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 2011  marzo 04 Venerdì calendario

Gorky Park la Disneyland di Abramovich - Difficile trovare una candidatura più adatta per costruire un parco divertimenti di Roman Abramovich, visto che nessuno al mondo sa divertirsi come lui

Gorky Park la Disneyland di Abramovich - Difficile trovare una candidatura più adatta per costruire un parco divertimenti di Roman Abramovich, visto che nessuno al mondo sa divertirsi come lui. L’idea di affidare la ricostruzione del parco Gorky all’oligarca più stravagante della Russia, al Comune di Mosca non sembra per niente folle. Le «voci» diffuse da un funzionario anonimo ai giornali sono state confermate dalla vicesindaco Liudmila Shvezova: «Nulla di ufficiale per ora, ma è interessato, sta studiando il caso», ha dichiarato. I rappresentanti delle strutture di Abramovich mantengono il silenzio, come è loro abitudine. Ma negli ambienti del gossip moscovita la notizia viene data ormai per certa, anche perché non è mai successo finora che Abramovich non abbia ottenuto quello che voleva. Il parco più grande di Mosca, del resto, è un giocattolo degno dell’oligarca che ha comprato il Chelsea e solca i mari sullo yacht più grande e costoso della storia, l’Eclipse. Il gioiellino da 170 metri (con tanto di due piste per elicotteri, due piscine e un sottomarino in dotazione) è costato ad Abramovich, secondo alcune stime, più di un miliardo di dollari (oltre a 50 milioni circa all’anno per la manutenzione), mentre il costo della ristrutturazione del parco Gorky viene stimato intorno ai due miliardi. Quello che preoccupa, semmai, è il fatto che la concezione del divertimento dell’oligarca sia agli antipodi rispetto alla vetusta magnificenza monumentale di uno dei luoghi storici della capitale russa. Lo yacht con il sistema di difesa antimissile abita in un’altra galassia, dove non esistono i laghetti con le barchette a remi, le statue semisfigurate delle ninfe proletarie, i banchetti del gelato, le giostre e le balere all’aperto. La tromba d’aria del cambiamento, che ha spazzato negli ultimi decenni via mezza Mosca, ha aggirato questo angolo del passato, 100 ettari di verde nel pieno centro della capitale, e soltanto 3 milioni di visitatori varcano ogni anno l’imponente colonnato d’accesso (nella metropolitana di Mosca ne scendono dieci ogni giorno), ancora attratti, per nostalgia o forse perché è il passatempo meno costoso a disposizione, dai vialetti ombrosi con le panchine rotte. L’unica innovazione, rispetto al progetto originario del 1928, firmato dal famoso architetto costruttivista Konstantin Melnikov, sono state le montagne russe (che in Russia vengono chiamate, probabilmente per una simmetria risalente alla guerra fredda, «montagne americane») e la carcassa dello shuttle sovietico, il Buran, che non ha mai raggiunto lo spazio finendo parcheggiato come attrazione sul lungo Moscova, di fronte a una fila di ristorantini galleggianti. Uno stato penoso, che il neo sindaco Serghey Sobianin ha recentemente definito «indecente», ordinando un’ispezione dei parchi della capitale per deciderne la ristrutturazione. Anche il precedente sindaco, Yuri Luzhkov, nei 18 anni del suo regno aveva provato a fare del parco Gorky qualcosa di più redditizio, ideando una sorta di «Russialand» con attrazioni, ristoranti e padiglioni ispirati alle diverse culture etniche della Russia. Ma il progetto non ha mai superato la fase cartacea, mentre il parco Gorky ormai era diventato un luogo che attirava di più i turisti stranieri che si ricordavano il thriller di Martin Cruz Smith, dei moscoviti, sedotti dai nuovi centri commerciali e cinema multisala. Il «parco centrale della cultura e del riposo Gorky» (questo il suo nome ufficiale), nato per ospitare il relax organizzato, sano e rigorosamente pubblico degli operai nell’utopia stalinista, era ormai solo un ricordo nei film in bianco e nero. Ora Abramovich pare abbia in mente una sorta di Disneyland ipertecnologica e, conoscendolo, si può stare sicuri che la costruirà. Con qualche perplessità degli architetti e dei difensori del già decimato patrimonio monumentale, pronti a ricordare che il parco fa parte della lista dei monumenti protetti e contiene un giardino risalente al 700, il Neskuchny sad, e a denunciare l’imminente speculazione edilizia. Ma il critico d’arte Serghey Zagraevsky ritiene che «peggiorare il parco è impossibile»: l’usura di tutte le infrastrutture è del 100%, non c’è nulla o poco da restaurare, il Gorky Park deve ripartire da zero.