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 2011  marzo 09 Mercoledì calendario

QUOTE ROSA, BATTAGLIA IN SENATO SULLA LEGGE

(vedi tabella allegato)- Tutto sembrava pronto per un gesto simbolico, il sì della commissione proprio nel giorno della Festa della donna. E invece, al Senato, il disegno di legge sulle quote rosa si è incagliato di nuovo, con una spaccatura a sorpresa tra governo e maggioranza, Una frenata che potrebbe essere superata già oggi ma che lascia molti dubbi sul destino finale del provvedimento. Il ddl prevede la presenza obbligatoria di almeno un terzo di donne nei consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa o a partecipazione pubblica. Ma dopo il voto bipartisan dei mesi scorsi alla Camera erano arrivate le perplessità degli industriali. Per questo— al Senato, in commissione Finanze — erano già state ammorbidite le sanzioni: non più la decadenza immediata dei cda che non rispettano la legge ma prima una diffida poi una multa e, solo alla fine, la decadenza. Il nodo vero, quello dei tempi, è stato però affrontato ieri. La relatrice Maria Ida Germontani, finiana, ha trovato l’accordo con tutta la commissione e proposto un percorso a due tappe, per arrivare a regime nel 2015. Il governo ha chiesto tempi più lunghi, con l’obbligo di avere un terzo di donne nei cda tre anni dopo, nel 2018. Per questo, a nome del governo, il sottosegretario all’Economia Sonia Viale ha dato parere negativo sull’emendamento Germontani, e ne ha chiesto il ritiro. Uno scontro inedito fra governo e maggioranza, anzi con l’intera commissione. E un intoppo che ha suggerito un rinvio, con tanti saluti all’approvazione simbolica nel giorno della Festa della donna. L’opposizione protesta: «Nella maggioranza ci sono punti di vista diversi che riemergono quando arriviamo ad un punto di svolta» dice Giuliano Barbolini per il Pd, «le lobby hanno fatto pressione» aggiunge per l’Italia dei valori Elio Lannutti. Cosa succede adesso? Il dibattito riprende stamattina. La relatrice Germontani assicura che il suo «emendamento non si tocca perché è condiviso da tutta la commissione» . Il sottosegretario Viale garantisce che «c’è il massimo impegno perché questo atteso provvedimento diventi legge» . Con ogni probabilità il governo ritirerà il parere contrario, anche per mettere l’esecutivo al riparo da un voto sfavorevole. «Credo che la proposta Germontani sia una buona mediazione» , dice il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri. Ma bisogna vedere cosa faranno i parlamentari della maggioranza, visto che ieri il governo aveva detto no. Tutto risolto? No, perché quell’emendamento non è l’ultima curva pericolosa dell’iter parlamentare. Fino a ieri mattina sembrava certo che, dopo il sì della commissione, il ddl sarebbe stato approvato in sede deliberante, cioè con una procedura veloce che consente di saltare il passaggio in Aula. Per farlo serve l’accordo di tutti i gruppi parlamentari e anche del governo. Ancora Gasparri: «Credo sia una soluzione possibile e auspicabile» . Ma il governo, per il momento, non si sbilancia. E in ogni caso, poi, si dovrà tornare alla Camera.