Marzia Amico, varie, 8 marzo 2011
APPUNTI, PER VOCE ARANCIO - MODA
Audrey Hepburn una sera, prima di un evento, si sporcò il vestito di caffè. Prese una camicia bianca al marito, Mel Ferrer, l’annodò in vita, arrotolò a tre quarti le maniche, tirò su il colletto e la indossò con una gonna a ruota. Audrey Hepburn quel giorno inventò una moda.
CAFFE’ Italiani che bevono il caffè: 41 milioni.
DISTRIBUTORE Nel nostro paese ogni giorno prendono un caffè al distributore automatico in 22 milioni. Macchinette istallate in Italia: due milioni, una ogni 29 abitanti. Giro d’affari: due miliardi di euro l’anno.
AUMENTI Il prezzo del caffè, da marzo 2010 praticamente raddoppiato: alla borsa di Londra la qualità “Robusta” è passata da 1.200 a 2.300 dollari alla tonnellata, quella “Arabica” alla borsa di New York è balzata da 130 a 270 centesimi alla libbra. A Wall Street non si conosceva un valore simile da 34 anni.
ATTIRATI Secondo un recente sondaggio di Censis e Confida (associazione italiana di distribuzione automatica), quelli che prendono un caffè al distributore lo fanno perché attirati dall’idea di saziare velocemente fame e sete (il 31%), e dal fatto di poter spendere poco (11%). Adesso l’attrattiva del risparmio rischia di diventare secondaria: anche il caffè dei distributori automatici potrebbe risentire dell’aumento del prezzo delle materie prime. Il costo del caffè alla macchinetta potrebbe aumentare di 15-20 centesimi.
BICCHIERI & PALETTE Insieme al prezzo del caffè, sono aumentati anche i prezzi della plastica usata per i bicchieri e per le palette e dello zucchero, che negli ultimi mesi del 2010 ha subito un incremento di 160-170 euro a tonnellata.
50 CENTESIMI Dice Lucio Pinetti, presidente di Confida: «Alla luce di questi rialzi non possiamo pensare che un caffè al distributore automatico oggi possa costare meno di 50 centesimi se vogliamo mantenere elevati livelli qualitativi e di sicurezza». Risponde Rosario Trifiletti di Federconsumatori: «Per un caffè bastano sette grammi di polvere, con un chilo se ne fanno 130, non ci sono scuse per aumenti dei prezzi tra il 35 e il 50%».
MOGLIE/ MARITO Lady Nancy Astor, conservatore: «Se fossi tua moglie, ti metterei il veleno nel caffè». Churchill, conservatore: «Se fossi tuo marito, lo berrei».
ACQUA Litri d’acqua imbottigliati nel 1990: poco più di sei miliardi. Nel 2006 due volte tanto.
DIMINUZIONE In Italia l’anno scorso la domanda d’acqua minerale è diminuita del 3-3,5%: i consumi sono scesi a circa 11 miliardi di litri contro gli 11,4 miliardi del 2009. In pratica l’anno scorso ogni italiano, neonati compresi, ha bevuto circa quattro litri di minerale in meno rispetto al 2009 scendendo a una media di 188 litri annui, più o meno mezzo litro al giorno. Spiega Ettore Fortuna, presidente di Mineracqua, l’associazione che raggruppa le 165 aziende italiane del settore che gestiscono oltre 300 marchi: «Un calo non è un crollo, agli italiani l’acqua minerale continua a piacere moltissimo. Il fatto è che l’anno scorso sono diminuiti i consumi alimentari complessivi ma quelli dell’acqua sono calati meno della media generale».
PREZZO Prezzo medio della minerale in Italia: venti centesimi al litro, il più basso a livello comunitario, fermo da anni. Per comprare l’acqua una famiglia di tre persone spende in media 118 euro l’anno. Le esportazioni di acqua italiana nel 2010 sono aumentate del 18%.
CARAFFA Tra i motivi che hanno determinato l’aumento dei prezzi: l’esplosione della moda delle caraffe con filtri che depurano l’acqua “normale” dal cloro (costo: fra i 30 e i 50 euro con l’unica scocciatura di dover cambiare filtro ogni mese), e la spinta costante a favore della “chilometri zero”.
PLASTICA Per l’imbottigliamento dell’acqua minerale consumata in Italia l’anno scorso sono state usate 250mila tonnellate bottiglie di plastica. Di queste, 100mila sono state riciclate.
BASTEREBBE Per favorire il passaggio mondiale verso la Green economy (un’economia di efficienza energetica e bassa intensità di carbonio) basterebbe investire in modo accorto il 2% del valore annuo del Prodotto interno lordo mondiale in dieci settori fondamentali dell’economia.
SETTORI I settori chiave dell’economia verde secondo l’Unep, il Programma dell’Onu per l’ambiente: agricoltura, costruzioni, produzione di energia, pesca, produzione forestale, industria, turismo, trasporti, gestione dei rifiuti e gestione idrica.
LAVORO & BENESSERE Dice l’Unep: investire in ciascuno di questi settori in modo da favorire il minore uso di combustibili fossili, l’efficienza energetica, la conservazione di risorse naturali, garantirebbe una crescita dell’economia globale a un tasso pari se non più alto di quello prevedibile secondo i modelli economici attuali, creando lavoro e benessere anche per i Paesi in via di sviluppo.
