GIANLUCA PAOLUCCI, La Stampa 8/3/2011, 8 marzo 2011
I capitali francesi alla campagna d’Italia - L’ opa dei francesi di Lvmh su Bulgari stabilisce un primato: il maggior premio offerto agli azionisti di minoranza nella storia di Piazza Affari
I capitali francesi alla campagna d’Italia - L’ opa dei francesi di Lvmh su Bulgari stabilisce un primato: il maggior premio offerto agli azionisti di minoranza nella storia di Piazza Affari. Abituata ad un capitalismo debole fatto di pacchetti di controllo che passano di mano senza che le minoranze ne abbiano alcun beneficio, la Borsa italiana ha scommesso ieri su un’altra operazione franco-italiana: un’opa delle assicurazioni di Groupama su Fondiaria-Sai o su Milano Assicurazioni, dopo che la Consob ha chiuso la porta in faccia ad un ingresso più morbido - e per loro meno dispendioso - nel capitale della holding della famiglia Ligresti, Premafin. Così, mentre i titoli di Bulgari volavano con un rialzo del 60%, quelli di Fonsai e Milano Assicurazioni, a dispetto delle attese di crollo, balzavano dell’8% e dell’5%. Per restare all’ambito borsistico, un’altra partita che potrebbe vedere presto un fiume di soldi francesi arrivare in Italia per prendere in mano un asset meno glamour ma molto più strategico è quella che coinvolge il gruppo Edf (Electricité de France, l’ex monopolio dell’energia a controllo statale) nella proprietà di Edison, secondo gruppo elettrico italiano. Dopo mesi di stallo, gli avvocati di Edf sono stati una settimana fa in Consob per presentare una serie di domande, senza escludere la possibilità, anche in questo caso, di un’opa sui titoli di Foro Buonaparte. Non che l’interesse dei capitali francesi sia una novità. Per restare nel campo del Made in Italy, nel portafoglio di Lvmh, Bulgari sarà in buona compagnia. Si troverà accanto a due marchi storici come Pucci e Fendi. Il concorrente principale di Arnault, quel François Pinault (gruppo Ppr) che è anche proprietario e mecenate del veneziano Palazzo Grassi, è da tempo proprietario invece di Gucci e di Bottega Veneta, gioiellino della creatività italiana che ha imposto i suoi intrecci di pelle alle signore danarose di mezzo mondo. Se Gucci è nel gruppo Ppr dal 1999, il trend però negli ultimi anni ha subito un’accelerazione e si è espanso. Nel settore della finanza, dopo che l’estate dei furbetti ha portato Bnl in braccio a Bnp Paribas è arrivato il Crédit Agricole a mettere insieme gli sportelli ex Intesa Sanpaolo con il marchio Cariparma. Nei trasporti, l’Air France è nel capitale di Alitalia dove in molti aspettano e qualcuno spera che presto ne diventi il controllore. Le ferrovie di Sncf in quello di Ntv, che viaggerà lungo la rete ad alta velocità italiana su treni della francese Alstom assemblati peraltro a Savigliano, in provincia di Cuneo. Mani francesi anche sulle fiere: il Cibus di Parma, il Lingotto fiere di Torino, su Padova e su Bologna e Rimini. E mentre sotto le Alpi si fanno discorsi sulla mancanza di reciprocità (memorabile la telefonata dell’allora premier Dominique de Villepin a Silvio Berlusconi, cinque anni fa esatti, per dire che un’opa di Enel su Gaz de France sarebbe stata considerato alla stregua di un «attacco alla Francia»), sull’altro versante si rimane un po’ male quando dall’Italia si viene estromessi. Antoine Bernheim, rimasto fuori dalle Generali alla veneranda età di 85 anni, se la prende con «les italiens»: un Paese dove il tradimento è «istituzionale addirittura costituzionale», come ha confessato in un libro di memoria appena uscito l’anziano banchiere.