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 2011  marzo 05 Sabato calendario

BERLINO E VARSAVIA A DUELLO PER LA DAMA DI LEONARDO

Nel 1488 Cecilia ha 15 anni, aspetta un bimbo dal nobile Sforza, Ludovico «il Moro» , che sta per sposare Beatrice (d’Este). Posa per il genio di Corte, quel Leonardo «prestato» ai duchi di Milano dai Medici di Firenze, al quale il Moro commissiona ritratti. Nel dipinto accarezza con la mano delicata un ermellino o un furetto, dal volto diafano e dagli occhi incantati irradia una grazia che al confronto, scrive il poeta Bellincioni, «el sol par ombra oscura» . La piccola Cecilia Gallerani diventa La Dama con l’ermellino e comincia un viaggio parallelo nella storia dell’arte e del continente che la porterà in Polonia, Francia, Germania. Fino ai nostri giorni, con l’ultimo duello per la Dama di Leonardo. Tutto ha inizio con il rifiuto del ministero della Cultura polacco di cedere il capolavoro a Berlino per la mostra sul ritratto rinascimentale italiano da agosto al Bode Museum. Motivo ufficiale, la fragilità della tavola, che lo scorso dicembre aveva spinto l’Associazione degli storici dell’arte a chiedere la sospensione delle trasferte. Ma che non ha impedito al ministero di accordare un prestito alla National Gallery di Londra, dove il quadro sarà esposto in autunno per la retrospettiva dedicata a Leonardo da Vinci (in cambio la Polonia ospiterà un’ottantina di lavori del maestro del romanticismo inglese William Turner). Un doppio standard, denuncia la Fondazione Czartoryski di Cracovia proprietaria dell’opera, che tradisce ragioni politiche e compromette le relazioni bilaterali. «Decisione incomprensibile— dice il presidente Adam Zamoyski —. Sappiamo che i curatori di Berlino, da anni al lavoro per ottenere il prestito, hanno comunicato il rifiuto alla cancelliera Angela Merkel. Una vergogna per la Polonia e un insulto per i tedeschi» . «Un equivoco» ribatte il ministero. Tensioni poco opportune in un anno di elezioni per entrambi i Paesi, che hanno da tempo imboccato la via del dialogo su memorie ancora divise e si stanno trasformando nel nuovo asse di una politica europea con baricentro sempre più a Est. Segnali che però si aggiungono a contrasti emersi sulla recente proposta franco tedesca di un patto per la competitività nell’Eurozona (Varsavia non ne fa ancora parte), con la Polonia mai a proprio agio di fronte a un’assertività percepita come ingerenza. E sull’insuperato tema dei tedeschi espulsi dai territori orientali dopo la Seconda guerra mondiale, al centro di una risoluzione approvata in febbraio dal Bundestag e criticata dai polacchi. Le stesse vicende che hanno portato la Dama a Cracovia rievocano le antiche ferite. Voluta alla fine del ’ 700 dal conte Czartoryski per la collezione della madre Izabela, nel 1830 condivise la sorte degli esuli polacchi che ripiegarono in Francia dopo la Rivolta antizarista di Novembre — tra loro anche il giovane Chopin. Rientrata in Polonia, trasferita a Dresda al tempo della Grande Guerra, nel 1939 fu portata dai nazisti a Berlino, per essere ritrovata dagli Alleati in Baviera (in un angolo l’impronta di un tallone). La famiglia Czartoryski ha potuto reclamarla nel ’ 91, dopo la caduta del comunismo. Un’altra rivoluzione per l’italiana che ha incantato l’Europa.
Maria Serena Natale