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 2011  marzo 08 Martedì calendario

FIAT INDUSTRIAL RACCOGLIE 2,2 MILIARDI CON DUE BOND

Due bond per complessivi 2,2 miliardi di euro, con una domanda di importo quattro volte superiore: ha debuttato con grande successo sul mercato dei capitali Fiat Industrial, la holding scissa da Fiat lo scorso primo gennaio. Il presidente Sergio Marchionne, che è anche amministratore delegato di Fiat spa e di Chrysler, ha confermato ieri le trattative con le banche per la rinegoziazione del debito dell’azienda americana, e ha annunciato – in occasione dei festeggiamenti per l’avvio della produzione della Fiat 500 in Messico – che la casa torinese potrebbe produrre un secondo modello nella fabbrica locale di Toluca.

Le due emissioni obbligazionarie di Fiat Industrial sono effettuate dalla controllata Fiat Industrial Finance Europe S.A. nell’ambito del programma di Global Medium Term Notes da 10 miliardi di euro. Le banche lead manager dell’operazione sono Banca Imi, Barclays Capital, Bnp Paribas, Credit Agricole, Citigroup, Royal Bank of Scotland, Société Générale e UniCredit.

Vediamo i dettagli: la prima emissione obbligazionaria, con durata 4 anni (scadenza 11 marzo 2015) e importo di un miliardo di euro, avrà cedola del 5,25%; la seconda è settennale (scadenza 9 marzo 2018) da 1,2 miliardi con cedola al 6,25 per cento; entrambe hanno cedola annuale e prezzo di riofferta pari a 100. Con taglio minimo di 100mila euro sono destinati esclusivamente agli investitori istituzionali. Il rating di entrambi i titoli è pari a Ba2 per Moody’s e BB+ per Standard & Poor’s, ovvero una valutazione di un gradino inferiore al cosiddetto investment grade.

Di entrambi i bond sarà richiesta la quotazione presso il mercato irlandese (Irish Stock Exchange); le due emissioni non sono state collocate negli Usa. Negli Usa peraltro ha sede e raccoglie abitualmente fondi la Case New Holland, una delle principali società del gruppo (attiva nei settori delle macchine agricole e movimento terra); le altre subholding di Fiat Industrial sono Iveco (veicoli industriali) e Fpt Industrial (motori).

Il portafoglio ordini per i due bond, dicono i collocatori, ha superato i 9 miliardi di euro, ed entrambe le tranche sono state sottoscritte abbondantemente al di sopra dell’offerta. La domanda elevata ha permesso di spuntare tassi più bassi di quelli inizialmente previsti. Il tasso del 5,25% sulla tranche a quattro anni è inferiore di oltre 25 punti base – fanno notare fonti vicine al collocamento – a quello implicito nel prezzo del bond di Fiat spa con scadenza febbraio 2015. La tranche a 4 anni è stata collocata per un quarto circa in Gran Bretagna e in percentuali pari al 15% circa in Svizzera, Francia, Italia e Germania; gli invetitori britannici si sono invece aggiudicati quasi metà del bond settennale. I 2,2 miliardi raccolti complessivamente corrispondono esattamente all’ammontare del prestito ponte (con durata di un anno rinnovabile di uno) che le otto banche avevano concesso a Fiat Industrial in vista dello scorporo (e che verrà ora con essi rimborsato). L’azienda ha ricevuto inoltre prestiti sindacati per altri 2 miliardi di euro.

Ieri Sergio Marchionne ha incontrato i giornalisti alla cerimonia per celebrare l’avvio della produzione della 500 all’impianto Chrysler di Toluca, in Messico – cerimonia cui ha presenziato il presidente messicano Felipe Calderon. Il manager italo-canadese non ha voluto dire quale modello di Fiat potrebbe affiancare la 500 in Messico; Toluca produce già la Dodge Journey, produrrà fra qualche mese anche la Fiat Freemont, presentata a Ginevra e derivata dal modello americano, e assemblerà dal 2012 anche la 500 elettrica per il mercato Usa. Chrysler – ha detto Marchionne – sta discutendo con le autorità locali anche della produzione di veicoli commerciali nell’impianto di Saltillo; a tale scopo servirebbe un investimento almeno pari a quello della 500 (oltre 500 milioni di dollari, 400 dei quali coperti con un prestito pubblico messicano). Marchionne ha anche ribadito che Fiat sta trattando con «diversi possibili partner» per una joint venture in Russia.

Entro giugno intanto inizierà la vendita in Messico di modelli Alfa Romeo, mentre la 500 "messicana" verrà esportata anche in Cina. Laura Soave, responsabile Fiat per gli Usa, ha detto che Fiat lancerà nel 2013 un secondo modello negli Stati Uniti; i piani del Lingotto vedono come candidato il monovolume che verrà prodotto dall’anno prossimo in Serbia. Marchionne ha confermato che il Lingotto è in trattative «con più di un potenziale partner» per il mercato russo e punta a chiudere «entro aprile».