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 2011  marzo 08 Martedì calendario

DA PAOLO VI AL PAPA PROFESSORE ORA —

il VATICANO RISPONDE (IN TV) -

Il Papa professore che risponde alle domande dell’uomo d’oggi: è questa — possiamo scommettere — l’idea che ha guidato Benedetto XVI nel dire di sì al conduttore di «A sua immagine» , Rosario Carello, che gli proponeva di rispondere a tre domande del pubblico per l’edizione straordinaria della trasmissione che andrà in onda il Venerdì santo, 22 aprile, alle 14.10 su Raiuno. È stato lo stesso Ratzinger a parlare — nel libro intervista Luce del mondo — del «carisma» della «riflessività» come proprio della cultura tedesca: «Io penso che Dio, scegliendo come Papa un professore, abbia voluto mettere in risalto proprio ques t o elemento d e L L a riflessività e della lotta per l’unità tra fede e ragione» . Potremmo dire che Benedetto si sente Papa soprattutto quando ragiona e spiega. L’avevamo già visto una ventina di volte per televisione che lo faceva in particolari ambienti — con i giovani, con i bambini, con i preti, con i giornalisti — e ora lo vedremo che lo fa specificamente per un pubblico televisivo. Fino a Paolo VI la regola era: «Non si fanno domande al Papa» . Giovanni Paolo prese invece a rispondere a tutti e Benedetto continua nell’impresa. Il Papa polacco amava la battuta estemporanea e per esempio si affidava all’estro del botta e risposta con il singolo giornalista. Il Papa professore preferisce rispondere a domande «raccolte» e conosciute in anticipo. Non si affida alla buona ventura di una risposta improvvisata e ama argomentare, riflettere, spiegare. Improvvisa nel rispondere, ma dopo aver ruminato la questione che gli è stata posta. Nell’evento che viene ora annunciato c’è indubbiamente la prima volta di un Papa in una trasmissione televisiva con una presenza programmata e specifica, ma c’è anche la conferma di quel segno della «riflessività» con cui il Papa professore sa che passerà alla storia. Egli sperimenta ora— con qualche audacia— il mezzo televisivo per raggiungere con il suo ragionamento sulla fede il pubblico più vasto a cui sa che non potrebbe arrivare né con le omelie, né con il libro su Gesù, né con il libro-intervista.