Fabio Cavalera, Corriere della Sera 9/3/2011, 9 marzo 2011
DITTATORI ED ESCORT, LE RELAZIONI PERICOLOSE DEL PRINCIPE ANDREA
Chissà se i massaggi di Virginia erano sedute terapeutiche contro il mal di schiena. Può essere, perché il rappresentante del commercio britannico nel mondo, il duca di York, viaggia molto per promuovere le aziende del suo Paese, anche se le missioni lo costringono a cene imbarazzanti, o con dittatori corrotti come il tunisino Ben Ali, il kazako Nazarbayev, il libico Gheddafi o con ambigui personaggi che hanno debiti pesanti con la giustizia. Lavoro faticoso. Gli capita, dunque, di avere bisogno di relax e cure speciali per tirarsi su. Tutti questi viaggi sono sempre circondati da gossip: è il destino della famiglia reale trovarsi in mezzo ai cicloni mediatici. La storiella che è stata ribattezzata dal Times col titolo «il principe e il pedofilo» è per Andrea, il secondo figlio della regina, uno scivolone che rischia di costargli il posto di «ambasciatore del business» . Le cose stanno così: il duca è amico del ricco americano Jeffrey Epstein che si porta dietro una condanna a 18 mesi nelle prigioni federali per avere indotto alla prostituzione alcune minorenni. Una di loro, Virginia Roberts, ha raccontato di essere stata costretta, quando aveva diciassette anni, a massaggiare un po’ di ospiti, nella villa dello stesso Jeffrey. Qualche seduta l’ha avuta pure con Andrea ma, ha giurato, «niente di erotico» . I due sono rimasti in ottimi rapporti. Solo che l’Fbi, di nuovo, intende ficcare il naso nel giro delle giovanissime escort. Nelle pieghe è saltato fuori dell’altro: ad esempio che il pedofilo Jeffrey si è premurato di pagare i debiti di Sarah Ferguson, l’ex moglie di Andrea (lei ha confermato). Domanda: quali favori ha garantito Jeffrey all’amico? «Solo insinuazioni» , ha risposto infastidito il duca di York. Poteva finire lì. Invece, ecco il domino: un tassello, il secondo, il terzo e via i successivi. Già perché è stata messa sotto la lente d’ingrandimento tutta l’attività del secondogenito di Elisabetta. Allora, sono uscite le spese (pagate dal governo) per i suoi 75 viaggi all’estero: un conto di quattro milioni di sterline. Ma soprattutto le attenzioni si sono rivolte ai 57 meeting che nel 2010 Andrea ha avuto con capi di Stato, ministri, tiranni e loro familiari stretti. Certo, per concludere affari utili al Regno Unito. Però qualcosa non torna: perché ha invitato il genero del tunisino Ben Ali a Buckingham Palace? Perché i frequenti incontri con il clan dei Gheddafi? E perché le feste con Goga Ashkenazi, la bellissima signora che ha avuto un figlio dall’attuale genero (sempre i generi) del dittatore kazako Nazarbayev? È l’ultimo capitolo della saga di Andrea. Il duca di York, fra tanti accordi commerciali, ha trovato il tempo di vendere, grazie a Goga, la sua villa di Sunninghill proprio al genero di Nazarbayev: era valutata 12 milioni di sterline, ne ha generosamente ottenuti 15. In cambio ha accompagnato Goga dalla regina. Andrea adesso vacilla. Persino il Financial Times gli chiede di abbandonare la carica di «ambasciatore» : dalla massaggiatrice a Goga, troppi imbarazzi. Downing Street ufficialmente lo difende poi, attraverso la Bbc, suggerisce che il governo è irritato dai comportamenti del principe. Sua maestà gli darà il consiglio giusto? Buckingham Palace riflette. Uno scandalo reale alla vigilia delle nozze di William con Kate non è ammesso.