Lucrezia Dell’Arti, varie, 8 marzo 2011
WELFARE AZIENDALE, PER VOCE ARANCIO
Il welfare aziendale, ovvero l’insieme delle iniziative e dei servizi che le aziende realizzano per andare incontro alle esigenze dei lavoratori: dall’assistenza sanitaria all’accesso al credito fino al tempo libero.
Il 35% delle aziende milanesi ha attivato servizi di questo tipo. Sono soprattutto le più grandi a orientarsi verso questa scelta (il 79%), ma anche, pur se in misura contenuta, le piccole e le medie (il 25% in tutto) (rapporto “Il lavoro a Milano” di Assolombarda).
«Nelle imprese si è presa coscienza con forza dei benefici non direttamente monetari dei lavoratori. E questo accade nelle grandi che stanno sfruttando al massimo il potenziale dei servizi come nelle piccole. È una precisa strategia che, da un beneficio intangibile, porta alla creazione di maggiore produttività» (Francesco Perrini, direttore del Cresv della Bocconi).
I servizi più diffusi: assistenza sanitaria integrativa (il 24%); vaccinazione antinfluenzale e comunque vaccinazioni in generale (il 17%); convenzioni con istituti bancari e assicurativi (il 16%); check up in strutture esterne e convenzioni con strutture sanitarie (il 16%); iscrizione a corsi di formazioni di interesse del lavoratore (il 15%); convenzioni con agenzie viaggi (il 13%) (rapporto “Il lavoro a Milano” di Assolombarda).
All’origine della scelta di mettere a disposizione servizi di welfare aziendale c’è una decisione unilaterale dell’imprenditore (nel 35% dei casi), mentre nel 25% dei casi la decisione scaturisce da un accordo singolo o plurimo con i lavoratori e nel 21% dalla contrattazione sindacale (rapporto “Il lavoro a Milano” di Assolombarda).
Elisa, 36 anni, sposata, dipendente della Tetra Pak di Spilamberto, in provincia di Modena. Non porta più gli abiti in lavanderia, approfitta dello sconto tra il 30 e il 40% sul listino prezzi del negozio vicino allo stabilimento in cui lavora. Ha da poco comprato la macchina, scegliendone una tra quelle dei dirigenti che a fine leasing possono essere riscattate dai lavoratori: rispetto alle quotazioni di Quattroruote ha risparmiato 3mila euro. Ha eliminato l’abbonamento della palestra, 120 euro al mese: in pausa pranzo va alla palestra aziendale, gratuita. L’ultimo acquisto che ha fatto è un iPad: la sua azienda ogni tre anni le dà un bonus di 300 euro per l’innovazione con la possibilità di rateizzare le spese fino a un massimo di 3300 euro per prodotti tecnologici. Con l’addebito in busta paga, senza tassi d’interesse. Facendo un po’ di conti, Elisa riesce a risparmiare diverse migliaia di euro l’anno.
Da un’analisi di Federconsumatori per Adecco, che ha lanciato in questi giorni Adecco Life, pacchetto di agevolazioni e strumenti di supporto ai lavoratori, emerge che a seconda delle convenzioni e dei servizi sfruttati dal dipendente, su una spesa di 29.820 euro - dagli alimentari alle telecomunicazioni - un lavoratore può risparmiare tra 565 e 3.600 euro.
Ma come si mette in piedi una rete di servizi e sconti? Qualche settimana fa un gruppo di grandi aziende, tra cui Edison, Wind, Mediaset, De Agostini, Martini & Rossi, Merck Serono, Telecom Italia, Skf e Lavazza, coordinate da Eudaimon, ha creato Iep (Imprese e Persone), una piattaforma su cui condividere servizi e prodotti a un prezzo scontato per i rispettivi dipendenti.
«Il welfare aziendale è anche un contributo al miglioramento della società e una risorsa insostituibile in un nuovo modello di welfare per il nostro paese. Per questo, è indispensabile che il governo metta a punto strumenti di agevolazione, ad esempio fiscale, per le aziende che investono nel welfare» (Alberto Perfumo, amministratore delegato di Eudaimon e coordinatore del network).
Le prime offerte disponibili dal network riguardano l’energia elettrica, i servizi di telefonia, i libri e altri prodotti editoriali, macchine per il caffè, ecc. I dipendenti delle aziende del network entrano nella “piazza” Iep attraverso un sito Internet oppure un contact center, senza muoversi dal posto di lavoro, approfondiscono le offerte disponibili e prendono contatto per informazioni e acquisti.
«Le condizioni di miglior favore che abbiamo deciso di “scambiarci” tra aziende del network Iep consentono di rendere disponibili a tutti i dipendenti delle società coinvolte agevolazioni a cui singolarmente non potrebbero accedere» (Livia Carta, direttore risorse umane di De Agostini).
E per le piccole e medie imprese, che non dispongono di servizi o prodotti da “scambiare”, ma che vogliono comunque mettere in atto politiche di welfare aziendale? Spiega a VoceArancio Federico Isenburg, presidente di “Muoversi”, società che aiuta le imprese a realizzare piani di welfare aziendale: «Non c’è un limite di grandezza dell’azienda, diciamo che dai quindici dipendenti in su si può studiare un piano. Bisogna capire cosa vuole fare l’azienda, come vuole strutturare le risorse».
«Noi abbiamo un network di circa 500 aziende, con cui lavoriamo a prezzi particolari. Ma poi, a seconda delle esigenze del cliente, ci occupiamo di realizzare nuove convenzioni a misura dell’azienda» continua Isenburg. I servizi più richiesti? «L’assistenza sanitaria, l’asilo nido, le borse di studio, il trasporto pubblico, i servizi di badanti e colf».
Ci sono anche sgravi fiscali per le aziende che decidono di imbarcarsi in questi progetti. Isenburg :«Gli articoli 51 e 100 del Testo Unico delle Imposte sui Redditti (TUIR) identificano delle aree di defiscalizzazione per le aziende attraverso l’erogazione di strumenti e/o servizi a favore dei dipendenti e dei loro familiari (anche non a carico). Su alcuni servizi ci sono dei tetti, mentre per altri, per esempio gli asili nido, non si individua un massimale».
Le aziende, inoltre, possono assegnare un buono da poter spendere in beni o servizi fino a un valore di 258,23 euro l’anno (rif. Testo Unico del 22/12/1986 n. 917 - art. 51, comma 3). «La nostra società – conclude Isenburg - si occupa di gestire virtualmente l’ammontare assegnato oppure di emettere buoni cartacei per servizi non disponibili elettronicamente».