http://www.tripolini.it/IT/ITSTORIA.html, 8 marzo 2011
STORIA
Non è una cronologia rigorosa piuttosto una lista di date, eventi e riferimenti utili per comprendere meglio quello che è accaduto.
…. I fenici si stabiliscono sulle coste Libiche dando origine a Sabratha, Oea e Leptis,
I – IV Sec. Dominazione Romana, le tre citta “Tripolis” si espandono, Leptis diviene Leptis Magna per aver dato i natali all’imperatore Settimio Severo. La regione diviene il granaio dell’Impero Romano
630 Gli Arabi provenienti dall’ Egitto conquistano la regione conducendo alcuni secoli di guerre contro i Berberi e portando il pase al declino.
1510 Gli Spagnoli riconquistano la citta e la fortificano per poi cederla, con Malta, ai Cavalieri di San Giovanni cacciati da Rodi
1550 I turchi conquistano Tripoli, le varie reggenze portano al governo dei corsari. Tripoli è un porto di rifugio per i pirati che infestano il Mediterraneo.
1711 La citta conquista l’indipendenza dai Turchi al comando di Ahmed Pascià Karamanli ma resta rifugio di pirati
1801-1805 I marines americani liberano la nave Philadelpia catturata dai Pirati, sbarcano sulla costa e raggiungono a piedi Derna ( tale fatto è ricordato nell’Inno del corpo dei Marines). Viene firmato un trattato di pace.
1825 La flotta del Regno di Sardegna al comando del Capitano di Vascello Francesco Sivori su mandato del Re Carlo Felice interviene per risolvere un conflitto ed oltre duecento marinai entrano in porto e danno alle fiamme la flotta del Bey.
1835 La città torna sotto il diretto controllo dell’ impero Turco che la governa nonostante le forti spinte indipendentiste del paese
1911 Le truppe Italiane conquistano Tripoli nella guerra Italo-Turca ma tutto il resto del paese è fuori controllo. I ribelli nazionalisti vedono l’opportunità per l’indipendenza e non hanno alcun motivo per passare dalla dominazione Turca a quella Italiana.
1912-1934 Il periodo più cruento e doloroso dello scontro tra i nazionalisti e l’esercito, distruzione e violenze, deportazioni, campi di concentramento e utilizzo di armi chimiche. Si conclude con la cattura (1931) e la condanna a morte del capo degli indipendentisti Omar El Muktar, per la Libia un eroe nazionale.
1934 Il maresciallo Italo Balbo viene nominato Governatore unico della Libia (Tripolitania e Cirenaica) e prende le distanze dalla precedente politica di crudeltà, liquida i campi di concentramento, grazia la maggior parte dei ribelli iniziando così il processo di normalizzazione in vista delle future migrazioni coloniche.
1936 Si completa il piano di costruzione dei villaggi colonici sulle terre acquisite nel 1932.
1937 La popolazione colonica comprende 2711 famiglie, Balbo inzia un piano per una colonizzazione di massa con l’obiettivo di arrivare a 20.000 coloni all’anno per cinque anni.
1938 ad Ottobre i primi 20.000 coloni arrivano in Libia dall’ Italia
1940 L’italia entra in guerra e il 28 giugno nel cielo di Tobruk l’areo di Balbo sul quale viaggiava anche l’amico Nello Quilici viene abbattutto dalla contraerea amica per errore.
1940-1945 In Libia passano e ripassano tutti gli eserciti da quello Italiano a quello Tedesco a quello Britannico, nei villaggi della cirenaica la quasi totalità degli ulivi e delle piantagioni è distrutta, inizia l’occupazione britannica sotto il controllo della BMA ( British Military Administration).
1951 Il 24 Dicembre il re Mohammed Idris I proclama l’indipendenza del paese
1952 Comicia l’esodo della maggior parte dei coloni italiani che rientrano in patria specialmente quelli delle zone più distanti dalle città.
1953 La Libia aderisce alla Lega Araba
1954 Viene concesso agli Stati Uniti l’uso della base aerea di Wheelus Field fino al 1970, in cambio di sette milioni di dollari e 24 mila tonnellate di grano per il primo anno, quattro milioni di dollari all’anno per i successivi sei e un milione all’anno per i restanti.
