RAFFAELLO MASCI, La Stampa 8/3/2011, 8 marzo 2011
Cosa deciderà il malato? - Da ieri è iniziata la discussione alla Camera sul testamento biologico
Cosa deciderà il malato? - Da ieri è iniziata la discussione alla Camera sul testamento biologico. Di che cosa si tratta? Il testamento biologico è un documento attraverso il quale una persona, da adulta e nella pienezza delle proprie facoltà mentali, dà indicazioni sui trattamenti sanitari che desidera o non desidera ricevere in caso di coma vegetativo permanente. Il caso più emblematico - per capire il problema a cui questa legge vuole dare risposta - è quello di Eluana Englaro, morta nel febbraio del 2009, dopo 17 anni di coma: se ci fosse stata una legge su questa materia tutto sarebbe stato più semplice. Il testamento biologico, comunque, non è in nessun modo un provvedimento sull’eutanasia. Chi ha presentato proposte di legge in proposito? All’inizio della legislatura, sono state presentate - tra Camera e Senato - ben 21 proposte di legge sul testamento biologico, da parte di tutti i partiti. Però, poi, la questione è stata sostanzialmente abbandonata. Fino a quando è scoppiato il caso Englaro. Quale proposta il Parlamento sta ora esaminando? Quella della maggioranza di centrodestra, firmata dal senatore Raffaele Calabrò. Questo ddl è stato votato dal Senato nel marzo del 2009, ma poi è rimasto in commissione, alla Camera, fino alla scorsa settimana. Quali sono i punti centrali di questa legge? Il cittadino - secondo il provvedimento - può dare indicazioni sul fine vita e sui trattamenti che desidera o non desidera ricevere. Ma non può chiedere, invece, la sospensione del nutrimento e dell’idratazione. Inoltre il suo parere deve considerarsi come «orientativo» e non «vincolante» per i sanitari. Ma se è così, vuol dire che il medico può disattendere le indicazioni lasciate dal cittadino? Assolutamente sì. A lui spetta l’ultima parola. Il cittadino nel fare testamento biologico deve indicare un fiduciario, incaricato di far rispettare le sue volontà. Se, però, dovesse sorgere una controversia tra fiduciario e medico curante, la disputa sarebbe affidata ad una commissione di tre medici nominata dalla direzione sanitaria dell’ospedale. Ma neppure il verdetto della commissione sarebbe vincolante per il medico. In sostanza il testamento biologico non darebbe alcuna certezza? Nella sostanza è così: io posso dire cosa voglio, ma il medico può sovvertire questa mia volontà, se la ritiene stridente con la sua etica professionale e personale. Chi è d’accordo e chi in disaccordo su questa proposta? In accordo è tutto il centrodestra, che già al Senato ha votato compatto e ora alla Camera potrà contare anche sui voti dell’Udc. Contrari sono tutti gli altri. Perché il centrosinistra, l’Idv, i radicali e altri sono contrari? Le posizioni sono diversificate, comunque i punti controversi sono soprattutto due: l’obbligo dell’idratazione forzata e il carattere non vincolante del testamento. Nel primo caso si considera il fatto che l’idratazione in un malato in coma vegetativo non è il semplice dare da bere, ma prevede un intervento chirurgico ed è quindi una pratica invasiva. La seconda questione è ancora più dirimente: se faccio un testamento è perché voglio che i sanitari si comportino rispetto al mio corpo come dico io, ma se questo non accade e il medico ha sempre l’ultima parola, che senso ha fare testamento? Le posizioni sono diverse solo tra destra e sinistra? No, sono diversificate anche all’interno dei due schieramenti, con i cattolici di entrambe le parti schierati in un certo modo e i laici in un altro. C’è però una differenza sostanziale di comportamenti politici: in Senato Berlusconi chiese che sulla legge non ci fossero distinguo, era quella presentata dal Pdl e tutti dovevano votarla. E così avvenne. Il Pd potrebbe mai chiedere (e ottenere) un analogo comportamento? La Chiesa, in tutto questo, come la pensa? La Chiesa considera inopportuna, in via di principio, qualunque norma sul fine vita, in quanto sulla base della fede che proclama, il vivere e il morire non sono nella disponibilità degli uomini. Tuttavia considera la legge Calabrò il male minore rispetto ad un testamento biologico vincolante. Quali sono i tempi di approvazione di questa legge? Non si sa. In Senato è rimasta due anni. Entro domani si terrà alla Camera la discussione generale, ma quella sull’articolato e la votazione sono state rinviate ad aprile. Ammesso che tutto possa essere concluso in tempi brevi, bisogna considerare che la Camera, in Commissione, ha modificato il testo e quindi l’intera proposta dovrà tornare in Senato. Per restarci quanto?