Paolo Manzo, La Stampa 9/3/2011, 9 marzo 2011
MESSICO, SPARITA LA POLIZIOTTA CORAGGIO
Quattro mesi fa era diventata famosa in tutto il mondo per essere «la donna più coraggiosa del Messico». Marisol Valles García, 20 anni, studentessa in criminologia, sposata, un figlio aveva accettato un posto che non voleva più nessuno: il comando della polizia di Praxedis Guerrero, un villaggio di appena 3.500 anime, nei pressi di Ciudad Juárez, la violentissima città messicana lungo il confine con gli Stati Uniti. Basti dire che il suo predecessore era stato ammazzato e perfino il parroco del paese aveva chiesto trasferimento per paura di venire ucciso.
Poco più di 120 giorni dopo il giuramento Marisol è tornata di nuovo alla ribalta delle cronache. Stavolta però per la sua misteriosa scomparsa. Da qualche giorno si sono perse le sue tracce.
Secondo l’attivista per i diritti umani di Ciudad Juárez, Gustavo de la Rosa Hickerson, «Marisol si trova attualmente negli Stati Uniti nel centro di detenzione di El Paso alla frontiera con il Messico dove ha chiesto asilo politico insieme al figlio, al marito, genitori e suoceri». Le autorità dell’immigrazione Usa non hanno confermato né smentito, come prassi, la notizia. «In genere riescono ad ottenere l’asilo solo 15 emigranti su 100», spiega Hickerson. E certo sarebbe terribile se solo una parte del gruppo familiare di Marisol riuscisse ad ottenerlo. Anche perché - continua Hickerson «secondo fonti dell’intelligence Usa Marisol sarebbe scappata insieme a tutta la sua famiglia per una gravissima minaccia che avrebbe ricevuto e che riguarda tutto il suo nucleo familiare».
Era stato proprio Gustavo de la Rosa Hickerson a lanciare l’allarme preoccupato per la sparizione della ragazza. Temeva che i narcos l’avessero sequestrata e uccisa per essere diventata un personaggio scomodo proprio mentre sulla sua sparizione avevano cominciato a circolare le ipotesi più disparate.
Da notare poi anche l’ambiguo atteggiamento del sindaco di Guerrero Praxedis, Andrés Morales Arreola, che proprio ieri aveva deciso di licenziarla in tronco per non essersi presentata al lavoro. La donna infatti prima di sparire aveva chiesto un permesso di tre giorni, scaduto lunedì, per potere stare con il figlio. Il sindaco dal canto suo aveva fatto sapere che le autorità erano «fiduciose che la donna fosse al sicuro da qualche altra parte. Anche perché - aveva aggiunto - se fosse accaduto qualcosa di strano lo avremmo sicuramente saputo. Quel tipo di notizie volano». Quindi la chiosa, chissà quanto volutamente ambigua: «Auguro a Marisol ogni fortuna per le attività che vorrà intraprendere».
Nei quattro mesi trascorsi a capo della polizia di Praxedis Guerrero, Marisol aveva agito con fermezza e con tutta la responsabilità di un poliziotto con alle spalle anni di esperienza. Niente armi addosso, né divisa, la donna girava in borghese. Un chiaro messaggio alla comunità e ai narcos come a dire «sono dentro la comunità per portare un messaggio di pace e di non violenza», un messaggio forte se si considera che quella zona è ritenuta una delle più pericolose del pianeta. Si era occupata soprattutto di illeciti ed era riuscita a farsi rispettare. Ora invece la sua casa è chiusa e senza anima viva, il cellulare tace. Tutt’intorno, intanto, continua la lotta senza tregua per il controllo del narcotraffico da parte dei cartelli di Sinaloa e Juárez. E ora che la burocrazia messicana sta facendo il suo implacabile lavoro tra qualche giorno le autorità cercheranno un sostituto di Marisol. Sempre che qualcuno si faccia avanti. Solo nel mese di marzo, appena cominciato, nello stato di Chihuahua sono sparite 7 donne come denunciato dall’associazione locale «Justicia para Nuestras Hijas», (Giustizia per le nostre figlie) un record spaventoso.