Sissi Bellomo, Il Sole 24 Ore 5/3/2011, 5 marzo 2011
OFFERTA DI RAME IN CRESCITA
Gli analisti continuano a prevedere un forte deficit di rame nel 2011. Il mercato, tuttavia, sta cominciando a reagire alla corsa dei prezzi, più che triplicati negli ultimi due anni, fino a raggiungere in febbraio un record storico superiore a 10mila dollari per tonnellata.
Esaminando i bilanci di 11 tra i maggiori produttori del metallo, la Reuters ha calcolato che nel quarto trimestre 2010 l’output è salito di circa il 2%, a poco più di 2 milioni di tonnellate. Il monitoraggio copre solo un decimo del settore, in termini di volumi, ed esclude il primo produttore mondiale, la cilena Codelco, di cui non sono ancora note le cifre sul quarto trimestre (nei primi nove mesi del 2010 ha estratto 1,262 milioni di tonn. di rame, in linea con l’anno precedente). Ma comprende comunque i principali gruppi quotati che estraggono rame: nell’ordine, Freeport McMoRan, Bhp Billiton, Xstrata, Rio Tinto, Grupo Mexico, Anglo American, Kghm, Southern Copper, Antofagasta, Norilsk e First Quantum.
Non tutti sono riusciti ad incrementare la produzione. Freeport ad esempio non ce l’ha fatta, a causa del declino del tenore di rame nel maxideposito indonesiano di Grasberg. Non tutti gli analisti, tuttavia, giudicano la circostanza allarmante. «Succede spesso – osserva Charles Bradford, di Bradford Research – che quando i prezzi del rame salgono molto le minerarie si orientino sulle vene meno ricche di metallo. Nel caso di Freeport è successo proprio questo: faceva parte dei loro piani». La società starebbe infatti sfruttando il più possibile gli scavi a cielo aperto, destinati ad esaurirsi entro il 2016, prima di trasformare Grasberg in una miniera sotterranea.
Il complessivo incremento della produzione di rame è legata soprattutto al maggiore sfruttamento delle miniere: per l’International Copper Study Group l’utilizzo della capacità produttiva è in crescita costante da luglio 2010 e in novembre era all’84,5 per cento. Nello stesso periodo, anche le scorte di rame al London Metal Exchange sono salite, fino ai massimi da 7 mesi: 425.300 tonn, di cui appena il 4% "on canceled warrants", ossia prenotate per la consegna. L’abbondanza di catodi è riflessa anche dal calo dei premi sul metallo fisico in Europa (40-75 $ a Rotterdam, il minimo da due anni) e dal contango che si è ricreato all’Lme: il rame a pronti vale circa 8 $ meno di quello a 3 mesi, mentre in dicembre vi era al contrario una backwardation di 70 $. La situazione rischia però di essere temporanea: la Cina, per ora assente dai mercati, prima o poi dovrà ristoccare.