Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  marzo 08 Martedì calendario

QUELLA LUNGA DINASTIA ROMANA CHE HA FATTO LA STORIA DEL GIOIELLO

Il bracciale Tubogas, le collane con le monete, i meravigliosi collier dalle pietre colorate e preziosissime, gli argenti mirabili, saranno un po’ meno ”romani”. Quelle vetrine che illuminano con le loro gioie via Condotti e le location più belle e prestigiose del mondo, saranno un po’ meno italiane. La famiglia Bulgari, nota in tutto il mondo vive qui da tanto e non ci si può non vantare che quel marchio sia nato a cresciuto da queste parti e sia stato capitolino fino decisione di ieri di diventare partner di LVMH, ossia il gruppo del lusso più importante che ci sia al mondo. Bella è la storia del marchio, storia che nasce da Sotirio Bulgari, originario dell’Epiro, giunto in Italia nel 1879, arrivato portando con se la conoscenza dell’arte orafa e un po’ di oggetti antichi e moderni. Il primo negozio lo aprì in via Sistina, ma la strada gli sembrava ancora troppo lontana dal cuore della cittè e allora volle spostarsi in via Condotti. Le capacità c’erano tutte, l’ambizione anche, la via più importante e glamour della capitale era la destinazione giusta: erano passati venti anni dal primo insediamento e la clientela cominciava ad arrivare numerosa e qualificata. In azienda, intorno al 1930, arrivano i figli di Sotirio, Costantino e Giorgio che danno subito un impulso diverso, più moderno. La gioielleria diventa punto di riferimento della classe alto borghese e della aristocrazia romana e ben presto internazionale. I turisti si innamorano del nome Bulgari. I due fratelli si dividono gli incarichi, e se Giorgio è più portato per il lato commerciale, è Costantino il vero esperto di gioielli e argenti antichi, tanto che porta la sua firma il volume ”Argentieri, gemmari e orafi” che è una pietra miliare per conoscere l’arte orafa del nostro Paese. Non c’è diva che non porti o non abbia indossato gioielli Bulgari, Elizabeth Taylor per prima. Intanto da laboratorio artigiano, tutto è fatto a mano, Bulgari diventa una griffe. I fratelli trovano una loro cifra stilistica riconoscibilissima in una serie di oggetti anche più facili da indossare, più ”abbordabili” delle tiare, dei solitari, delle creazioni nate per principesse e regine. Sino appunto nati, tra i ’60 e i ’70 i gioielli che mescolano oro e metallo, i bracciali che si attorcigliano al polso come serpenti e finiscono in orologi ovali, tondi, quadrati. Un sogno. Ancora oggi sono richiestissimi. E poi, proprio legata alla storia della città e al suo impero, ecco la serie di collane e orecchini, di monili con le monete antiche. Chi non ne ha voluta o sognata una alzi la mano. E poi ci sono le pietre cabochon intarsiate nell’oro giallo, e ancora e ancora... basta guardare le vetrine o andare alle aste per vedere come siano contese le creazioni che portano la firma della gioielleria romana. Intanto la famiglia cresce, in azienda arrivano le figlie di Costantino, Anna e Marina che coltiva una propria attività col nome Marina B. E arrivano i figli di Giorgio: Gianni, Paolo, Nicola. Gianni particolarmente portato al design moderno, a un certo punto si è diviso dagli altri e ha creato ”Enigma”. La società è rimasta a Paolo e Nicola. A fare da amministratore delegato è Francesco Trapani. Il business si allarga. I negozi crescono. Di grande impatto anche gli orologi, e poi superbe le collezioni Naturalia, Lucea. Di recente le borse, raffinate, hanno come testimonial Julienne Moore. La diversificazione è nell’aria e nel 2002 nasce Bulgari Hotels&Resort con il primo albergo milanese centralissimo, a mille stelle. Profumi, foulard, tutto all’insegna del lusso e della classe. Certo il livello resterà altissimo, ma dopo Fendi, acquisito dallo stesso gruppo, anche Bulgari parla più francese che italiano.