INDIA Un esempio è l’India, con il suo sistema nazionale di «occupazione rurale garantita» (Nrega, National rural employment guarantee act): la legge indiana garantisce a ogni nucleo familiare rurale un minimo di 100 giorni di lavoro retribuito all’anno, di solito in programmi di piccole opere pubbliche. Lo stato ci investe circa otto miliardi di dollari ogni anno, e ha generato lavoro in programmi di conservazione dell’acqua, irrigazione, piccole infrastrutture rurali, bonifiche. Nell’agricoltura, dice l’Unep, una Green economy dovrebbe investire tra 100 e 300 miliardi di dollari ogni anno per promuovere la migliore gestione dei suoli e dell’acqua. E così via, settore per settore.
LONZINO «Se ho sessanta euro da spendere preferisco comprarmi un lonzino di cinta di Paolo Parisi, un salame dei Savigni, due formaggi, un Nero d’Avola o un Amarone» (un lettore di Paperogiallo.net).
FOODIES/1 Chi scrive è un foodies, uno di quelli che si sono fatti una cultura in fatto di cucina e la mettono a frutto scegliendo i prodotti migliori e scovando i posti con il rapporto qualità-prezzo più conveniente.
TURISTI Nel 2010 gli italiani che hanno viaggiato per turismo enogastronomico sono raddoppiati. I viaggi svolti per questo motivo sono stati 2,7 milioni (analisi di Coldiretti su dati dell’Osservatorio nazionale del turismo).
FOODIES/2 Secondo la ricerca “Foodies: il cibo come passione di massa” In Italia i foodies sono circa quattro milioni e mezzo, l’8,9% della popolazione italiana. Uomini soprattutto, d’età compresa tra i 25 e i 54 anni, vivono di solito al Nord. Per loro mangiare è soprattutto «un piacere da condividere con gli altri» (69,4%) e «una passione, ricca di significati ed esperienze» (64,2%). Considerano il cibo fonte di piacere (sapore) ma anche territorio di conosenza (sapere) (ricerca realizzata dall’istituto GPF per conto di Negroni).
FOOD BLOGGER Altra tendenza, partita nel 2005 e che continua inarrestabile, sono i food blogger che grazie a un amore spassionato per la buona tavola si sono inventati una professione. Chiara, Angela, Sonia, Sandra, Sigrid preparano nella loro cucina, ispirati da viaggi e riviste, poi postano sul loro blog. Seguitissimi, sono diventate apprezzati opinion leader del settore. Quella che è nata come una passione si è rivelata per molti un passepartout nel mondo del lavoro tra scuole di cucina, collaborazioni editoriali e catering selezionati.
UNTOCCODIZENZERO.IT Racconta Sandra Salerno, torinese, autrice di www.untoccodizenzero.it: «Prima facevo la consulente legale ma la passione per i fornelli ha sempre covato in me. Per dare sfogo al mio amore per il cibo e non far arrugginire i fornelli ho creato il sito. All’inizio era solo un passatempo, poi mi sono accorta, dai riscontri dei lettori, che poteva diventare una vera professione. Ho iniziato ad aggiornare i post sempre più spesso, proporre ricette originali con ingredienti insoliti, a farmi venire idee nuove per cavalcare l’onda di questo potenziale business. E pian piano sono arrivate le prime proposte di collaborazione, i banner pubblicitari e i miei progetti hanno preso forma».
CUOCA A DOMICILIO Adesso Sandra è una richiestissima cuoca a domicilio e gira le case dei torinesi e non solo preparando manicaretti su richiesta per tavolate fino a 40 persone. I guadagni possono andare da 30 fino anche a 70 euro a commensale, dipende dal menu. «Le soddisfazioni sono tante ma bisogna essere ben attrezzate. In cucina non bastano le mani, servono tanti strumenti, dal tritatutto alla pentola a pressione, per velocizzare e facilitare la preparazione dei piatti. Quindi, all’inizio, è indispensabile un piccolo investimento nelle attrezzature. E poi serve spirito di organizzazione, tenacia e cura dei dettagli. Perché le aspettative dei clienti sono sempre alte e deluderli non è permesso. Nemmeno in dettagli, come la presentazione dei piatti o della tavola».
CORSI Saltando da una cena a un aperitivo, da una festa di compleanno a un pranzo di lavoro, il passaparola ha giocato la sua parte e Sandra ha cominciato a organizzare un ciclo di serate etniche, in collaborazione con Slow Food Torino, e a proporre corsi serali di cucina (anche a domicilio: idea da copiare per un addio al nubilato speciale!), dove insegna a preparare dai bocconcini di fingerfood al pane fatto in casa usando sempre ingredienti di prima qualità. Dalla sua cucina è bandito il cibo spazzatura.
DIMAGRIRE Comunicato interno della Turkish Airlines: «Peso e altezza sono fattori importanti in tutte le compagnie aeree. Sono criteri fondamentali sia per la presenza sia per la capacità di potersi muovere». La compagnia ha chiesto a 28 tra piloti e assistenti di volo, 13 dei quali sono donne, di mangiare cose sane, pena il licenziamento. I dipendenti avranno tempo sei mesi per fare pace con la bilancia, intanto sono stati messi in aspettativa.