1955 Il governo francese accetta di evacuare le proprie basi e truppe ancora presenti nel Fezzan.
1956 Trivellato il primo pozzo ai confini con l’Algeria dalla Libyan American Oil.
1957 Viene ratificato l’accordo Italo libico (L’italia versa alla Libia 4.812.500.000 lire italiane, vengono trasferite le proprietà degli enti agricoli di colonizzazione ed i contributi previdenziali versati degli Italiani) e viene chiuso ogni contenzioso. [nota1]
1959 Termina la gestione degli enti per la colonizzazione con il bilancio di vent’anni di attività nella quale hanno bonificato e reso produttivi 40.401 ettari.
1959 A Zelten viene trivellato il più grande giacimento e inizia lo sfruttamento da parte delle società Shell, Oasis, Gulf, Texas e American Overseas.
1961 completato l’oleodotto di 167 chilometri fino al porto di Marsa Brega.
1961-1964 Si completa l’esodo da tutti i villaggi colonici a seguito della legge Libica del 1960 sulla proprietà dei beni, restano nel 1964 in Libia 27 mila italiani dei quali 24 mila solo nella capitale.
1963 Viene promulgata la nuova costituzione
1967 La crisi Arabo-Israeliana ha ripercussioni in Libia con rivolte di piazza e incendi di negozi, gli Stati Uniti con un ponte aereo evacuano 6 mila civili, mentre i 5 mila ebrei di Libia tra i quali anche molti Italiani lasciano definitivamente il paese.
1969 Il re Idris è in Turchia per cure e prepara l’abdicazione a favore del principe ereditario Hassan er-Ridà. Il 1° settembre il capitano dell’esercito Gheddafi proclama il colpo di stato e viene nominato colonnello.
1970 Proseguono l’opera di nazionalizzazione e lo smantellamento delle basi militari inglesi e americane, vengono acquistati dalla Francia cento cacciabombardieri Mirage. Gli italiani che decidono di vendere le proprietà devono versare i soldi presso una banca libica.
Il 9 Luglio in un discorso a Misurata il leader Libico invita il Ministro degli Esteri Italiano Aldo Moro in Libia in visita ufficiale, ma in Italia una crisi di governo impedisce questo gesto di riavvicinamento.
Il 21 Luglio vengono emanate le leggi Libiche di confisca di tutti i beni ( circa 400 miliardi di lire al valore del 1970) degli Italiani e degli Ebrei e l’espulsione di tutti i residenti in violazione del trattato del 1957 e della risoluzione dell’ONU [1] che tutelavano i cittadini italiani e i loro beni inclusi i contributi previdenziali che l’Italia aveva ceduto alla Libia. L’Italia si limita ad affrontare, totalmente impreparata. l’esodo forzato dei 20.000 italiani.
1976 Dicembre la Libia acquista il 10% delle azioni FIAT per 415 milioni di dollari
1986 15 Aprile L’aviazione Americana bombarda Tripoli , e in seguito due esplosioni al largo dellì isola di Lampedusa sono attribuite a missili SCUD Libici. Il 23 Settembre la FIAT ricompra le azioni detenute dalla finanziaria libica LAFICO per 3 miliardi di dollari.
1998 Durante il governo Prodi il ministro degli esteri Dini firma l’accordo con la Libia ( Noto come accordo Dini-Muntasser) rinunciando a ogni forma di compensazione per i beni confiscati a gli italiani nel 1970 senza assumersene l’onere. Viene promessa la costruzione di un ospedale.
2002 L’Italia attrezza il centro traumatologico dell’ Ospedale di Bengasi.
2004 il 7 ottobre viene inaugurato il gasdotto Italo-Libico alla presenza del Leader Libico e del Presidente del Consiglio Italiano Berlusconi, viene cancellata la festa della vendetta e viene assicurata la possibilità agli italiani nati in Libia di ritornarvi.
2005 il 7 Ottobre viene ripristinata la festa della vendetta mentre il divieto di ritorno agli Italiani nati in Libia non è stato mai tolto.
2007 Il cimitero italiano di Hammangi nel cuore della città viene finalmente risistemato ( i lavori erano iniziati alcuni anni prima) e le circa 6.500 salme vengono sistemate nella zona ristrutturata finalmente al riparo da abbandono e possibili saccheggi, uno stato d’abbandono indegno che durava dal 1970. La parte restante del cimitero di circa 80.000 mq sarà bonificata e restituita alla municipalità di Tripoli che potrà usufruirne per area verde o impianti sportivi.
