, preparatevi. Si comincerà con una zuppa a base di zucchine, fagiolini e cipolle in brodo bio e rigorosamente vegetale, si continuerà con un trancio di salmone contornato di broccoli, si berrà acqua e solo acqua. Se vi verrà fame, verso le quattro potrete concedervi (lui lo fa) tre biscotti bio al cacao con fragole, o un microcracker con un’idea di burro, ebbene sì, ma di d’arachidi: basta che nulla sia di provenienza animale, e se nelle sue fattorie tiene un gregge di rare pecore gallesi è per la compagnia, non certo per il formaggio. Murdock, che vive tra gli Stati del Sud e la California, prende un po’ di sole al giorno «per fissare la vitamina D», ma non troppo «per non rischiare i tumori della pelle». Nonostante tutti questi sforzi, secondo i medici la sua aspettativa di vita è alta – dopotutto è già arrivato a un buon traguardo – ma non altissima, visto che ha cominciato a comportarsi da pazzo, o da supersavio, vedete voi, quando già era sulla sessantina. Inoltre, il suo Dna lo assiste solo in parte, visto che il padre è morto sulla novantina ma la madre molto precocemente.

E infatti c’entra, nella sua scelta, l’aver perso la mamma quando lui aveva 17 anni e lei 43, per colpa di un cancro. C’entra, anche, la dipartita per tumore ovarico dell’adorata moglie Gabriele, anche lei in giovane età. La sua ossessione si è rinforzata: davvero non si poteva far nulla per vincere la morte? Essendo miliardario, ci ha investito su larga scala: 500 milioni dei suoi dollari sono serviti a insediare, nei sobborghi di Charlotte, il North Carolina Research Campus, un centro scientifico per lo studio delle piante a scopi alimentari e per la ricerca di terapie contro le neoplasie, il diabete e l’obesità. Sì, dalla dolce follia di Murdock verrà del bene. Anche se non tutto di lui ci risulta simpatico. Come devono sentirsi quei camerieri che, quando gli portano il burro, si sentono gridare: «Tolga subito la morte dalla tavola!».