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 2011  marzo 05 Sabato calendario

Benzina a 1,6 con il petrolio al top da 2 anni - Benzina e gasolio battono un record di prezzo dopo l’altro e in alcuni distributori del Sud la «verde» supera 1,6 euro al litro

Benzina a 1,6 con il petrolio al top da 2 anni - Benzina e gasolio battono un record di prezzo dopo l’altro e in alcuni distributori del Sud la «verde» supera 1,6 euro al litro. Alla base c’è il rincaro del petrolio dovuto alle rivolte in Medio Oriente e Nord Africa. Ieri a New York il barile ha superato durante le contrattazioni i 104 dollari al barile, al top da settembre 2008, e il Brent a Londra ha fatto 116 e oltre, e la banca d’affari Nomura giudica possibile addirittura una corsa fino a 220 dollari se le produzioni della Libia e della vicina Algeria dovessero bloccarsi; ovviamente è una cifra teorica perché l’economia mondiale crollerebbe molto prima a fronte di un’energia così cara. La minaccia d’inflazione suscitata dai rincari del greggio ha già indotto la Banca centrale europea a preventivare un aumento dei tassi d’interesse, che potrebbe essere imitato dalla Federal Reserve degli Usa e da altre banche centrali. Anche incrementi modesti dei costo del denaro avrebbero conseguenze gravi sulla fragile ripresa economica che il pianeta sta vivendo, ma pure una rincorsa generalizzata dei prezzi dei beni e dei servizi fa paura, perciò le autorità monetarie sono costrette a muoversi fra Scilla e Cariddi, alla ricerca di una difficile via di mezzo. In Italia si annuncia un weekend di fuoco per i carburanti. Ieri sono tornati a muoversi i listini di Eni (+0,5 centesimi sulla benzina, +1 centesimo sul gasolio), Ip (+1 centesimo su entrambi i prodotti), Q8 (+1 centesimo sulla verde, +1,5 centesimi sul diesel), Shell (+1,5 centesimi sulla benzina e +2 sul gasolio) e TotalErg (+1 centesimo sulla verde e +2 centesimi sul diesel). Quotidiano Energia calcola che a livello Paese la media dei prezzi praticati sulla benzina (in modalità «servito») va da 1,548 euro/litro di Tamoil a 1,557 di Eni e Q8, mentre nei distributori no-logo, o «pompe bianche», i cui gestori sono liberi di rifornirsi dove la verde costa meno, i prezzi si fermano a 1,472 euro/litro. Per il gasolio si passa da 1,440 euro/litro di Tamoil a 1,452 di Q8 (no-logo 1,387). Il Gpl, infine, si posiziona tra 0,789 euro/litro di Eni e 0,799 euro/litro di Q8 (0,772 euro/litro il prezzo medio no-logo). I listini sono da record anche nel resto d’Europa e in America. Negli Usa per un gallone di benzina (cioè 3,79 litri) si pagano 3,81 dollari, e in California si arriva a 4. A conti fatti per noi sono cifre ridicole, un dollaro (cioè meno di un euro) al litro, ma per gli Stati Uniti è uno sproposito. Per fare un confronto internazionale con unità di misura omogenee, in Italia il prezzo della benzina ha raggiunto gli 8,30 dollari al gallone e quello del gasolio 8,17 dollari al gallone. Ma non siamo il Paese che sta peggio: il prezzo della benzina in Olanda ha raggiunto il record di 9,11 dollari per gallone. In Germania la benzina costa 8,33 dollari per gallone, in Gran Bretagna 8,16 dollari. Secondo Adusbef e Federconsumatori le conseguenze della nuova fiammata dei carburanti sulle famiglie italiane, sommando i costi diretti al distributore e quelli indiretti per le ricadute su tutti i prezzi dei beni trasportati su gomma, sarà pari a 198 euro l’anno. Ma le due associazioni sollevano anche un’altra polemica: i conti non tornano, le compagnie petrolifere esagerano coi rincari. «Abbiamo cercato i dati relativi ai prezzi della benzina quando il petrolio quotava 100 dollari al barile, come in questi giorni - dicono i responsabili di Adusbef e Federconsumatori -. Ebbene, il prezzo della benzina si aggirava attorno a 1,38-1,39 euro al litro, contro i quasi 1,6 euro di questo giorni». Anche confrontando i prezzi industriali, come invitano a fare sempre i petrolieri, «il differenziale è di ben 10 centesimi, cioè 59 centesimi al litro del 2008 e 69-70 centesimi oggi». Aggiustando ulteriormente i prezzi alla luce del mutato cambio fra euro e dollaro, il divario resta «del tutto incomprensibile», pari di circa 6 centesimi al litro. «A questi calcoli - proseguono le associazioni - aggiungiamo una considerazione: ogni centesimo di variazione comporta 13 milioni di euro mensili in più di ricavo per l’intera filiera petrolifera. Siamo perciò di fronte a 78 milioni di euro in più al mese, pari a 936 milioni di euro all’anno, che qualcuno ricava a scapito degli automobilisti».