2008 Il 25 Luglio l’agenzia di stampa Libica annuncia che l’Italia firmerà un trattato che prevede il risarcimento alla Libia per 3 miliardi di euro. Il presidente del Consiglio Italiano conferma la volontà di concludere l’accordo entro agosto 2008. Nessun cenno alla questione ancora aperta della confisca dei beni degli Italiani.
2008 Il 31 Agosto a Bengasi viene firmato l’accordo Italo-Libico. L’Italia porge le scuse per il passato coloniale e s’impegna a versare alla Libia 5 Mld di dollari per compensazione.
2008 Il 19 Novembre il Consiglio dei Ministri Italiano approva il disegno di legge di Ratifica dell’ accordo del 31 Agosto e si impegna a risarcire, anche se parzialmente, i 20.000 italiani cacciati nel 1970.
2009 Il 18 Febbraio Viene pubblicata la legge approvata dal Parlamento Italiano [3] di ratifica del trattato Italo Libico firmato a Bengasi il 30 Agosto 2008. L’accordo prevede la possibilità per gli italiani cacciati nel 1970 di ritornare per turismo o lavoro in Libia. Nella legge di ratifica viene introdotto un articolo che prevede un risarcimento parziale per i beni i confiscati nel 1970 anche se l’entità del risarcimento e le modalità sono demandate ad un successivo decereto da emanare a cura del Ministero dell’ Economia. Lo stanziamento previsto in 150 milioni di Euro da erogare su tre annualità rappresenta un risarcimento di fatto simbolico rispetto l’ammontare del credito corrispondente a circa 3 Miliardi di Euro.
2009 Il 10 Giugno Il Leader Libico Gheddafi compie la prima visita ufficiale in Italia. Nel rinnovato clima di ritrovata amicizia tra Italia e Libia, con conseguente rilancio di vantaggiose intese economiche tra i due Paesi non vi è spazio negli incontri ufficiali per i rimpatriati dalla Libia.
2009 Il 12 Agosto viene ufficialmente confermata la presenza dell’ Italia con un esibizione della Pattuglia Acrobatica Nazionale “Frecce Tricolori” alle manifestazioni di Settembre in Libia per l’anniversario della rivoluzione. I rimpatriati dalla Libia attendono ancora le scuse per come sono stati trattati, e il decreto promesso sui risarcimenti.
2010 Agosto, l’Italia festeggia il secondo anniversario del trattato con una solenne cerimonia a Roma alla presenza del Leader libico.
I rimpatriati dalla Libia attendono ancora l’attuazione della legge del febbraio 2009 sugli indennizzi. Le interrogazioni parlamentari e le richieste di informazioni restano senza risposta.
2010 Ottobre , il giorno 10 l’Associazione dei rimpatriati (AIRL) celebra la memoria del quarantennale del rimpatrio forzato, durante il convegno nazionale, in tale occasione il presidente della Repubblica On. Napolitano manda un messaggio (leggi qui)
2010 Novembre, Viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 30 Novembre 2010 Il decreto del Ministero dell’Economia in attuazione dell’ art. 4 della Legge 7/2009 (Legge di ratifica dell’accordo del 2008). Il coefficiente d’indennizzo è stabilito in 0,30. Il coefficiente di rivalutazione monetaria dal 1970 al 2010 pubblicato da ISTAT ha valore 16,4 senza considerare gli interessi.
2011 Febbraio, Il giorno 17 in Libya, sulla scia di quanto avvenuto in Tunisia ed Egitto, inizia una protesta popolare verso il regime che a partire dalla Cirenaica arriva fino alla città di Tripoli. La comunità internazionale, attua l’evacuazione degli stranieri dal paese mentre l’ONU condanna l’uso eccessivo della violenza per sedare le proteste del popolo.
Il 25 Febbraio il Ministro Italiano della Difesa dichiara che l’accordo d’amicizia del 2008 è di fatto inoperante mancando una controparte.
[1] Trattato Italo Libico del 2 ottobre 1956 convertito in legge dello Stato Italiano nr. 843 del 17 Agosto 1957
[2] Risoluzione ONU nr. 388 del 15 dicembre 1950 Articolo VI
[3] Legge 6 Febbraio 2009 nr. 7 G.U. nr. 40 del 18.02.2009